Made in Italy e Pmi, un piano straordinario con 716 milioni Vinitaly slitta a giugno
Anche il Cibus verso il rinvio Ue e Oms: gli alimentari non trasmettono il virus Allarme nella Bergamasca per l’impennata dei contagi: si valuta nuova zona rossa
Il ministro Di Maio con i ministri economici ha concordato ieri un pacchetto straordinario di misure per 716 milioni finalizzato al sostegno alle imprese all’estero. E su pressione dell’Italia, la Ue e
l’Oms faranno una dichiarazione per escludere contagi attraverso prodotti alimentari. Boccia (Confindustria): «Serve un piano shock europeo da 3mila miliardi per le infrastrutture».
Intanto l’emergenza sanitaria travolge altri importanti appuntamenti per il made in Italy: VeronaFiere rinvia a metà giugno la rassegna Vinitaly (in programma dal 19 al 22 aprile). Si va verso uno slittamento anche per il Cibus di Parma: la decisione sarà adottata oggi. Sul piano della cronaca, in Lombardia si studia l’allargamentro della zona rossa a causa dell’impennata di contagiati in due Comuni della provincia di Bergamo.
Solo pochi giorni fa il mondo italiano del food e del vino aveva provato a compattarsi attorno alle sue fiere principali, Vinitaly di Verona e Cibus di Parma, confermando le date delle due manifestazioni – previste rispettivamente dal 19 al 22 aprile e dall’11 al 14 maggio.
Ma l’accelerarsi della crisi scatenata dalla diffusione del coronavirus nel nostro Paese e nel mondo – con la conseguente cancellazione di grandi eventi anche esteri e la chiusura dei voli verso l’Italia da parte degli Stati Uniti e altre nazioni – ha convinto gli organizzatori a fare retromarcia. Il rinvio del Vinitaly, assieme alle connesse Enolitech e Sol&Agrifood, è stato comunicato ufficialmente da Veronafiere, che ha indicato le nuove date,dal 14 al 17 giugno. Non ancora ufficiale, ma molto probabile, è lo slittamento anche di Cibus: secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, la decisione sarà presa questa mattina dopo un confronto tra Fiere di Parma, Federalimentare e l’agenzia per l’internazionalizzazione Ice, con un possibile rinvio a inizio luglio o settembre.
La scelta delle nuove date per il Vinitaly è stata tutt’altro che facile – come sempre accade quando si rende necessario spostare un grande evento business all’interno di un calendario fieristico internazionale già molto affollato – ma l’idea portante è stata quella di fare “massa critica” con altri due importanti appuntamenti dedicati al made in Italy che avevano già annunciato il loro rinvio: il Cosmoprof
di Bologna (dall’11 al 15 giugno) e il Salone del Mobile di Milano (dal 16 al 21 giugno). «Vinitaly, insieme ad OperaWine, si svolgerà in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia», ha detto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.
«Lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali nelle città di Milano e Bologna – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese». Sottolinea l’importanza di fare sistema anche il presidente dell’Ice Carlo Ferro: «Vinitaly, Salone del Mobile e Cosmoprof rappresentano tre settori che generano quasi 25 miliardi di export – dice –: concentrati nel mese di giugno si presentano come un grande appuntamento per il rilancio nel mondo delle eccellenze italiane».
A convincere gli organizzatori sul rinvio è stato, probabilmente, anche l’annullamento della fiera tedesca ProWein, uno dei principali appuntamenti internazionali del settore, prevista dal 15 al 17 marzo a Düsseldorf e rinviata pochi giorni fa a data da destinarsi. Oltre, come accennato, all’incertezza determinata dalla diffusione del virus anche in altri Paesi e alla chiusura dei voli verso l’Italia o all’obbligo di quarantene al rientro, che avrebbe scoraggiato l’arrivo di molti buyer dall’estero (un quarto dei visitatori totali). Un atto dunque di responsabilità nei confronti delle aziende espositrici, che hanno bisogno di pianificare per tempo gli investimenti per la partecipazione.
Dietro la decisione della fiera del vino, il timore per l’assenza di molti operatori in arrivo dall’estero
Sulla kermesse di Parma, la decisione attesa questa mattina. Ipotesi a luglio o settembre