Inwit, Bruxelles dà via libera: la fusione delle torri può partire
Benestare condizionato anche all’accordo di Tim-Vodafone Al lavoro sul riassetto azionario con Ardian, Predica e Canson Capital
Via libera, senza andare ai supplementari, alla fusione delle torri mobili di Vodafone in Inwit, che raddoppierà a 22mila i siti torri per la telefonia mobile della società. Per dare l’ok , l’Antitrust Ue ha posto però una serie di condizioni che sono state accettate in toto da Telecom e Vodafone. Le due compagnie, che saranno in partnership azionaria in Inwit, hanno deciso di condividere anche parte delle loro strutture “attive” per accelerare lo sviluppo del 5G.
Come spiega una nota della divisione che fa capo a Margrethe Vestager, la Commissione temeva che l’operazione potesse ridurre la concorrenza nei Comuni con più di 35mila abitanti (in particolare per i gestori di reti mobili e i gestori di accesso wireless) ed escludere dal mercato alcuni gestori di tlc, limitando il loro accesso allo spazio sulle torri di Telecom e Vodafone nei Comuni con oltre 35mila abitanti. Quest’ultimo punto avrebbe riguardato gli operatori di rete mobili già attivi in Italia o intenzionati a entrare in futuro, che devono ancora sviluppare la loro rete.
Gli impegni presi hanno però convinto la Commissione a dichiarare che l’operazione, così come rimodulata, «non desta preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza». In particolare, Inwit metterà a disposizione spazio libero su 4mila torri in Comuni con oltre 35mila abitanti per operatori terzi e adotterà una procedura per rispondere tempestivamente alle richieste di accesso alle torri, che potrà rifiutare eventualmente solo per motivi tecnici. Inoltre Inwit, Tim e Vodafone si impegnano a non esercitare alcun recesso anticipato per contratti in essere, mentre verrà istituito un meccanismo rapido di risoluzione delle controversie con l’intervento di un esperto indipendente.
Ok anche ai piani di condivisione delle reti mobili tra Tim e Vodafone, non solo a riguardo delle componenti passive (come piloni e torri), ma anche di quelle attive (apparecchiature per l’elaborazione del segnale). Bruxelles ha osservato che la condivisione è una pratica diffusa che può essere «un mezzo per una diffusione più rapida e meno costosa delle infrastrutture mobili». Perciò «la Commissione sostiene in generale simili forme di cooperazione». Tuttavia, ammette, in determinate circostanze potrebbe avere anche un riflesso negativo sulla concorrenza. A riguardo Telecom e Vodafone hanno deciso autonomamente di limitare la condivisione della parte attiva, escludendo le città più popolose e i centri di importanza economica, che rappresentano circa un terzo della popolazione italiana e oltre il 33% del traffico dati. In conclusione, è la valutazione dell’Antitrust Ue, «considerato che, con cinque operatori di rete mobile, i mercati delle tlc in Italia sono meno concentrati di quelli di altri Stati membri», le modifiche proposte «appaiono a prima vista adeguate per ridurre le possibili preoccupazioni derivanti dagli accordi di condivisione della rete tra Tim e Vodafone».
Con l’ok Ue, la fusione Inwit è perfezionabile (closing entro il 19 marzo), si insedierà un nuovo cda subito dopo la nomina dell’assemblea convocata allo scopo per il 20 marzo e si procederà col riassetto dell’azionariato, al termine del quale Tim e Vodafone dovrebbero avere quote paritetiche del 25%, una cordata di fondi un altro 25%, mentre un quarto del capitale resterà flottante sul mercato. Sono in dirittura d’arrivo le negoziazioni con il fondo Ardian, capofila di una cordata che comprende Predica e Canson Capital Partners (fondatore di quest’ultimo è Matteo Canonaco). Un pool di banche - tra le quali UniCredit, Intesa, Mediobanca, Nomura e Santander - sta lavorando al finanziamento. Ardian si è avvalsa della consulenza di Nomura, di cui senior advisor è l’ex ad Telecom Marco Patuano, mentre all’operazione ha lavorato anche l’ex ad di Inwit Oscar Cicchetti.