Sanità, 20mila rinforzi Verso nuove misure di emergenza
Consiglio dei ministri: più stringenti le regole sanitarie in Lombardia Tutte le 145 strutture lombarde dedicate all’emergenza del Covid-19 Interventi straordinari: lo Stato potrà requisire alberghi e macchinari
Nuove misure in arrivo per affrontare l’emergenza sanitaria da coronavi- rus. Il Consiglio dei ministri nella tarda serata ha esaminato un decreto che prevede l’assunzione senza concorso di 20mila fra medici e paramedici che andranno a rinforzare le strutture sanitarie in Italia. Nel provvedimentoanchealtremisurestraordinarie di intervento per circa un miliardo. Al termine di una lunga e difficile giornata con una girandola di confronti con l’Istituto superiore di sanità e i vertici della Regione Lombardia, è stato deciso di rinviare la costituzione della zona rossa in due Comuni della provincia di Bergamo. Si applicheranno misure sanitarie più restrittive.
Un nuovo decreto che vale oltre un miliardo con misure straordinarie per provare a mettere in sicurezza il Servizio sanitario dalla minaccia sempre più pressante del Coronavirus, in linea con le priorità assolute indicate anche dal capo dello Stato. Per far fiatare gli ospedali sempre più sotto pressione sono in arrivo 20mila tra medici e infermieri da assumere senza concorsi ma solo con avviso pubblico. Ma il Governo mette in pista altri strumenti eccezionali. Nella bozza di Dl circolata ieri per un primo giro di tavolo in Consiglio dei ministri c’è, ad esempio, il commissariamento delle Regioni che non attueranno le misure anti-contagio con il capo della protezione civile che potrà fare da commissario. Misura su cui però il ministro della Sanità, Roberto Speranza, frena e dunque dovrebbe essere esclusa. Sì invece al ricorso dove necessario alle strutture e al personale della Sanità privata
Sul tavolo c’è anche la possibilità di requisire alberghi per attuare le quarantene dei casi sospetti che non possono farle a casa o ancora costruire senza vincoli edilizi e di accreditamento nuove «aree sanitarie» all’interno o all’esterno degli ospedali. Lo Stato potrà anche requisire dietro indennizzo macchinari, dispositivi medici e presidi medico chirurgici come i disinfettanti.
Misure straordinarie che tengono conto dell’andamento dell’epidemia. Ieri i casi di Coronavirus in Italia sono saliti a quasi 4mila, ma quello che preoccupa sempre di più sono i pazienti in ospedale: sono ben 2.394 i pazienti ricoverati e 462 quelli in terapia intensiva cresciuti di oltre il 30% in un solo giorno. Numeri che stanno mettendo in ginocchio le prime strutture sanitarie al Nord e nel caso di una escalation di contagi potrebbe farlo anche nel resto d’Italia. Da qui una terapia d’urto nel nuovo provvedimento voluto da Speranza proprio per tamponare le urgenze più importanti: innanzitutto quella del personale sanitario con l’arrivo - questa la richiesta arrivata dai piani regionali - di 20mila operatori (4.800 medici, 10mila infermieri e oltre 5mila unità socio-sanitarie) che potranno essere assunti con contratti di sei mesi senza concorsi.
Per reclutarli saranno impiegate tutte le modalità: dagli incarichi autonomi all’accesso diretto con lo scorrimento delle graduatorie, dall’aumento delle ore di specialistica ambulatoriale fino al reclutamento dei medici di medicina generale e di volontari. E ancora, si pensa all’immissione in corsia di medici solo laureati (quindi ancora senza specializzazione ma da inserire per le mansioni opportune sulla base delle competenze).
In pista anche l’aumento del numero di borse di studio per la specialistica così come le misure già previste dalla legge di Bilancio edal Milleproroghe: incremento delle assunzioni fino a un +15% di aumento del Fondo sanitario nazionale e arruolamento dei medici specializzandi fin dal 3° anno di corso.
Per medici e infermieri impegnati a far fronte alla gestione dell’emergenza del coronavirus «non si applicano le disposizioni sui limiti massimi di orario di lavoro» ma con gli straordinari che saranno pagati il 50% in più. Le Regioni se necessario potranno sospendere «le attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti», comprese tutte le visite effettuate in libera professione intramoenia. Entra anche una norma cruciale invocata da più parti: medici e infermieri non dovranno più essere obbligati a stare in quarantena se sono stati in contatto con casi positivi, dovranno sospendere l’attività solo «nel caso di sintomatologia respiratoria o esito positivo per Covid-19».
Per quanto riguarda il ricorso al privato le Regioni sono autorizzate ad acquistare «ulteriori prestazioni» dalle strutture private che saranno anche «tenute a mettere a disposizione il personale sanitario in servizio nonché i locali e le apparecchiature» quando manchi il personale nelle Regioni più colpite perché «ricoverato».
Per evitare che i sospetti casi positivi si presentino in Pronto soccorso o negli studi dei medici di famiglia e dei pediatri mettendo a rischio gli stessi camici bianchi e altri pazienti saranno create entro 10 giorni delle «Unità speciali di continuità assistenziale» ogni 50mila abitanti – attiva sette giorni su sette dalle 8 alle 20 – per gestire a casa i pazienti che non necessitano di ricovero. In queste unità potranno essere assoldati anche medici laureati con la sola abilitazione (previsti compensi lordi di 40 euro l’ora).
Per assicurare la produzione e la fornitura di dispositivi medici e dispositivi di protezione individuale, Invitalia potrà erogare finanziamenti a fondo perduto e in conto gestione, per un ammontare di 50 milioni.
Intanto ieri è partita la prima procedura d’acquisto Consip per la fornitura di macchinari per la terapia intensiva e sub-intensiva: 7 lotti, per un valore di 185 milioni , tra cui i ventilatori polmonari necessari alle terapie intensive.
L’operazione vale un miliardo. Per le assunzioni massima flessibilità e ricorso anche agli specializzandi
Le Regioni potranno sospendere le attività di ricovero non urgenti e anche le visite dei medici in intramoenia