Verso inasprimento delle restrizioni per la zona gialla
Si pensa a una zona arancione. La Lombardia valuta se dedicare quasi tutto il sistema ospedaliero. Positivi questore e prefetto di Bergamo. Verso estensione limitata della zona rossa
Emergenza.
Potrebbe arrivare già oggi il provvedimento del Governo che istituisce nella bergamasca, in Lombardia, una nuova zona rossa limitata ad Alzano e Nembro. Mentre Cremona, dove i casi sono in aumento, resta al momento sotto osservazione. La stretta contenuta in un nuovo Dpcm potrebbe anche irrigidire di nuovo le misure per la zona gialla, a partire da alcune aree della Lombardia che diventerebbero di fatto zone «arancioni».
Nel frattempo, per gestire l’emergenza coronavirus, la Regione Lombardia sta valutando di “invertire” il modello sanitario che finora si era dato. Considerando la crescita dei contagi, non ci saranno più alcuni ospedali dedicati al virus, ma tutto il sistema sanitario (composto da circa 145 strutture) sarà dedicato alla gestione della malattia, ad eccezione di quei pochi ospedali specializzati dove si concentreranno le altre patologie e le altre urgenze, tra cui la cardiochirurgia e l’ortopedia. Il 90% lavorerà dunque per l’emergenza del Covid-19.
Una decisione giustificata dai numeri forniti dalla Protezione civile e da Palazzo Lombardia. I contagiati in Lombardia sono 2.612 (con 361 casi in più), i ricoverati sono 1.622 e 309 in terapia intensiva. I decessi sono 135. Il 36% dei contagiati ha oltre 75 anni, il 20% ha tra i 65 e i 74 anni, il 25% tra i 50 e i 64, il 17% tra i 25 e i 49 anni mentre l’1% tra 18 e 24 anni e l’1% meno di 18 anni. Il problema è costituito dalla necessità crescente di terapie intensive, per cui il sistema sanitario non era preparato. Ora ci sono almeno 900 posti letto, a cui si possono aggiungere i circa 160 del settore privato. Ma la gestione non è semplice: si ricavano continuamente posti da altri reparti e dalle sale operatorie. Un lavoro senza sosta.
Ecco intanto il bilancio italiano. I casi di coronavirus SarsCoV2 in Italia aumentano, ma in modo più contenuto, e se questo andamento si ripeterà anche nei prossimi giorni potrebbe essere un segnale decisamente positivo. Il bilancio più recente di 3.916 casi indica una differenza di 620 rispetto al giorno precedente. In Lombardia evidentemente la diffusione è superiore ( anche il Questore e il Prefetto di Bergamo sono risultati positivi) , oltre la metà dei casi nazionali si concentra qui , dove, come spiega l’assessore al Welfare Giulio Gallera, «si è sviluppata con una velocità fulminea. Questo - ha detto - dà la dimensione del fenomeno che il sistema sanitario lombardo si è trovato a fronteggiare. Abbiamo fatto uno sforzo gigantesco di uomini e di donne che lavorano 24 ore su 24 per dare una risposta ai cittadini». La situazione preoccupante, oltre alla zona rossa del lodigiano, è quella della bergamasca, dove si potrebbe andare già oggi alla creazione di una nuova zona rossa a Alzano e Nembro, due paesi della Val Seriana. La Regione Lombardia lo ha chiesto a gran voce e anche l’Iss è andato in questa direzione alla luce dei casi (623 in tutto, 86 casi in più in un giorno).
Il problema centrale è la crescente necessità di terapie intensive, cui il sistema sanitario non era preparato