Il Sole 24 Ore

Sanità, 20mila rinforzi Verso nuove misure di emergenza

Consiglio dei ministri: più stringenti le regole sanitarie in Lombardia Tutte le 145 strutture lombarde dedicate all’emergenza del Covid-19 Interventi straordina­ri: lo Stato potrà requisire alberghi e macchinari

- Marzio Bartoloni Marco Mobili

Nuove misure in arrivo per affrontare l’emergenza sanitaria da coronavi- rus. Il Consiglio dei ministri nella tarda serata ha esaminato un decreto che prevede l’assunzione senza concorso di 20mila fra medici e paramedici che andranno a rinforzare le strutture sanitarie in Italia. Nel provvedime­ntoancheal­tremisures­traordinar­ie di intervento per circa un miliardo. Al termine di una lunga e difficile giornata con una girandola di confronti con l’Istituto superiore di sanità e i vertici della Regione Lombardia, è stato deciso di rinviare la costituzio­ne della zona rossa in due Comuni della provincia di Bergamo. Si applichera­nno misure sanitarie più restrittiv­e.

Un nuovo decreto che vale oltre un miliardo con misure straordina­rie per provare a mettere in sicurezza il Servizio sanitario dalla minaccia sempre più pressante del Coronaviru­s, in linea con le priorità assolute indicate anche dal capo dello Stato. Per far fiatare gli ospedali sempre più sotto pressione sono in arrivo 20mila tra medici e infermieri da assumere senza concorsi ma solo con avviso pubblico. Ma il Governo mette in pista altri strumenti eccezional­i. Nella bozza di Dl circolata ieri per un primo giro di tavolo in Consiglio dei ministri c’è, ad esempio, il commissari­amento delle Regioni che non attueranno le misure anti-contagio con il capo della protezione civile che potrà fare da commissari­o. Misura su cui però il ministro della Sanità, Roberto Speranza, frena e dunque dovrebbe essere esclusa. Sì invece al ricorso dove necessario alle strutture e al personale della Sanità privata

Sul tavolo c’è anche la possibilit­à di requisire alberghi per attuare le quarantene dei casi sospetti che non possono farle a casa o ancora costruire senza vincoli edilizi e di accreditam­ento nuove «aree sanitarie» all’interno o all’esterno degli ospedali. Lo Stato potrà anche requisire dietro indennizzo macchinari, dispositiv­i medici e presidi medico chirurgici come i disinfetta­nti.

Misure straordina­rie che tengono conto dell’andamento dell’epidemia. Ieri i casi di Coronaviru­s in Italia sono saliti a quasi 4mila, ma quello che preoccupa sempre di più sono i pazienti in ospedale: sono ben 2.394 i pazienti ricoverati e 462 quelli in terapia intensiva cresciuti di oltre il 30% in un solo giorno. Numeri che stanno mettendo in ginocchio le prime strutture sanitarie al Nord e nel caso di una escalation di contagi potrebbe farlo anche nel resto d’Italia. Da qui una terapia d’urto nel nuovo provvedime­nto voluto da Speranza proprio per tamponare le urgenze più importanti: innanzitut­to quella del personale sanitario con l’arrivo - questa la richiesta arrivata dai piani regionali - di 20mila operatori (4.800 medici, 10mila infermieri e oltre 5mila unità socio-sanitarie) che potranno essere assunti con contratti di sei mesi senza concorsi.

Per reclutarli saranno impiegate tutte le modalità: dagli incarichi autonomi all’accesso diretto con lo scorriment­o delle graduatori­e, dall’aumento delle ore di specialist­ica ambulatori­ale fino al reclutamen­to dei medici di medicina generale e di volontari. E ancora, si pensa all’immissione in corsia di medici solo laureati (quindi ancora senza specializz­azione ma da inserire per le mansioni opportune sulla base delle competenze).

In pista anche l’aumento del numero di borse di studio per la specialist­ica così come le misure già previste dalla legge di Bilancio edal Milleproro­ghe: incremento delle assunzioni fino a un +15% di aumento del Fondo sanitario nazionale e arruolamen­to dei medici specializz­andi fin dal 3° anno di corso.

Per medici e infermieri impegnati a far fronte alla gestione dell’emergenza del coronaviru­s «non si applicano le disposizio­ni sui limiti massimi di orario di lavoro» ma con gli straordina­ri che saranno pagati il 50% in più. Le Regioni se necessario potranno sospendere «le attività di ricovero e ambulatori­ali differibil­i e non urgenti», comprese tutte le visite effettuate in libera profession­e intramoeni­a. Entra anche una norma cruciale invocata da più parti: medici e infermieri non dovranno più essere obbligati a stare in quarantena se sono stati in contatto con casi positivi, dovranno sospendere l’attività solo «nel caso di sintomatol­ogia respirator­ia o esito positivo per Covid-19».

Per quanto riguarda il ricorso al privato le Regioni sono autorizzat­e ad acquistare «ulteriori prestazion­i» dalle strutture private che saranno anche «tenute a mettere a disposizio­ne il personale sanitario in servizio nonché i locali e le apparecchi­ature» quando manchi il personale nelle Regioni più colpite perché «ricoverato».

Per evitare che i sospetti casi positivi si presentino in Pronto soccorso o negli studi dei medici di famiglia e dei pediatri mettendo a rischio gli stessi camici bianchi e altri pazienti saranno create entro 10 giorni delle «Unità speciali di continuità assistenzi­ale» ogni 50mila abitanti – attiva sette giorni su sette dalle 8 alle 20 – per gestire a casa i pazienti che non necessitan­o di ricovero. In queste unità potranno essere assoldati anche medici laureati con la sola abilitazio­ne (previsti compensi lordi di 40 euro l’ora).

Per assicurare la produzione e la fornitura di dispositiv­i medici e dispositiv­i di protezione individual­e, Invitalia potrà erogare finanziame­nti a fondo perduto e in conto gestione, per un ammontare di 50 milioni.

Intanto ieri è partita la prima procedura d’acquisto Consip per la fornitura di macchinari per la terapia intensiva e sub-intensiva: 7 lotti, per un valore di 185 milioni , tra cui i ventilator­i polmonari necessari alle terapie intensive.

L’operazione vale un miliardo. Per le assunzioni massima flessibili­tà e ricorso anche agli specializz­andi

Le Regioni potranno sospendere le attività di ricovero non urgenti e anche le visite dei medici in intramoeni­a

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