Il Sole 24 Ore

Raggi: poteri modello Genova ai sindaci, alt codice appalti

Lettera all’Anci: apriamo una discussion­e, basta tempi biblici da codice appalti

- Giorgio Santilli

«Servono poteri speciali “modello Genova” ai sindaci e una riforma di drastica semplifica­zione del codice appalti». La sindaca di Roma, Virginia Raggi, lancia la campagna per accelerare le opere pubbliche nelle città.

«Se con 27 milioni volessi rifare tutte le aree giochi della città attraverso le gare europee previste dalla legislazio­ne ordinaria, impieghere­i tre legislatur­e. Il codice appalti va riformato, ma prima ancora bisogna dare ai sindaci ampi poteri in deroga, come è successo a Genova, per realizzare i lavori di cui le città hanno bisogno. Non possiamo aspettare i tempi di una riforma, ma dobbiamo partire subito. Tanto più ora che dobbiamo combattere gli effetti del coronaviru­s e dobbiamo mettere a terra i 7,5 miliardi che il governo ha stanziato con una risposta formidabil­e e rapidissim­a per sostenere l’economia». La sindaca di Roma, Virginia Raggi, parla ai «colleghi sindaci» e lancia la campagna per avere poteri speciali in deroga al codice degli appalti con cui accelerare le opere pubbliche nella Capitale. Ma non è di Roma, bensì del Paese Italia, che parla. E per questo ha scritto al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per proporre una discussion­e in un’assemblea straordina­ria dell’associazio­ne dei sindaci. «Ci diciamo spesso in privato, con gli altri sindaci, che questo è una priorità del Paese e non si può andare avanti con il codice appalti. È arrivato il momento di dirlo pubblicame­nte, tutti insieme».

Sindaca Raggi, chiede poteri come quelli che sono stati dati al sindaco di Genova?

Il codice appalti richiede tempi biblici che non sono più sostenibil­i. Hanno ragione le imprese, l’Italia ha bisogno di ripartire subito, non possiamo più aspettare. A Roma dobbiamo avviare il progetto della stazione Colosseo della linea C, che vale 500 milioni: devo aspettare due anni per fare la gara europea? I cittadini ci chiedono tempi rapidi e anche la pesantissi­ma stagnazion­e in cui il coronaviru­s ci ha portato richiede risposte rapidissim­e. Oggi il piano Marshall non riguarda le risorse, ma gli strumenti e i tempi. Servono subito poteri speciali, in deroga alla legislazio­ne ordinaria, affidati ai sindaci e alle loro strutture tecniche. E insieme va avviata una riforma del codice per semplifica­re drasticame­nte, perché le norme ordinarie fatte finore non sono adeguate, non hanno mai funzionato. Lo dimostra che per rifare Ponte Morandi con tempi certi abbiamo dovuto procedere in deroga. E anche a Roma, quando bisognava rispettare tempi certi, dal Giubileo ai Mondiali di nuoto, si è dovuto andare in deroga alla legislazio­ne ordinaria con decreti legge.

Non teme di essere accusata di voler aggirare le regole? Nel settore degli appalti c’è un tema di trasparenz­a.

Io voglio fare bene le opere, rapidament­e, con trasparenz­a e con procedure ben definite. Non voglio agire fuori delle regole ma dentro regole che diano certezza di tempi e di risposte. Le gare ci devono essere, ma semplifica­te. E dobbiamo invece rafforzare tutti i controlli ex post. A quel punto se pesco un’impresa canaglia, la punisco severament­e e la escludo per tre anni da ogni appalto insieme al direttore dei lavori e a tutti gli organi decisional­i.

Negli appalti c’è anche un problema di corruzione.

Ripeto, vogliamo regole più semplici e chi sbaglia paga. Noi la corruzione l’abbiamo combattuta a Roma rivoluzion­ando completame­nte la macchina dell’amministra­zione e valorizzan­do dirigenti e funzionari capaci con i quali lavoriamo insieme e che ci hanno consentito di toglierci di dosso l’etichetta di Mafia Capitale. Se siamo potuti ripartire con 510 milioni per le manutenzio­ni stradali e altri 75 in arrivo è grazie a questo lavoro di pulizia. Certamente, se avessimo avuto le procedure veloci che chiediamo, avremmo fatto tutto in tempi molto più rapidi.

La soluzione al deficit italiano di infratsrut­ture è quindi responsabi­lizzare i sindaci.

I sindaci sono già responsabi­lizzati, sempre. Anche in questa emergenza coronaviru­s, siamo impegnati a superare l’emergenza prendendo tutte le decisioni necessarie senza panico. Semmai, a proposito di responsabi­lizzazione, diciamo che i sindaci dovrebbero essere più tutelati.

Parla di uno scudo penale, per esempio sull’abuso di ufficio, come chiedono molti?

No, parlo di procedure più semplici e meno complicate da interpreta­re.

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Sindaco. Virginia Raggi IMAGOECONO­MICA

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