Il contagio avanza, 5mila malati Le terapie intensive al limite
Tra le vittime un medico anestesista. La Lombardia chiederà il trasferimento dei pazienti ricoverati con altre patologie. Lunedì il decreto che potenzia il Servizio sanitario
L’emergenza.
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Sale la pressione sulle strutture sanitarie e il contagio da Coronavirus nella giornata di ieri sfonda quota 5mila. Secondo i numeri resi noti dalla Protezione civile il 63,5% dei contagiati è ricoverato in ospedale e di questi l’11,2% è in terapia intensiva. In grossa sofferenza sono soprattutto le strutture lombarde a tal punto che, come ha spiegato il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, nel quotidiano breafing con la stampa, «la regione Lombardia chiederà di trasferire fuori regione i pazienti in terapia intensiva con altre patologie, non positivi al Coronavirus, anche per evitare problemi di possibile contagio». E a rimarcare lo stato di emergenza in cui stanno operando medici e infermieri della Lombardia è la nota del coordinamento delle terapie intensive regionale inviata al presidente Attilio Fontana, secondo cui «nonostante l’enorme impegno di tutto il personale sanitario e il dispiegamento degli strumenti disponibili una corretta gestione del fenomeno è impossibile».
La giornata di ieri è anche quella in cui si è registrato il maggior numero di contagi: sono stati 1.145 e su cui hanno inciso soprattutto i 300 casi positivi registrati a Brescia e provincia, nonchè i 5.762 tamponi effettuati nella sola giornata di sabato. In calo rispetto al giorno precedente i decessi da Covid-19 che si sono fermati a 36, contro i 49 di venerdì scorso. Tra questi va registrato anche il primo medico anestesista deceduto dopo essere stato contagiato, presumibilmente, nello svolgimento del suo lavoro. A fronte di 233 decessi, pari al 3,9% del totale dei contagi, salgono a 589 i dimessi guariti dall’epidemia.
L’Istituto superiore di sanità con un’analisi dei dati dei 155 pazienti italiani deceduti al 6 marzo, ha indicato nella febbre e la dispnea (difficoltà a respirare) i sintomi di esordio più comuni del Coronavirus, mentre meno comuni sono i sintomi gastrointestinali e l’emottisi, l’emissione di sangue dalle vie respiratorie ad esempio con un colpo di tosse.
Per fronteggiare l’emergenza il Governo sta perfezionando il decreto legge che in prima battuta consente di rafforzare gli organici del servizio sanitario nazionale di almeno 20.000 unità, così come consentire al possibilità di costruire senza vincoli edilizi e di accreditamento strutture interne ed esterne a ospedali e strutture sanitarie.
Tra le novità dell’ultima ora si apprende che Inail, che sul territorio ha 190 presidi sanitari attivi con oltre 2.400 professionisti impegnati tra medici e tecnici, sarà autorizzato al reclutamento di una dotazione organica rafforzata del 10%: fino a 200 medici e 100 infermieri.
Sui poteri che il decreto concede ai governatori in difficoltà con l’emergenza sanitaria va segnalata anche la rimodulazione fino alla completa sospensione delle attività di ricovero e ambulatoriali differibili e non urgenti, comprese anche quelle svolte dai medici nella loro attività ivi incluse quelle erogate in regime di libera professione intramuraria. In questo modo le Regioni potranno impiegare il personale sanitario delle strutture pubbliche o private. Inoltre per i professionisti impegnati nell’emergenza epidemiologica da Covid-19, non si applicheranno i limiti massimi di orario di lavoro prescritti dai contratti collettivi nazionali, ma a condizione che venga concessa una protezione appropriata da individuare con un accordo quadro nazionale.
Nel decreto ha trovato posto anche una norma per tutelare le persone con disabilità. In particolare viene previsto che durante la sospensione del servizio scolastico e per tutta la sua durata, i sindaci dovranno fornire, alla luce del personale disponibile compreso quello impiegato presso terzi che operano in concessione, convenzione o che abbiano sottoscritto contratti di servizio con gli stessi Comuni, l’assistenza agli alunni con disabilità mediante erogazione di prestazioni individuali domiciliari, finalizzate al sostegno nella fruizione delle attività didattiche a distanza.
Accolta anche la richiesta dell Protezione civile per l’acquisto, in deroga ai limiti e ai vincoli di spesa, di 5.000 dispositivi di ventilazione per il potenziamento dei reparti di terapia intensiva necessari alla gestione dei pazienti critici.
Il decreto legge, su cui il Governo ha lavorato per tutta la giornata di ieri con la Ragioneria generale dello Stato anche per garantire le necessarie coperture, sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di domani e con tutta probabilità potrebbe ottenere un iter accelerato in Parlamento. L’ipotesi sarebbe quella, con il consenso delle opposizioni, di trasformarlo in un emendamento (stessa sorte per il nuovo Dl sulla sospensione della giustizia, si veda il servizio in pagina) al decreto Covid-19 della scorsa settimana con cui l’Esecutivo ha adottato un primo pacchetto di misure per le imprese e per i cittadini della zona rossa e del resto d’Italia, ora all’esame del Senato.