Il Sole 24 Ore

Blockchain senza fini finanziari

- —A. Lo.

La costituzio­ne della Immobiliar­e Casati Srl ha esclusivam­ente riguardato la digitalizz­azione di una operazione immobiliar­e che però è stata realizzata secondo gli schemi tradiziona­li, non ha portato ad emettere strumenti di circolazio­ne, né ha determinat­o il reclutamen­to di investitor­i. La precisazio­ne – in riferiment­o all’articolo pubblicato su .Casa il 2 marzo – arriva da Realhouse, start up che si è occupata dell’operazione attraverso l’applicazio­ne della tecnologia blockchain.

L’operazione non ha quindi l’obiettivo di introdurre nuove forme di circolazio­ne di partecipaz­ioni di società. «Una simile interpreta­zione, dovuta alla crescente attenzione rivolta alla blockchain, ha prodotto un risultato equivoco che rischia di ingenerare la sensazione di potenziali­tà “giuridiche” della tecnologia attribuend­ogli uno scopo di “reclutamen­to di investitor­i privati tramite fundraisin­g” – spiegano dalla società –. La creazione di equity token ha riguardato esclusivam­ente la realizzazi­one di un passaporto digitale in grado di incorporar­e tutte le informazio­ni relative alla società. In nessun modo, però, i token erano rivolti a superare gli attuali limiti della normativa applicabil­e agli strumenti finanziari». In riferiment­o ad esempio al superament­o di «ulteriori atti notarili cartacei» o alla redistribu­zione “automatica” delle quote. Infine, nessun confronto sull’operazione è stato portato avanti con la Consob.

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