Calcio, la serie A conta i danni: già persi 40 milioni
Se tutte le gare verranno disputate a porte chiuse oneri per 115-160 milioni Figc e Leghe hanno chiesto al Governo un sostegno pubblico per il settore
La serie A fa i conti con l’emergenza coronavirus e vede sfumare 40 milioni di euro. Non solo. Nello scenario in cui tutte le gare verranno disputate a porte chiuse, gli oneri potrebbero salire fino a 160 milioni.
La Serie A riparte domani recuperando le partite rinviate nello scorso weekend, tra cui il derby d’Italia Juventus-Inter. Gli spalti però saranno vuoti. E lo rimarranno (almeno) fino al prossimo 3 aprile.
La Figc si è infatti adeguata all’ordine del Governo che ha imposto lo svolgimento a porte chiuse di tutte le manifestazioni sportive (ieri il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha auspicato la trasmissione in chiaro dei match di A ). Serie A, Be C, dopo essersi mosse in ordine sparso e talvolta contr addito ria mente nelle scorse settimane, dovranno quindi rinunciare al pubblico.
Una scelta ineluttabile per ridurre il più possibile il contagio derivante dal Covid-19, che produrrà tuttavia danni ingenti dal punto di vista economico per i mancati incassi al botteghino. L’impatto negativo sui conti dei club, peraltro, se in termini assoluti sarà maggiore per le società del massimo campionato, si avvertirà soprattutto sulle categorie minori che scontano l’assenza di rilevanti introiti alternativi da diritti tv e dall’area commerciale.
La stima delle perdite
Se l’obbligo di giocare a porte chiuse dovesse scadere entro la data stabilita dal decreto del Presidente del Consiglio del 4 marzo scorso - includendo circa tre giornate dei vari tornei - i “danni collaterali da Coronavirus” per tutto il calcio tricolore sarebbero contenuti in circa 40 milioni (il solo derby d’Italia ne valeva da solo circa 6).
Ma se la situazione dovesse peggiorare, costringendo le 100 società professionistiche a disputare tutte le gare a porte chiuse da qui a fine stagione, per Serie A, Be C si potrebbe arrivare a un conto più salato con una perdita da entrate da stadio tra i 115 e i 160 milioni (considerando anche i ricavi europei). In particolare, la Serie A nella scorsa stagione ha registrato ricavi da stadio per 302 milioni, la Cadetteria per 20 milioni e i 60 club partecipanti ai tre gironi della Lega Pro per 12 milioni. Mediamente significa che la Serie A (che peraltro quest’anno stava accumulando un afflusso record agli impianti) perde per ogni giornata senza pubblico circa 8 milioni, la Serie B 500 mila euro e la Serie C (quest’anno con presenze allo stadio in crescita del 63%) circa 300mila.
Giocare senza spettatori il resto dei tornei (mancano una dozzina di giornate) potrebbe costare perciò circa 105 milioni per la Serie A, 6 milioni per la B e 4 per la Serie C. Inoltre, alle 5 squadre italiane che stanno disputando le Coppe europee, già costrette a pagare il conto più salato sul fronte nazionale, un eventuale estensione dell'interdizione al pubblico in ambito Uefa potrebbe costare fino a 45 milioni di mancati incassi. Nei giorni scorsi su indicazione del governo spagnolo sono stati chiusi precauzionalmente gli stadi del Valencia e del Getafe che ospiteranno Atalanta e Inter, mentre la Roma affronterà il Siviglia in un Olimpico deserto il prossimo 19 marzo per gli ottavi di Europa league. Per la Juve, un big match come un quarto di finale o la semifinale Champions, può valere più di 5 milioni.
Indennizzo pubblico
A fronte di questi sacrifici, Figc e Leghe hanno chiesto al Governo di riconoscere anche al settore calcio un sostegno pubblico. Il Presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli ha sollevato, ad esempio, il problema degli adempimenti ai quali i club di Serie C saranno chiamati a rispondere per il bimestre gennaio-febbraio 2020. Entro il 16 marzo infatti, oltre alla corresponsione degli emolumenti ai tesserati, dovrà essere documentato l’avvenuto pagamento delle ritenute Irpef, dei contributi Inps e del Fondo Fine Carriera. In tale ottica, Ghirelli ha sollecitato l’assegnazione di un contributo o uno sgravio fiscale per consentirebbe una boccata di ossigeno alle società di Serie C. Ma analogamente si può fare lo stesso discorso per i club di B o per i club professionistici di basket.
Il calcio genera un gettito di oltre un miliardo all’anno (200 milioni dalle sole scommesse sportive). Restituire a questo comparto industriale una quota non sottrarrebbe fondi alla collettività.