Ministeri e Pa a ranghi ridotti, garantiti solo servizi essenziali
Lettera del ministro Guarlieri alle strutture per ridurre le presenze e agevolare i dipendenti con figli a casa. Attività a distanza anche per Agenzie fiscali e Presidenza del Consiglio
Le istituzioni e la pubblica amministrazioni si blindano contro il Covid19. O quanto meno provano a farlo ricorrendo in misura massiccia al lavoro agile. In questi ultimi giorni si sono state recapitate negli uffici pubblici le prime istruzioni operative per ridurre il personale in ufficio e lasciarne a casa quanto più possibile. Non c’è un input alla chiusura ma certamente a ridurre all’essenziale l’erogazione dei servizi. La spinta a forme di lavoro da casa è arrivata a metà della settimana con la circolare della Funzione Pubblica ed è stata certamente rafforzata con il decreto del Presidente del Consiglio del 4 marzo che, di fatto, ha lasciato a casa gli studenti sospendendo le lezioni scolastiche e chiudendo i nidi e le scuole dell’infanzia fino al 15 marzo (salvo proroghe). Una misure che impatta anche sui dipendenti pubblici.
Di qui l’esigenza di direttori, capi dipartimento e da ultimo direttamente dei ministri di dettare le istruzioni per svuotare gli uffici. È il caso, ad esempio, del ministro dell’Economia e delle Finanze che, nonostante gli ennesimi straordinari cui vengono sottoposti i suoi uffici per la messa a punto di misure straordinarie e urgenti, quantificazione degli impatti economici e analisi sui saldi di finanza pubblica, ha scritto venerdì mattina ai suoi quattro capi dipartimento (Tesoro, Ragioneria, Finanze e Amministrazione del personale) chiedendo un’ulteriore stretta sull’attività degli uffici «al fine di massimizzare l’efficacia dei provvedimenti adottati» e delle relative misure di prevenzione già messe in atto. In questo senso Gualtieri ha invitato ad «articolare nel suo complesso l’attività del ministero» ma attenzione «in modo complementare e in armonia con i provvedimenti che il Governo sta predisponendo nella situazione contingente».
Non certo facile. Il decreto legge sull’assunzione nella sanità e sullo stop agli uffici giudiziari, ad esempio, è stato licenziato nella notte di venerdì e già sabato mattina richiedeva la necessaria bollinatura dei saldi: tutto lavoro straordinario e non certo “agile”
per la Ragioneria.
Nel dare priorità alle scelte del personale da lasciare a casa Gualtieri ha chiesto di dare «particolare attenzione» alle esigenze «dei colleghi del ministero in difficoltà nella conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro, resa complicata dalla chiusura delle scuole» e ancora da chi è affetto da patologie o maggiormente a rischio contagio. Il tutto «assicurando, nel contempo, la continuità dei delicati compiti» affidati.
Ma quanto potrà durare il lavoro agile nei ministeri? Al momento l’ufficio del personale ha indicato in 15 giornate lavorative la possibilità di svolgere prestazioni lavorative direttamente da casa senza recarsi a via Venti Settembre. Ma tutto questo al netto dell’evolversi dell’epidemia nella Capitale e comunque, come spiega la nota del Capo dipartimento del Mef, cercando di garantire quella presenza minima di personale tale da non comportare disagi alla funzionalità delle strutture della qualità dei servizi.
Stessa linea , quest’ultima, adottata anche dal braccio operativo del Fisco con le Agenzie fiscali che nel favorire il lavoro agile dei propri dipendenti dovranno comunque garantire i servizi ai contribuenti.
Le limitazioni di presenza negli uffici riguarderanno anche la presidenza del Consiglio e i rapporti con il Parlamento dove oltre a mettere d’ufficio in smart working i dipendenti e i consulenti il lunedì e ei venerdì, hanno disciplinato con orari ridotti l’attività nei tre giorni restanti. D’altronde anche Camera e Senato hanno limitato al massimo la loro attività. Dopo aver ridotto al solo giorno di mercoledì l’attività delle due Aule e quella delle Commissioni permanenti alla discussione dei decreti legge si sta valutando anche la possibilità di ricorrere alla Commissione unica allargata Camera e Senato per esaminare i provvedimenti.
Da ieri, poi, stop ad ogni visita alla Camera. Il collegio dei Questori ha disposto ulteriori restrizioni che resteranno in vigore fino al 3 aprile, salvo ulteriori proroghe. Tra i nuovi obblighi anche quello per i deputati che potranno ricevere non più di uno al giorno e solo presso gli uffici dei gruppi.
Stretta anche per i deputati: non potranno ricevere più di una visita al giorno negli uffici dei gruppi