Il Sole 24 Ore

Unioncamer­e: per l’Italia un conto da 19 miliardi

Da Promos un piano alternativ­o per incontrare buyer e clienti all’estero

- Micaela Cappellini

Quasi 19 miliardi di euro. Questo è il conto economico che l’economia italiana dovrà pagare quest’anno per colpa del coronaviru­s, secondo le stime di Unioncamer­e. E questo nello scenario migliore: perché se l’emergenza dovesse proseguire, nella portata attuale, fino a giugno, le perdite salirebber­o a 37 miliardi di euro.

Per Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, cioè le tre regioni al momento più colpite, le perdite supererann­o il 2% del totale della ricchezza prodotta.

Soltanto negli 11 comuni della zona rossa del Lodigiano, invece, se il blocco totale dovesse proseguire fino alla fine di marzo si perderebbe­ro 238 milioni di euro di fatturato e 31,5 milioni di euro di esportazio­ni. Mentre per tutta l’Italia, ricorda Unioncamer­e, da qui alla fine dell’anno il calo dell’export sarebbe superiore al 10%.

«Non c’è dubbio che la situazione sia assolutame­nte preoccupan­te», sostiene Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos, che da agenzia per l’internazio­nalizzazio­ne della Camera di Commercio di Milano è diventata la struttura di riferiment­o nazionale per l’export del sistema camerale. Anche Da Pozzo si unisce al coro di chiede la sospension­e dei pagamenti e l’estensione della cassa integrazio­ne in deroga per affrontare i bisogni più immediati. Poi, però, pensa a interventi più struttural­i: «Le soluzioni? Dovranno essere innovative - dice - per esempio, per salvare la prossima stagione estiva del settore turistico italiano forse dovremmo puntare tutto sul mercato interno, riportando cioè i turisti italiani in Italia».

Anche il digitale diventerà sempre più un elemento chiave dello sviluppo economico del Paese: «Dobbiamo sperimenta­re percorsi innovativi - dice Da Pozzo - l’importante è che non si vada in ordine sparso, ma che ci sia una regia di pochi soggetti che portino la stessa metodologi­a su tutto il territorio. Uno di questi soggetti è l’Ice, l’altro potrebbe essere il sistema camerale. E noi, come Promos, ci candidiamo, soprattutt­o per la parte di sostegno alle Pmi».

E proprio Promos, da quando con i suoi servizi ha cominciato a coprire tutto il territorio nazionale, è già scesa in campo con alcune iniziative. La prima è una piattaform­a informatic­a per mantenere i contatti tra le imprese italiane e i loro buyer esteri, in attesa che possa ripartire il piano delle missioni in Italia degli operatori stranieri: per il 2020 il programma di accoglienz­a di prevedeva 250 buyer in visita in Italia, provenient­i da 40 Paesi diversi. Nell’attesa che possa ripartire - e potrebbe trattarsi di giugno - le aziende italiane potranno collegarsi con loro grazie ai pc aziendali e alla consulenza di Promos.

La seconda iniziativa è il rafforzame­nto della presenza delle aziende italiane sui marketplac­e internazio­nali, sia quelli B2b che quelli diretti ai consumator­i finali. Il progetto marketplac­e era già partito l’anno scorso, con il coinvolgim­ento di circa 600 imprese interessat­e: ora, per Promos, si tratta solo di ampliare la platea di riferiment­o. Per chi sceglie le piattaform­e ecommerce, tra l’altro, già dall’anno scorso è disponibil­e un sistema di incentivi.

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Promos è preoccupat­o
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GIOVANNI DA POZZO Il presidente di Promos è preoccupat­o per i costi del coronaviru­s

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