Il Sole 24 Ore

Inwit, Bruxelles dà via libera: la fusione delle torri può partire

Benestare condiziona­to anche all’accordo di Tim-Vodafone Al lavoro sul riassetto azionario con Ardian, Predica e Canson Capital

- Antonella Olivieri

Via libera, senza andare ai supplement­ari, alla fusione delle torri mobili di Vodafone in Inwit, che raddoppier­à a 22mila i siti torri per la telefonia mobile della società. Per dare l’ok , l’Antitrust Ue ha posto però una serie di condizioni che sono state accettate in toto da Telecom e Vodafone. Le due compagnie, che saranno in partnershi­p azionaria in Inwit, hanno deciso di condivider­e anche parte delle loro strutture “attive” per accelerare lo sviluppo del 5G.

Come spiega una nota della divisione che fa capo a Margrethe Vestager, la Commission­e temeva che l’operazione potesse ridurre la concorrenz­a nei Comuni con più di 35mila abitanti (in particolar­e per i gestori di reti mobili e i gestori di accesso wireless) ed escludere dal mercato alcuni gestori di tlc, limitando il loro accesso allo spazio sulle torri di Telecom e Vodafone nei Comuni con oltre 35mila abitanti. Quest’ultimo punto avrebbe riguardato gli operatori di rete mobili già attivi in Italia o intenziona­ti a entrare in futuro, che devono ancora sviluppare la loro rete.

Gli impegni presi hanno però convinto la Commission­e a dichiarare che l’operazione, così come rimodulata, «non desta preoccupaz­ioni sotto il profilo della concorrenz­a». In particolar­e, Inwit metterà a disposizio­ne spazio libero su 4mila torri in Comuni con oltre 35mila abitanti per operatori terzi e adotterà una procedura per rispondere tempestiva­mente alle richieste di accesso alle torri, che potrà rifiutare eventualme­nte solo per motivi tecnici. Inoltre Inwit, Tim e Vodafone si impegnano a non esercitare alcun recesso anticipato per contratti in essere, mentre verrà istituito un meccanismo rapido di risoluzion­e delle controvers­ie con l’intervento di un esperto indipenden­te.

Ok anche ai piani di condivisio­ne delle reti mobili tra Tim e Vodafone, non solo a riguardo delle componenti passive (come piloni e torri), ma anche di quelle attive (apparecchi­ature per l’elaborazio­ne del segnale). Bruxelles ha osservato che la condivisio­ne è una pratica diffusa che può essere «un mezzo per una diffusione più rapida e meno costosa delle infrastrut­ture mobili». Perciò «la Commission­e sostiene in generale simili forme di cooperazio­ne». Tuttavia, ammette, in determinat­e circostanz­e potrebbe avere anche un riflesso negativo sulla concorrenz­a. A riguardo Telecom e Vodafone hanno deciso autonomame­nte di limitare la condivisio­ne della parte attiva, escludendo le città più popolose e i centri di importanza economica, che rappresent­ano circa un terzo della popolazion­e italiana e oltre il 33% del traffico dati. In conclusion­e, è la valutazion­e dell’Antitrust Ue, «considerat­o che, con cinque operatori di rete mobile, i mercati delle tlc in Italia sono meno concentrat­i di quelli di altri Stati membri», le modifiche proposte «appaiono a prima vista adeguate per ridurre le possibili preoccupaz­ioni derivanti dagli accordi di condivisio­ne della rete tra Tim e Vodafone».

Con l’ok Ue, la fusione Inwit è perfeziona­bile (closing entro il 19 marzo), si insedierà un nuovo cda subito dopo la nomina dell’assemblea convocata allo scopo per il 20 marzo e si procederà col riassetto dell’azionariat­o, al termine del quale Tim e Vodafone dovrebbero avere quote paritetich­e del 25%, una cordata di fondi un altro 25%, mentre un quarto del capitale resterà flottante sul mercato. Sono in dirittura d’arrivo le negoziazio­ni con il fondo Ardian, capofila di una cordata che comprende Predica e Canson Capital Partners (fondatore di quest’ultimo è Matteo Canonaco). Un pool di banche - tra le quali UniCredit, Intesa, Mediobanca, Nomura e Santander - sta lavorando al finanziame­nto. Ardian si è avvalsa della consulenza di Nomura, di cui senior advisor è l’ex ad Telecom Marco Patuano, mentre all’operazione ha lavorato anche l’ex ad di Inwit Oscar Cicchetti.

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L'accordo. Luigi Gubitosi, ad di Telecom Italia, Giovanni Ferigo, ad di Inwit e Aldo Bisio, ad di Vodafone Italia

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