Raggi: poteri modello Genova ai sindaci, alt codice appalti
Lettera all’Anci: apriamo una discussione, basta tempi biblici da codice appalti
«Servono poteri speciali “modello Genova” ai sindaci e una riforma di drastica semplificazione del codice appalti». La sindaca di Roma, Virginia Raggi, lancia la campagna per accelerare le opere pubbliche nelle città.
«Se con 27 milioni volessi rifare tutte le aree giochi della città attraverso le gare europee previste dalla legislazione ordinaria, impiegherei tre legislature. Il codice appalti va riformato, ma prima ancora bisogna dare ai sindaci ampi poteri in deroga, come è successo a Genova, per realizzare i lavori di cui le città hanno bisogno. Non possiamo aspettare i tempi di una riforma, ma dobbiamo partire subito. Tanto più ora che dobbiamo combattere gli effetti del coronavirus e dobbiamo mettere a terra i 7,5 miliardi che il governo ha stanziato con una risposta formidabile e rapidissima per sostenere l’economia». La sindaca di Roma, Virginia Raggi, parla ai «colleghi sindaci» e lancia la campagna per avere poteri speciali in deroga al codice degli appalti con cui accelerare le opere pubbliche nella Capitale. Ma non è di Roma, bensì del Paese Italia, che parla. E per questo ha scritto al presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per proporre una discussione in un’assemblea straordinaria dell’associazione dei sindaci. «Ci diciamo spesso in privato, con gli altri sindaci, che questo è una priorità del Paese e non si può andare avanti con il codice appalti. È arrivato il momento di dirlo pubblicamente, tutti insieme».
Sindaca Raggi, chiede poteri come quelli che sono stati dati al sindaco di Genova?
Il codice appalti richiede tempi biblici che non sono più sostenibili. Hanno ragione le imprese, l’Italia ha bisogno di ripartire subito, non possiamo più aspettare. A Roma dobbiamo avviare il progetto della stazione Colosseo della linea C, che vale 500 milioni: devo aspettare due anni per fare la gara europea? I cittadini ci chiedono tempi rapidi e anche la pesantissima stagnazione in cui il coronavirus ci ha portato richiede risposte rapidissime. Oggi il piano Marshall non riguarda le risorse, ma gli strumenti e i tempi. Servono subito poteri speciali, in deroga alla legislazione ordinaria, affidati ai sindaci e alle loro strutture tecniche. E insieme va avviata una riforma del codice per semplificare drasticamente, perché le norme ordinarie fatte finore non sono adeguate, non hanno mai funzionato. Lo dimostra che per rifare Ponte Morandi con tempi certi abbiamo dovuto procedere in deroga. E anche a Roma, quando bisognava rispettare tempi certi, dal Giubileo ai Mondiali di nuoto, si è dovuto andare in deroga alla legislazione ordinaria con decreti legge.
Non teme di essere accusata di voler aggirare le regole? Nel settore degli appalti c’è un tema di trasparenza.
Io voglio fare bene le opere, rapidamente, con trasparenza e con procedure ben definite. Non voglio agire fuori delle regole ma dentro regole che diano certezza di tempi e di risposte. Le gare ci devono essere, ma semplificate. E dobbiamo invece rafforzare tutti i controlli ex post. A quel punto se pesco un’impresa canaglia, la punisco severamente e la escludo per tre anni da ogni appalto insieme al direttore dei lavori e a tutti gli organi decisionali.
Negli appalti c’è anche un problema di corruzione.
Ripeto, vogliamo regole più semplici e chi sbaglia paga. Noi la corruzione l’abbiamo combattuta a Roma rivoluzionando completamente la macchina dell’amministrazione e valorizzando dirigenti e funzionari capaci con i quali lavoriamo insieme e che ci hanno consentito di toglierci di dosso l’etichetta di Mafia Capitale. Se siamo potuti ripartire con 510 milioni per le manutenzioni stradali e altri 75 in arrivo è grazie a questo lavoro di pulizia. Certamente, se avessimo avuto le procedure veloci che chiediamo, avremmo fatto tutto in tempi molto più rapidi.
La soluzione al deficit italiano di infratsrutture è quindi responsabilizzare i sindaci.
I sindaci sono già responsabilizzati, sempre. Anche in questa emergenza coronavirus, siamo impegnati a superare l’emergenza prendendo tutte le decisioni necessarie senza panico. Semmai, a proposito di responsabilizzazione, diciamo che i sindaci dovrebbero essere più tutelati.
Parla di uno scudo penale, per esempio sull’abuso di ufficio, come chiedono molti?
No, parlo di procedure più semplici e meno complicate da interpretare.