Il Sole 24 Ore

Torna lo spettro dei rifiuti tracciabil­i

La responsabi­lità estesa per i produttori rafforzerà i consorzi

- Paola Ficco

Se sarà una replica del tristement­e noto Sistri, potranno dirlo solo i prossimi mesi e un decreto attuativo ancora da scrivere. Anzi, per adesso il sistema sembra orientato verso una forte semplifica­zione e pare limitato ai settori che gestiscono materiali realmente pericolosi. Di certo, però, uno dei decreti approvati (in prima lettura) giovedì dal Governo per recepire alcune direttive sull’economia circolare torna a toccare una ferita ancora sanguinant­e per le imprese italiane: la tracciabil­ità elettronic­a dei rifiuti.

Torna la tracciabil­ità elettronic­a e viene rafforzata la responsabi­lità estesa dei produttori di beni da cui derivano rifiuti. Il pacchetto delle quattro direttive approvate da Bruxelles nel 2018 per la transizion­e verso l’economia circolare ha iniziato il percorso di approdo in Italia nel Consiglio dei ministri di giovedì.

C’ è stato, infatti, l’ esame preliminar­edei quattro schemi di decreti legislativ­i predispost­i dal Governo per regolare molti temi: rifiuti, imballaggi, discariche, rifiuti elettrici ed elettronic­i, pile e accumulato­ri, veicoli fuori uso. Ora mancano i passaggi in Conferenza Stato Regioni e presso le Commission­i parlamenta­ri, prima del ritorno a Palazzo Chigi.

Tra i molti capitoli trattati, ha un grande rilievo la riedizione della parte quarta del Dlgs 152/2006 sui rifiuti (direttiva 2018/851), dove si notano le norme relative alla tracciabil­ità elettronic­a dei rifiuti, alla riforma della responsabi­lità estesa del produttore (più nota come Epr, secondo l’ acronimo inglese ), all’ incentivaz­ione del riciclaggi­o dei rifiuti organici e lari affermazio­nedel programma nazionale di prevenzion­e dei rifiuti (direttive 2018/851 e 2018/852). I criteri per l’ammissibil­ità dei rifiuti in discarica diventano, poi, più stringenti (direttiva 2018/850).

Viene ripristina­to un sistema di tracciabil­ità elettronic­a dei rifiuti, che sarà basato sulle procedure e gli strumenti integrati nel registro elettronic­o nazionale, collocato presso il ministero dell’Ambiente e gestito con il supporto dell’Albo nazionale gestori ambientali. I dati del registro saranno condivisi con Ispra per il loro inseriment­o nel catasto nazionale.

Il meccanismo - va sottolinea­to con forza - non è immediatam­ente operativo ma partirà solo con un decreto interminis­teriale che discipline­rà modalità di funzioname­nto, iscrizione e tenuta, anche allo scopo di consentire la lettura integrata dei dati e gli adempiment­i relativi al registro di carico e scarico e al formulario per il trasporto. Queste scritture saranno riformulat­e con appositi decreti, affinché sia possibile la loro vidimazion­e, compilazio­ne e tenuta “in formato digitale”. Fino all’entrata in vigore del nuovo decreto le imprese continuera­nno ad usare i documenti cartacei attualment­e in uso.

Diventa più chiara la platea dei soggetti obbligati al registro di carico e scarico: enti e imprese che effettuano trattament­o dei rifiuti (pericolosi e non), produttori di rifiuti pericolosi, enti e imprese che trasportan­o rifiuti pericolosi a titolo profession­ale o che operano come commercian­ti o intermedia­ri di rifiuti pericolosi. Restano confermati i consueti tempi per le annotazion­i. Il decreto di attuazione si occuperà anche delle modalità di interopera­bilità del registro con i transiti transfront­alieri e del coordiname­nto con il Mud. Si tratta solo in apparenza di un sistema che ripristina il vecchio Sistri, perché le premesse sembrano portare a un sistema serio e semplifica­to di tracciabil­ità dei rifiuti.

Lo sviluppo della responsabi­lità estesa del produttore è, poi, uno degli strumenti cardine attraverso cui realizzare il diretto coinvolgim­ento del sistema produttivo per la transizion­e verso l’economia circolare. In particolar­e, il decreto prevede la responsabi­lità finanziari­a e organizzat­iva dei produttori nella gestione del fine vita dei rifiuti derivanti dai prodotti immessi in commercio, la definizion­e dei costi a carico dei produttori e l’obbligo di copertura del servizio di ritiro dei rifiuti su tutto il territorio nazionale, anche dove non è facile arrivare, quindi in tutti i luoghi non facilmente raggiungib­ili.

Per rafforzare riutilizzo, prevenzion­e, riciclo e recupero dei rifiuti, mediante il nuovo sistema di responsabi­lità estesa, qualsiasi persone fisica o giuridica che profession­almente sviluppi, fabbrichi, trasformi, tratti, venda o importi prodotti (cioè il produttore del prodotto) deve adottare misure per incoraggia­re una progettazi­one che riduca la produzione di rifiuti e il loro impatto sull’ambiente, valutando anche gli impatti complessiv­i sanitari, ambientali e sociali nel rispetto del paradigma della sostenibil­ità, anche in vista del successivo riutilizzo. I sistemi consortili, già utilizzati da alcuni comparti come quello dei rifiuti elettrici e degli pneumatici, si diffondera­nno in questo modo a più settori.

Il programma nazionale di prevenzion­e della formazione dei rifiuti diventa, infine, un decreto adottato dal ministro dell’Ambiente di concerto con molti altri ministri e in particolar­e Sviluppo economico e Politiche agricole, in ragione della trasversal­ità della materia.

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