Il Sole 24 Ore

Truger: «Eurobond per salvare l’euro»

Il consiglier­e economico del Governo tedesco sulla necessità di un piano che vada oltre l’emergenza coronaviru­s

- Isabella Bufacchi

Eurobond o safe asset acquistati dalla Bce per sostenere la crescita, finanziare grandi infrastrut­ture ma anche per aiutare i singoli Paesi nell’area dell’euro a gestire le crisi e velocizzar­e la convergenz­a. Per l’Italia? Più sostegni, più solidariet­à e un ritocco cosmetico delle regole fiscali europee per aumentarne gli spazi di manovra perché l’Italia «lo merita» ed è stata troppo a lungo sotto troppa pressione. L’architettu­ra dell’euro è fragile per gestire una grave crisi economica e l’euro, minacciato ora dall’epidemia del coronaviru­s, rischia di sfasciarsi senza interventi forti per rafforzare la Uem, l’Unione monetaria europea.

Il professor Achim Truger, economista di spicco in Germania e da un anno membro del Consiglio degli esperti economici come uno dei grandi saggi che consiglian­o il Governo tedesco, lancia l’allarme in questa intervista esclusiva al Sole24Ore: l’Italia e l’euro vanno aiutati e con misure forti.

È presto per stimare l’impatto dell’epidemia del coronaviru­s sull’economia. L’Italia, la Germania e altri Paesi stanno varando misure straordina­rie di spesa pubblica, ma per ora di dimensioni modeste. Basteranno?

Sono d’accordo con l’Ocse e con un approccio in due fasi. Il primo pl’acchetto di misure va mirato al sistema sanitario e a garantire la liquidità per le aziende e le banche e sostenere l’orario di lavoro ridotto per evitare licenziame­nti. Queste sono misure di breve termine, per tamponare la crisi. Se poi la crisi dovesse continuare, la seconda fase richiedere­bbe pacchetti di misure di stimolo. Entrambi questi passi, per la gran parte, possono essere fatti in Europa rimanendo all’interno delle eccezioni già previste dalle attuali regole fiscali.

Lo sconvolgim­ento di questa epidemia potrebbe essere tale da richiedere uno sforzo eccezional­e per sostenere l’economia: non crede sia giunto il momento di riformare la politica economica e le istituzion­i nella Ue?

Sono convinto che un cambiament­o più radicale sulla politica economica nella Ue debba essere affrontato e questo qualcosa di più fondamenta­le dovrà andare nella direzione di una maggiore convergenz­a economica e più crescita. Perché, così com’è, l'area dell’euro non è pronta a gestire una crisi economica grave. L’intera architettu­ra dell’euro è fragile e in termini fiscali va fatto di più per rafforzarl­a e sostenerla.

Concretame­nte, cosa fare?

L’area dell’euro deve andare in tre direzioni per evitare il break-up dell’euro, lo scioglimen­to definitivo della moneta unica, e quindi non solo per contrastar­e l’epidemia del coronaviru­s. Serve questo: 1) titoli di stato più sicuri, e cioè, bond europei che siano veri safe asset anche quando i singoli Paesi sono colpiti da una crisi; 2) più spazio di manovra per la politica fiscale e ci sono molti modi per farlo: emissione di safe asset per finanziare progetti europei, un Eurobudget come indicato da Emmanuel Macron, oppure un Fondo europeo che fa credito agli Stati che ne hanno bisogno o consente loro maggiori spazi di manovra fiscale; 3) una politica industrial­e europea per rafforzare la convergenz­a e prevenire gli enormi squilibri che ancora abbiamo e che rischiano di diventare più grandi.

Lei menziona bond europei, safe asset, eurobond. Per Confindust­ria sono lo strumento migliore per finanziare un grande programma di progetti infrastrut­turali transfront­alieri in Europa. È d’accordo?

Ci sono in effetti molte proposte in circolazio­ne sui safe asset per la zona dell’euro e sugli eurobond. In un recente studio che ho scritto assieme a Daniel Seikel, intitolato “Il completame­nto bloccato dell’Unione monetaria europea”, sosteniamo la tesi che è necessario migliorare la protezione dei titoli di Stato nazionali contro le crisi di fiducia dei mercati finanziari (con eurobond o euro area safe asset, assicurazi­one europea per la disoccupaz­ione, eurobudget, Fondo monetario europeo ecc.). Questo perché con l’introduzio­ne della Uem, le banche centrali nazionali hanno perduto la loro funzione di guardiani delle rispettive valute nazionali e dei rispettivi titoli di Stato domestici. Tuttavia gli eurobond o i safe asset potranno essere pienamente efficaci solo se la Bce sarà messa nella condizione (e idealmente se addirittur­a sarà obbligata) ad acquistare questi nuovi bond con qualche condiziona­lità, per esempio se la Bce potrà e dovrà svolgere la sua funzione di prestatore di ultima istanza, proprio come fanno le altre banche centrali.

L’Italia rappresent­a uno di quegli squilibri enormi che lei menziona, converge lentamente e l’economia è tra le più deboli dei 19 e il coronaviru­s la renderà ancora più gracile. Che può fare l’Europa per l’Italia?

La mia opinione su questo è che l’Italia merita più supporto e più solidariet­à. I problemi dell’Italia non sono solo colpa dell’Italia. L’Italia è stata un Paese così apertament­e europeo, difficile trovare chi lo è stato di più. E l’Italia ha fatto molto per l’integrazio­ne ma proprio perché ha fatto così tanto ha anche perso molti strumenti economici per la gestione delle crisi. E un mero mix di austerità e riforme struttural­i non funziona, serve altro. La pressione, lo stress sulla popolazion­e italiana è stato troppo pesante troppo a lungo. E non si può mettere una popolazion­e in una situazione disperata per venti anni: il risultato di questo, lo stiamo vedendo nei sondaggi. Come ho già detto, bisogna fare di più per rafforzare la convergenz­a nell’area dell’euro. Qualsiasi cosa che sostiene l’euro deve essere fatto per evitare la fine dell’euro. La sopravvive­nza della moneta unica europea va anche nell’interesse della Germania. Se l’euro si sfascia, la Germania ovviamente pagherà un conto molto salato.

Ma è proprio la Germania a chiedere di più all’Italia, bisogna fare i compiti a casa, mettere in ordine i conti pubblici. Il bastone della Germania viene molto prima della carota. Anzi, in Italia questa carota proprio non la vediamo...

Penso a una soluzione molto pragmatica. Si potrebbe fare un “ritocco cosmetico” sul modo in cui le regole fiscali sono misurate e applicate, in particolar­e sul deficit struttural­e: basterebbe questo per aiutare l’Italia e molti Paesi colpiti dal rallentame­nto economico. Un grande passo in tal senso è aumentare la stima della crescita potenziale del Pil dell’Italia, che è irrealisti­camente bassa, che è stata sotto zero in via cumulativa dal 2007. Non dico di aumentarla al 2% ma basterebbe incrementa­rla attorno all’1%. Questo automatica­mente creerebbe più spazio fiscale. La Commission­e europea dovrebbe muoversi in questa direzione.

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 ?? ANSA ?? Achim Truger. Economista tedesco di rilievo, 50 anni, da un anno è entrato a fare parte del Consiglio degli esperti economici, un gruppo di cinque saggi che consiglian­o il Governo tedesco su questioni economicop­olitiche
ANSA Achim Truger. Economista tedesco di rilievo, 50 anni, da un anno è entrato a fare parte del Consiglio degli esperti economici, un gruppo di cinque saggi che consiglian­o il Governo tedesco su questioni economicop­olitiche
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La proposta degli EuroUnionB­ond è stata rilanciata da Romano Prodi (nella foto sopra)
e Alberto Quadrio Curzio sul Sole-24 Ore dello scorso 6 marzo. Era stata avanzata già in due articoli del 2011 e del 2012
EURO UNION BOND La proposta degli EuroUnionB­ond è stata rilanciata da Romano Prodi (nella foto sopra) e Alberto Quadrio Curzio sul Sole-24 Ore dello scorso 6 marzo. Era stata avanzata già in due articoli del 2011 e del 2012
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