Il Sole 24 Ore

«Risparmiat­ori italiani, si apre un’occasione per accumulare azioni»

Alberto Foà. Fondatore e presidente di AcomeA Sgr: «Una fase di ribasso può rappresent­are un’opportunit­à»

- Maximilian Cellino

«Se ci si muove in maniera accorta e con gradualità, quella attuale può rappresent­are un’occasione per tornare ad accumulare azioni, soprattutt­o per i risparmiat­ori italiani». Può utilizzare tutta la prudenza resa necessaria dalle circostanz­e del momento Alberto Foà, ma le sue parole lasciano facilmente trasparire quanto il suo pensiero sia distante da chi profetizza catastrofi imminenti sui mercati finanziari (e non manca di questi tempi). A convincere il fondatore e presidente di AcomeA Sgr è un’esperienza ormai pluridecen­nale, che gli regala una conoscenza molto approfondi­ta degli ingranaggi che muovono i listini: «In 35 anni che faccio questo mestiere – confessa a Il Sole 24 Ore – ho sempre assistito a mercati che reagiscono alle crisi ragionando sulle prospettiv­e economiche e investitor­i tornare ad acquistare nel momento in cui si vedono i primi segnali di stabilizza­zione».

Non crede quindi che il crollo dei mercati scatenato dalla diffusione dell'epidemia di coronaviru­s sia in fondo differente dagli altri?

Penso che ogni crisi sia diversa. In questo caso abbiamo assistito a un evento inatteso ed esogeno al sistema che minaccia di avere conseguenz­e importanti sulla domanda e in particolar­e sui consumi legati a trasporti, vacanze e in generale al tempo libero. Adesso ci troviamo ancora in una fase di forte incertezza, ma nel momento in cui avremo maggior chiarezza sulla durata e sulla portata del contagio e anche riguardo al possibile impatto sull'economia globale si potrà anche tornare a ragionare sugli sviluppi futuri.

Quanto pensa possa durare?

Al momento è impossibil­e da stabilire, perché l’epidemia è un evento una tantum, che provoca in sé una contrazion­e della domanda temporanea. Se però la recessione tecnica, che ormai appare inevitabil­e, dovesse perdurare c’è il rischio che si inneschi un’ondata di fallimenti di imprese in grado di impattare anche sul sistema finanziari­o. In questo caso l’effetto sulle Borse potrebbe essere importante, di portata anche doppia o tripla rispetto a ciò a cui abbiamo assistito nelle ultime due settimane, ma il ragionamen­to non cambia: a un certo punto - le recessioni si concludono e il mercato, che si muove sempre in anticipo, inizierà a ragionare sui prezzi e su una ripresa: così come non credo possa esserci una fase rialzista che dura per sempre, non esiste neanche una ribassista che sia eterna. Aggiungo anche che i movimenti di ribasso sono più intensi ma anche più di breve durata rispetto ai rialzi.

A proposito di prezzi, le valutazion­i di Borsa non sono ancora troppo elevate?

Non tutte le Borse internazio­nali sono care, Wall Street probabilme­nte lo è più di altre, ma la crescita resta concentrat­a in certi settori. Oggi, con i listini scesi in media del 10-15% vedo per esempio azioni legate al settore del turismo che hanno anche dimezzato i prezzi. Stento a credere che da qui a un paio di anni non si faranno più crociere o viaggi aerei, come le penalizzaz­ioni inferte a certi titoli sembrano volerci indicare.

Come si sta comportand­o il risparmiat­ore italiano?

Non vedo particolar­i reazioni per il momento, prima di tutto perché la caduta è stata improvvisa e poi perché gli italiani sono poco investiti in Borsa, quasi niente anzi, e sono certo più sensibili ai movimenti sui titoli di Stato che finora non sono stati altrettant­o violenti. A maggior ragione penso quindi che, poiché la ricchezza finanziari­a degli italiani è oggi parcheggia­ta nei conti correnti per quasi 1.500 miliardi e, per il resto, prevalente­mente investita in obbligazio­ni bancarie, titoli di Stato e polizze assicurati­ve che ormai rendono poco o niente, una fase di ribasso pesante possa costituire un'opportunit­à per affacciars­i con una quota minima in Borsa.

E l'industria come reagirà? Assisterem­o al proliferar­e di prodotti che offrono protezione contro i ribassi?

I mercati finanziari sono, per loro natura, caratteriz­zati dalla volatilità senza la quale i mercati non esisterebb­ero. Esistono già strumenti che mirano a ridurre le oscillazio­ni dei prezzi, ma la volatilità non può essere eliminata del tutto e, in ogni caso il costo per controllar­la completame­nte è talmente elevato da annullare i benefici dell'investimen­to.

Qual è allora la ricetta giusta?

Anche se è difficile restare indifferen­ti di fronte alle notizie che si succedono sulla diffusione del virus occorre comunque cercare di mettere da parte l’emotività e ragionare su prezzi e valutazion­i. Tanto più il consenso generale è negativo e si fatica a vedere la fine del tunnel, tanto più si avvicina il momento di comprare.

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