Viminale: evitare il blocco dell’economia
L’indicazione dell’Interno: serve «un dialogo costante con imprese e lavoratori».
Prefetti, fate di tutto per salvare l’economia nelle zone rosse. Sull’emergenza coronavirus l’ultima circolare del ministero dell’Interno, guidato da Luciana Lamorgese, firmata il 5 marzo, ha inserito un richiamo esplicito al «costante dialogo» che «deve essere mantenuto» dai rappresentanti di governo «con le parti sociali rappresentative dei lavoratori e delle categorie produttive». Non è affatto un passaggio rituale. Per tradizione consolidata i prefetti svolgono un ruolo di mediazione nei conflitti aziendali. Ma adesso, tra le altre, hanno una missione strategica e prioritaria: scongiurare a tutti i costi il crollo di un sistema produttivo locale messo in ginocchio, se non a terra, dalla diffusione dell’epidemia.
Osserva Laura Lega, prefetto di Firenze e segretario generale Anfaci (associazione nazionale funzionari amministrazione civile): «È un tema delicatissimo. Dobbiamo evitare una crisi strutturale del sistema economico. Affrontare l’applicazione e il rispetto delle restrizioni con un sano pragmatismo. E guardare sempre agli effetti della nostra azione di coordinamento». L’incubo è il blocco delle produzioni. Fin troppo facile immaginare le conseguenze tragiche, i segnali sono già incessanti. Ogni prefetto, non soltanto nelle zone rosse, ha attivato subito i contatti con i suoi referenti economici: i rappresentanti di Confindustria e delle altre associazioni d’impresa, dei sindacati, le organizzazioni di categoria, i referenti delle imprese più importanti. «Ogni territorio ha le sue caratteristiche specifiche e bisogna saperlo “leggere” nelle sue esigenze. Ma è indubbio che le misure adottate possono essere adattate in base alle esigenze specifiche - spiega il segretario generale Anfaci - sempre nell’assoluto rispetto della legge di cui siamo i primi garanti sul territorio». Il prefetto si riferisce «innanzitutto ai servizi essenziali: è indispensabile la copertura del loro funzionamento e va messa in atto ogni azione necessaria per assicurarlo». Ma la vita delle imprese sul territorio si fonda anche su processi consolidati ora, però, non più scontati con le misure di prevenzione. Il movimento merci, tanto per fare un esempio, le consegne, i trasporti di lavoratori. I prefetti di Lodi e Padova, ma anche tutti gli altri, hanno dovuto mettere subito sotto cooordinamento e controllo le eventuali criticità: «Il costante dialogo» raccomandato ai colleghi dalla circolare firmata dal capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, si è dimostrato un impegno concreto e inevitabile. Molti prefetti, peraltro, sono in quarantena, in via precauzionale e non, almeno una decina e non solo quelli in sede come i già noti Elisabetta Margiacchi (Bergamo) e Attilio Visconti (Brescia). Ma nonostante l’isolamento negli alloggi di servizio continuano il loro lavoro.
«C’è una catena di valori che dobbiamo garantire e rappresentare. L’economia è una delle nostre priorità - sottolinea Laura Lega - se poi diventa necessario modulare deroghe alle disposizioni generali per salvaguardare la vita delle imprese e dei lavoratori, laddove possibile lo faremo di certo. Siamo un punto di snodo e di coordinamento tra le amministrazioni, dobbiamo avere la massima attenzione. La nostra parola d’ordine è anche un appello per tutti: responsabilità e fiducia».