Professionisti sui social con una strategia uniforme per pubblicare news, post e video
Le community sono molto importanti per incontrare colleghi e clienti ma per un uso coerente soprattutto nelle grandi realtà servono regole interne
Come gestire la presenza dello studio e dei singoli professionisti sui social? L’importanza di una strategia condivisa.
Gli studi professionali non possono più fare a meno di comunicare. Qualunque strada e mezzo si scelga non si può immaginare di esistere su un mercato polverizzato ignorando che i social media sono la vetrina e il luogo virtuale dove incontrare colleghi, clienti, stakeholder. Ma essere sui social media non vuol dire esserci a tutti i costi e senza regole, obiettivi, strategia. Il più recente Global digital report stima in quasi 4 miliardi gli utenti social al mondo, con un’età media di circa 30 anni, di cui 800 milioni utilizzano i social per lavoro.
Questi dati confermano la necessità anche per gli studi professionali di operare attivamente in rete, non solo per far conoscere i propri servizi, ma per stabilire una relazione basata su stima e fiducia attraverso interazione, dialogo e lo scambio di contenuti di valore.
Prima regola: conoscersi
La prima regola per essere presente nella maniera corretta sui social è che lo studio professionale si conosca dal suo interno, valorizzi i propri punti di forza e lavori su quelli di debolezza. Che si tratti di uno studio individuale o di un grande studio associato, di una start up o di uno studio che esiste da decenni è fondamentale decidere chi si è, cosa ci distingue dagli altri e restare coerenti nella comunicazione digitale e social al fine di costruire, anche attraverso questo strumento, la propria reputazione.
L’elemento reputazionale e la coerenza portano necessariamente alla distinzione fra social “personali” e social “professionali”. L’esercizio della libera professione, la reputazione che ogni singolo professionista e studio costruisce è legata a doppio filo con la persona. Per questa ragione, sebbene si comprenda la necessità di gestire in autonomia e con maggiore libertà gli account social personali, bisognerebbe sempre tenere presente che il profilo personale del professionista non dovrebbe comunicare e interagire in maniera non coerente od opposta al profilo pubblico.
Gli studi con più professionisti hanno quindi la necessità di stabilire policy condivise che delimitino il perimetro della comunicazione applicando innanzitutto le regole di deontologia professionale ma definendo anche il registro o “tono di voce” da utilizzare, la frequenza con la quale si è in grado di pubblicare e i temi o le aree di pratica sui quali si decide di insistere. Alle policy si accompagna quindi la buona prassi di avere una linea editoriale - di cosa vogliamo parlare e in che terminie con un calendario editoriale, cioè stabilendo la frequenza (realistica) con la quale i professionisti dello studio sono in grado di produrre contenuti per i social.
A ogni social obiettivi ad hoc
Se le policy possono e devono essere comuni e condivise per tutti i social – LinkedIn, Twitter, Facebook, Instagram – gli obiettivi, i target e i contenuti delle comunicazioni su queste diverse piattaforme non possono essere identici. Alcuni elementi grafici (ad esempio il logo) è bene che mantengano un filo conduttore riconducibile allo studio ma gli utenti e le peculiarità di ogni social rendono necessario operare una scelta.
Linkedin resta sicuramente la piattaforma ideale per parlare a colleghi, aziende e stakeholder. Facebook ha un registro più personale e diretto, Instagram è lo strumento sempre più utilizzato da una fascia giovane di popolazione: quindi social ideale per la ricerca di nuovi collaboratori ma anche per essere visibili in fattori quali fashion e lusso, arte, start up e innovazione. Twitter, per le caratteristiche e per gli utilizzatori che gli sono peculiari può essere utilizzato da studi professionali in grado di comunicazioni tempestive, sintetiche e che siano in grado di seguire trend e interazioni immediate.
I social sono, come già detto, una vetrina ma anche un luogo virtuale che prevede interazione e amplificazione dei propri messaggi invitando quindi, da un lato alla prudenza su ciò che si comunica e su come si comunica ma, dall’altro, rendendo necessario la creazione di scambi e collegamenti. A questo scopo l’uso dei tag (letteralmente etichette, elementi di i denti ficazic azione) è utile per indicare la presenza di una persona, o azienda o stakeholder, nel testo o immagine pubblicata. Oltre ad aumentare potenzialmente visualizzazioni e interazioni – poiché oltre che ai propri contatti il post sarà visibile anche ai contatti del soggetto taggato – l’uso dei tag contribuisce al posizionamento mostrando le relazioni che lo studio e i professionisti intrattengono.
Allo stesso modo il corretto uso degli hashtag (#) associato a parole chiavi è fondamentale affinché all’interno di ogni social media sia possibile effettuare ricerche, ritrovare contenuti e marcare il proprio posizionamento in ambiti precisi, stabiliti a monte, nella strategia di comunicazione.
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