Così la riscossione cambia i regolamenti
Da modificare la disciplina relativa a ravvedimenti, rate e accertamenti esecutivi
Il differimento dei termini di approvazione dei bilanci comunali al 30 aprile concede più tempo anche per l’aggiornamento dei regolamenti comunali.
Il 2020 è un anno di superlavoro per gli uffici tributi dei Comuni. La nuova Imu e soprattutto l’accertamento esecutivo impongono un aggiornamento praticamente di tutti i regolamenti tributari.
Per il regolamento Imu c’è più tempo, perché la legge di bilancio 2020 ha fissato il termine al 30 giugno. Per gli altri regolamenti invece il termine oggi è fissato al 30 aprile, termine già previsto per l’approvazione dei regolamenti e delle delibere relative alle tariffe Tari tributo e Tari corrispettivo.
Proprio sulla Tari si registrano le maggiori criticità, viste le enormi difficoltà che i Comuni stanno incontrando nell’applicazione pratica del nuovo metodo tariffario, anche considerando che della delibera n. 443 di Arera tutti offrono la loro particolare lettura, in questo agevolati dalla stessa Autorità che finora non ha emanato alcuna circolare esplicativa. L’unico supporto finora dato ai Comuni è la nota di lettura pubblicata da Ifel il 2 marzo.
Tornando alle modifiche regolamentari occorre, come anticipato, procedere in pratica alla modifica di tutti i regolamenti tributari, compreso quello relativo alla Tari, dove oltre alle modifiche conseguenti al nuovo accertamento esecutivo occorrerà recepire le prescrizioni contenute nell’articolo 15-ter del Dl 34/2019, il quale impone per i versamenti dei tributi diversi da Imu, addizionale comunale Irpef, ed imposta di soggiorno – la cui scadenza «è fissata dal Comune prima del 1° dicembre» di utilizzare le aliquote e tariffe dell’anno precedente. Per la Tari occorrerà quindi prevedere almeno una rata dopo il 1° dicembre, al fine di poter anche accertare contabilmente nell’anno le entrate corrispondenti alle tariffe approvate.
Modifiche trasversali a tutti i regolamenti riguardano il nuovo accertamento esecutivo e la rateazione. Qui, forse, sarebbe opportuno che i regolamenti dei singoli tributi rinviassero a un unico regolamento sulla riscossione forzata o a disposizioni comuni a tutte le entrate, tributarie e patrimoniali, contenute nel regolamento generale delle entrate.
In particolare, il Comune dovrà disciplinare la rateazione, sempre che si voglia discostare da quella prevista dai commi da 796 a 802 della legge 160/2019, prevedendo anche il tasso d’interesse di mora, che se non regolamentato è pari al tasso d’interesse legale.
Altra modifica regolamentare riguarda il ravvedimento. In seguito alle modifiche portate dall’articolo 10bis del Dl 124/2019, il ravvedimento lungo, ovvero fino alla data ultima prevista per l’accertamento, è ora esteso a tutti i tributi comunali, sicché vengono meno quei regolamenti comunali che avevano regolamento ipotesi meno lunghe (di media due o tre anni). Ovviamente, anche senza modifica i regolamenti comunali che dispongono diversamente devono considerarsi tacitamente abrogati per incompatibilità con la norma primaria sopravvenuta, che non ha necessità di essere recepita dal Comune.
È rimessa invece alla potestà regolamentare la possibilità di prevedere anche per i tributi comunali il ravvedimento parziale regolato dall’articolo 4-decies del Dl 34/2019.