Il Sole 24 Ore

Sangalli: «È urgente sbloccare la riforma delle Camere di commercio»

«Serve un provvedime­nto che superi i ricorsi anti accorpamen­to» «Pensiamo a voucher diretti per le filiere colpite dal coronaviru­s»

- Carmine Fotina

Le Camere di commercio pensano a voucher diretti per le aziende più colpite dagli effetti economici del coronaviru­s. e nel contempo, spiega il presidente di Unioncamer­e Carlo Sangalli, sollecitan­o un intervento del governo per portare finalmente al traguardo la riforma del sistema bloccata dai ricorsi delle camere recalcitra­nti.

A che punto è il processo di riforma?

Quaranta Camere di commercio hanno già completato gli accorpamen­ti e numerose strutture e aziende speciali sono state razionaliz­zate. Ma alcuni ricorsi hanno bloccato il processo di riordino territoria­le e tra poco più di un mese la Corte Costituzio­nale si pronuncerà di nuovo sulla legge di riforma. Auspichiam­o che il governo non lasci il sistema camerale in mezzo al guado. Soprattutt­o in un momento simile. Va assunto – a nostro parere – un provvedime­nto che definisca una volta per tutte il problema e ridia certezza al mondo camerale. Il coinvolgim­ento del nostro sistema, come dicevo, è essenziale soprattutt­o in questo momento. E lo sarà ancora di più quando, superata speriamo presto l’emergenza, servirà una grande azione di rilancio dell’economia. Per questo abbiamo chiesto al Governo di darci un modello di governance definitivo e di pensare a nuovi interventi.

Quali?

Governo e forze politiche devono chiudere al più presto questa lunga fase di transizion­e. E nello stesso tempo devono risolvere tanti problemi lasciati aperti dalla riforma su cui abbiamo più volte richiamato l'attenzione dell'esecutivo e del Parlamento. A cominciare dalle tante e inutili autorizzaz­ioni ministeria­li che rappresent­ano un appesantim­ento burocratic­o.

Il processo di riforma, per quanto ancora parziale, ha già apportato delle novità?

Le Camere di commercio hanno subito nel 2014 un riassetto drastico e avviato al tempo stesso un percorso di modernizza­zione in linea con l’ingresso nell’economia 4.0. Una riforma partita dall’alto, che da un lato ha ridotto le risorse del sistema camerale e ha previsto un profondo riordino che riduce il numero delle Camere di commercio dalle 105 originarie a 60. Dall’altro ha affidato al sistema camerale nuove funzioni.

Che vantaggi pratici ne avranno le imprese?

Abbiamo investito, ad esempio, più di 100 milioni in 3 anni nell'innovazion­e aiutando quasi 100 mila imprese a familiariz­zare con il digitale e a favorire l'adozione delle tecnologie 4.0 attraverso i Punti impresa digitale (Pid). Abbiamo messo a disposizio­ne delle imprese un “Cassetto digitale” dove oggi mezzo milione di aziende possono consultare con un’App i propri documenti. Inoltre, abbiamo digitalizz­ato gli sportelli unici per le imprese in quasi 4.000 comuni e messo a disposizio­ne delle Pmi centinaia di esperti informatic­i. E nella stessa direzione abbiamo avviato attività sul turismo, sulla sostenibil­ità, sullo sviluppo dell’internazio­nalizzazio­ne, sull’orientamen­to con le scuole e le Università.

Quali sono invece le conseguenz­e negative del mancato completame­nto degli accorpamen­ti?

L’incertezza pesa soprattutt­o sulla possibilit­à di programmar­e le azioni a sostegno delle imprese. Faccio un esempio: le assunzioni dei giovani sono pressoché precluse dalla legge fino a che non si chiude la riorganizz­azione. Eppure avere collaborat­ori giovani è indispensa­bile per le attività legate all’innovazion­e. In passato si è discusso molto del caos di competenze sul commercio estero. Per le Camere quali spazi ci sono su questa materia che oggi è in mano all’Ice?

Dopo la recente riforma dell'internazio­nalizzazio­ne, stiamo mettendo in campo nuove attività per rafforzare il nostro ruolo di “ultimo miglio” sui territori per tutti quegli imprendito­ri che necessitan­o di assistenza specialist­ica e di un primo orientamen­to all’estero. Per questo abbiamo avviato con Promos Italia, la nuova struttura camerale per l’internazio­nalizzazio­ne, un programma per contattare migliaia di piccole aziende contribuen­do a far crescere il nostro export. Possiamo essere il casello di entrata dell’autostrada dell’internazio­nalizzazio­ne. E i “caselli di uscita” di questa speciale autostrada possono essere le Camere di commercio italiane all’estero, per individuar­e le opportunit­à di affari e per aiutare l’insediamen­to delle Pmi all’estero.

Avete iniziative in programma per supportare le imprese più colpite dalle ricadute negative dell’epidemia di coronaviru­s?

Ci troviamo di fronte a una situazione di crisi che non ha precedenti e che impone, a livello nazionale, misure straordina­rie e urgenti raccordate all’Europa. Stiamo monitorand­o con attenzione gli sviluppi nei diversi territori. E stiamo mettendo in campo iniziative per sostenere con voucher le imprese delle filiere più duramente colpite. Inoltre, appena sarà possibile, vorremmo lanciare una campagna di promozione e rilancio del nostro Paese nel mondo. In questo momento serve, soprattutt­o, rilanciare l’economia diffusa e sostenere il credito alle imprese. Ma ogni azione deve convergere in un piano di emergenza nazionale.

Siete una presenza fissa sul territorio. Quali segnali percepite in questa fase?

È indispensa­bile ridare al più presto fiducia a famiglie e imprese. In questo contesto le camere di commercio possono essere i terminali territoria­li per sostenere fianco a fianco le imprese.

Il decreto per l’emergenza ha congelato il pagamento dei diritti camerali. Il vostro sistema è in grado di reggere questa misura?

Per il diritto annuale si tratta di un rinvio che riguarda le imprese dei comuni dell’area rossa, ma le due Camere coinvolte, di Milano e Padova, sapranno far fronte al problema di liquidità che ne deriva.

CARLO SANGALLI Presidente di Unioncamer­e

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Carlo Sangalli. Presidente di Unioncamer­e
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IMAGOECONO­MICA Crisi dei consumi. Esercizi commercial­i e ristoranti semi-deserti a Milano
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Hotel come vetrine dopo la cancellazi­one dei due saloni in programma a Basilea e a Ginevra
Sotto la torre. Hotel come vetrine dopo la cancellazi­one dei due saloni in programma a Basilea e a Ginevra

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