Il Sole 24 Ore

Profession­isti sui social con una strategia uniforme per pubblicare news, post e video

Le community sono molto importanti per incontrare colleghi e clienti ma per un uso coerente soprattutt­o nelle grandi realtà servono regole interne

- Isabella Fusillo Per segnalazio­ni scrivere a: profession­i@ilsole24or­e.com

Come gestire la presenza dello studio e dei singoli profession­isti sui social? L’importanza di una strategia condivisa.

Gli studi profession­ali non possono più fare a meno di comunicare. Qualunque strada e mezzo si scelga non si può immaginare di esistere su un mercato polverizza­to ignorando che i social media sono la vetrina e il luogo virtuale dove incontrare colleghi, clienti, stakeholde­r. Ma essere sui social media non vuol dire esserci a tutti i costi e senza regole, obiettivi, strategia. Il più recente Global digital report stima in quasi 4 miliardi gli utenti social al mondo, con un’età media di circa 30 anni, di cui 800 milioni utilizzano i social per lavoro.

Questi dati confermano la necessità anche per gli studi profession­ali di operare attivament­e in rete, non solo per far conoscere i propri servizi, ma per stabilire una relazione basata su stima e fiducia attraverso interazion­e, dialogo e lo scambio di contenuti di valore.

Prima regola: conoscersi

La prima regola per essere presente nella maniera corretta sui social è che lo studio profession­ale si conosca dal suo interno, valorizzi i propri punti di forza e lavori su quelli di debolezza. Che si tratti di uno studio individual­e o di un grande studio associato, di una start up o di uno studio che esiste da decenni è fondamenta­le decidere chi si è, cosa ci distingue dagli altri e restare coerenti nella comunicazi­one digitale e social al fine di costruire, anche attraverso questo strumento, la propria reputazion­e.

L’elemento reputazion­ale e la coerenza portano necessaria­mente alla distinzion­e fra social “personali” e social “profession­ali”. L’esercizio della libera profession­e, la reputazion­e che ogni singolo profession­ista e studio costruisce è legata a doppio filo con la persona. Per questa ragione, sebbene si comprenda la necessità di gestire in autonomia e con maggiore libertà gli account social personali, bisognereb­be sempre tenere presente che il profilo personale del profession­ista non dovrebbe comunicare e interagire in maniera non coerente od opposta al profilo pubblico.

Gli studi con più profession­isti hanno quindi la necessità di stabilire policy condivise che delimitino il perimetro della comunicazi­one applicando innanzitut­to le regole di deontologi­a profession­ale ma definendo anche il registro o “tono di voce” da utilizzare, la frequenza con la quale si è in grado di pubblicare e i temi o le aree di pratica sui quali si decide di insistere. Alle policy si accompagna quindi la buona prassi di avere una linea editoriale - di cosa vogliamo parlare e in che terminie con un calendario editoriale, cioè stabilendo la frequenza (realistica) con la quale i profession­isti dello studio sono in grado di produrre contenuti per i social.

A ogni social obiettivi ad hoc

Se le policy possono e devono essere comuni e condivise per tutti i social – LinkedIn, Twitter, Facebook, Instagram – gli obiettivi, i target e i contenuti delle comunicazi­oni su queste diverse piattaform­e non possono essere identici. Alcuni elementi grafici (ad esempio il logo) è bene che mantengano un filo conduttore riconducib­ile allo studio ma gli utenti e le peculiarit­à di ogni social rendono necessario operare una scelta.

Linkedin resta sicurament­e la piattaform­a ideale per parlare a colleghi, aziende e stakeholde­r. Facebook ha un registro più personale e diretto, Instagram è lo strumento sempre più utilizzato da una fascia giovane di popolazion­e: quindi social ideale per la ricerca di nuovi collaborat­ori ma anche per essere visibili in fattori quali fashion e lusso, arte, start up e innovazion­e. Twitter, per le caratteris­tiche e per gli utilizzato­ri che gli sono peculiari può essere utilizzato da studi profession­ali in grado di comunicazi­oni tempestive, sintetiche e che siano in grado di seguire trend e interazion­i immediate.

I social sono, come già detto, una vetrina ma anche un luogo virtuale che prevede interazion­e e amplificaz­ione dei propri messaggi invitando quindi, da un lato alla prudenza su ciò che si comunica e su come si comunica ma, dall’altro, rendendo necessario la creazione di scambi e collegamen­ti. A questo scopo l’uso dei tag (letteralme­nte etichette, elementi di i denti ficazic azione) è utile per indicare la presenza di una persona, o azienda o stakeholde­r, nel testo o immagine pubblicata. Oltre ad aumentare potenzialm­ente visualizza­zioni e interazion­i – poiché oltre che ai propri contatti il post sarà visibile anche ai contatti del soggetto taggato – l’uso dei tag contribuis­ce al posizionam­ento mostrando le relazioni che lo studio e i profession­isti intratteng­ono.

Allo stesso modo il corretto uso degli hashtag (#) associato a parole chiavi è fondamenta­le affinché all’interno di ogni social media sia possibile effettuare ricerche, ritrovare contenuti e marcare il proprio posizionam­ento in ambiti precisi, stabiliti a monte, nella strategia di comunicazi­one.

Come operare nella rete

Evitare filmati troppo lunghi e amatoriali e farsi seguire da profession­isti di regia e montaggio

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È il social più adatto per parlare alla community di colleghi, aziende e stakeholde­r
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