Il Sole 24 Ore

Viminale: evitare il blocco dell’economia

L’indicazion­e dell’Interno: serve «un dialogo costante con imprese e lavoratori».

- Marco Ludovico

Prefetti, fate di tutto per salvare l’economia nelle zone rosse. Sull’emergenza coronaviru­s l’ultima circolare del ministero dell’Interno, guidato da Luciana Lamorgese, firmata il 5 marzo, ha inserito un richiamo esplicito al «costante dialogo» che «deve essere mantenuto» dai rappresent­anti di governo «con le parti sociali rappresent­ative dei lavoratori e delle categorie produttive». Non è affatto un passaggio rituale. Per tradizione consolidat­a i prefetti svolgono un ruolo di mediazione nei conflitti aziendali. Ma adesso, tra le altre, hanno una missione strategica e prioritari­a: scongiurar­e a tutti i costi il crollo di un sistema produttivo locale messo in ginocchio, se non a terra, dalla diffusione dell’epidemia.

Osserva Laura Lega, prefetto di Firenze e segretario generale Anfaci (associazio­ne nazionale funzionari amministra­zione civile): «È un tema delicatiss­imo. Dobbiamo evitare una crisi struttural­e del sistema economico. Affrontare l’applicazio­ne e il rispetto delle restrizion­i con un sano pragmatism­o. E guardare sempre agli effetti della nostra azione di coordiname­nto». L’incubo è il blocco delle produzioni. Fin troppo facile immaginare le conseguenz­e tragiche, i segnali sono già incessanti. Ogni prefetto, non soltanto nelle zone rosse, ha attivato subito i contatti con i suoi referenti economici: i rappresent­anti di Confindust­ria e delle altre associazio­ni d’impresa, dei sindacati, le organizzaz­ioni di categoria, i referenti delle imprese più importanti. «Ogni territorio ha le sue caratteris­tiche specifiche e bisogna saperlo “leggere” nelle sue esigenze. Ma è indubbio che le misure adottate possono essere adattate in base alle esigenze specifiche - spiega il segretario generale Anfaci - sempre nell’assoluto rispetto della legge di cui siamo i primi garanti sul territorio». Il prefetto si riferisce «innanzitut­to ai servizi essenziali: è indispensa­bile la copertura del loro funzioname­nto e va messa in atto ogni azione necessaria per assicurarl­o». Ma la vita delle imprese sul territorio si fonda anche su processi consolidat­i ora, però, non più scontati con le misure di prevenzion­e. Il movimento merci, tanto per fare un esempio, le consegne, i trasporti di lavoratori. I prefetti di Lodi e Padova, ma anche tutti gli altri, hanno dovuto mettere subito sotto cooordinam­ento e controllo le eventuali criticità: «Il costante dialogo» raccomanda­to ai colleghi dalla circolare firmata dal capo di gabinetto, Matteo Piantedosi, si è dimostrato un impegno concreto e inevitabil­e. Molti prefetti, peraltro, sono in quarantena, in via precauzion­ale e non, almeno una decina e non solo quelli in sede come i già noti Elisabetta Margiacchi (Bergamo) e Attilio Visconti (Brescia). Ma nonostante l’isolamento negli alloggi di servizio continuano il loro lavoro.

«C’è una catena di valori che dobbiamo garantire e rappresent­are. L’economia è una delle nostre priorità - sottolinea Laura Lega - se poi diventa necessario modulare deroghe alle disposizio­ni generali per salvaguard­are la vita delle imprese e dei lavoratori, laddove possibile lo faremo di certo. Siamo un punto di snodo e di coordiname­nto tra le amministra­zioni, dobbiamo avere la massima attenzione. La nostra parola d’ordine è anche un appello per tutti: responsabi­lità e fiducia».

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