Aiuti di Stato, la Ue valuta un allentamento delle regole
Tra le misure da discutere all’Eurogruppo del 16 anche un coinvolgimento della Bei
A dieci giorni dalla prossima riunione dei ministri delle Finanze della zona euro, quando i dirigenti nazionali verranno chiamati a fare il punto della situazione sulla scia dell’epidemia influenzale che sta colpendo l’Europa, si precisano le misure che potrebbero essere prese per aiutare l’economia. Al di là di concedere una certa flessibilità di bilancio, tra gli strumenti a disposizione della Commissione europea vi è la possibilità di autorizzare temporaneamente aiuti di Stato in specifici settori.
«Stiamo lavorando insieme alla Commissione europea su una lista di misure che potrebbero essere prese in maniera coordinata tra i Paesi membri», spiegava ieri a Bruxelles un funzionario europeo. «Bisogna tenere conto di due fattori. Da un lato, l’elevato livello di incertezza relativo agli sviluppi dell’economia; e dall’altro la necessità di alcune imprese e di alcuni settori di avere sostegno alla liquidità». Le discussioni nell’esecutivo comunitario sono ancora a uno stadio preliminare.
La Commissione europea ha creato all’inizio di questa settimana un gruppo di lavoro tutto dedicato all’epidemia influenzale, che raggruppa cinque commissari: Janez Lenarčič (gestione delle crisi), Stella Kyriakides (salute), Ylva Johansson (affari interni), Adina Vălean (trasporti) e Paolo Gentiloni (economia). Sono chiamati a lavorare insieme in tre campi: gli aspetti sanitari, la mobilità, e naturalmente la situazione economica. L’obiettivo è di mettere a punto una risposta europea.
Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la Commissione dovrebbe presentare entro il 16 marzo, data in cui è fissata una nuova riunione dell’Eurogruppo, una serie di misure, alcune delle quali comunitarie, altre invece che i governi nazionali potrebbero utilizzare a seconda della loro specifica situazione economica. Sul fronte comunitario, in discussione è l’utilizzo della Banca europea degli investimenti così come dei vari fondi europei, a iniziare da quello dedicato alle emergenze.
Bruxelles potrebbe anche discutere e optare per autorizzazioni temporanee ad aiuti di Stato in alcuni settori per permettere tra le altre cose ai governi di eventualmente posticipare le scadenze fiscali delle imprese senza essere accusati di violare le regole comunitarie sulla libera concorrenza. Una portavoce della Commissione spiegava ieri che Bruxelles «è pronta a lavorare con gli Stati membri perché possibili misure possano essere messe in atto in modo tempestivo e secondo le regole europee».
La riunione straordinaria dei ministri delle Finanze di mercoledì scorso ha messo in luce le diverse situazioni nazionali. L’Italia è certamente il Paese più in difficoltà da un punto di vista economico, fosse solo perché l’elevato debito pubblico non le dà margini di manovra. Anche per questo motivo, i Paesi della zona euro stanno riflettendo per ora su azioni mirate, temporanee e specifiche più che su misure di rilancio dell’economia su larga scala.
Naturalmente, a questo pacchetto si aggiunge la possibilità di deviare dalla prevista traiettoria dei conti pubblici, già ammessa ufficialmente. La clausola delle circostanze eccezionali, prevista dal Patto di Stabilità, non contiene limiti numerici, ma precisa che non si deve mettere in pericolo la sostenibilità di bilancio.
Al pacchetto si aggiunge la flessibilità nei conti pubblici già prevista dal Patto di stabilità