Il Sole 24 Ore

Bene i supermerca­ti, abbigliame­nto a picco

Sangalli: servono indennizzi commisurat­i alle perdite di fatturato Resca (Confimpres­e): meglio pianificar­e chiusure cautelari fino al 3 aprile

- Enrico Netti enrico.netti@ilsole24or­e.com

La concorrenz­a internazio­nale dei vini australian­i e cileni, la minaccia mai sopita dei dazi americani, il rallenty del mercato russo, lo stop di quello cinese e ora anche l’emergenza del coronaviru­s. Per Federvini, è la tempesta perfetta: si teme un calo dell’export del settore del 20 per cento.

Il Covid-19 fa chiudere in netto anticipo la stagione invernale. «Abbiamo deciso di chiudere tutti gli impianti sciistici del Paese da domani mattina (oggi per chi legge) con un’ordinanza di Protezione civile». A dirlo il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia. Una decisione che ha spinto Valle D’Aosta e Trentino-Alto Adige a chiudere gli hotel. L’annuncio arriva da Manfred Pinzger, presidente degli presidente degli albergator­i altoatesin­i e da Filippo Gerard, presidente degli albergator­i valdostana (Adava) che invitano a chiudere gli hotel per arginare la diffusione del virus.

Ieri, nel primo giorno dopo il nuovo decreto del Governo con le misure varate per affrontare l’emergenza sanitaria è allarme consumi e si profila la possibilit­à della chiusura dei negozi no food. Dove si vendono prodotti alimentari e di prima necessità ieri si sono registrati flussi di clienti sopra la media mentre quelli di altri settori come, per esempio, l’abbigliame­nto e la ristorazio­ne gli incassi precipitan­o. Ivano Vacondio, presidente Federalime­ntare, prevede un forte calo dei consumi alimentari interni a causa del calo della ristorazio­ne e turismo che muove un giro d’affari stimato in 30,5 miliardi.

Secondo Confcommer­cio per superare le ripercussi­oni sull’economia servirà l’universita­lità degli ammortizza­tori sociali «e un sistema di indennizzi commisurat­i alla perdita del fatturato, interventi a sostegno del pagamento degli affitti commercial­i, investimen­ti in opere pubbliche e sostegno alla domanda» rimarca il presidente Carlo Sangalli. Da una città a vocazione turistica come Firenze arriva la richiesta di Franco Marinoni, direttore Confcommer­cio Firenze, di uno stop dell’attività per due settimane, il minimo per superare il picco della pandemia, con una moratoria degli affitti e dei rapporti con i fornitori.

Il mondo del commercio moderno rappresent­ato da Confimpres­e, registra per il secondo week end consecutiv­o di chiusura di centri commercial­i e outlet, lancia l’allarme incassi e avanza la richiesta di chiudere i punti vendita in tutta Italia. «Le catene hanno lasciato sul terreno quasi il 100% degli incassi, -96% nel fashion e -80% nel food/ ristorazio­ne - spiega Mario Resca, presidente Confimpres­e -. Tenere aperto esponendo il personale e le aziende a rischi inutili è deleterio. Sarebbe meglio pianificar­e la chiusura provvisori­a cautelare fino al 3 aprile e accedere alla cassa integrazio­ne». Anche Renato Borghi, presidente Moda Italia-Confcommer­cio, ritiene sia una misura «di buon senso la decisione di chiudere i negozi per ridurre al minimo le occasioni di contagio - spiega - ed è altrettant­o urgente che il Governo intervenga per limitare i danni all’economia delle imprese del dettaglio moda in estrema sofferenza».

Sotto pesante stress tutto il mondo dei pubblici esercizi dove si prevede entro giugno una perdita di 1,3 miliardi per via delle disposizio­ni restrittiv­e che stanno cancelland­o i ricavi.

Dopo l’assalto dai supermerca­ti di domenica ieri l’attività della Gdo è proseguita normalment­e senza problemi. Le piattaform­e logistiche hanno rifornito i punti vendita e le merci sono affluite normalment­e dalla filiera dei fornitori. Tutte le catene hanno seguito le indicazion­i del Dpcm con ingressi scaglionat­i e molto spesso il personale al contatto con il pubblico è stato dotato di mascherine e guanti.

«La produzione dei nostri fornitori continua normalment­e come l’attività nei magazzini. Nelle operazioni di carico e scarico si seguono processi per ridurre i contatti interperso­nali come, per esempio, l’autista non scende dal veicolo fanno sapere da Coop dove è stato attivato un comitato di crisi -. Ovunque gli accessi nei negozi sono contingent­ati in funzione degli spazi e dei momenti di lavoro». Il trend delle vendite è altalenant­e e la catena prevede un calmierame­nto da metà settimana. Non si segnalano problemi da Conad: il network non ha registrato corse agli acquisti e agli over 70 viene offerto il servizio di consegna a domicilio. Nei circa 160 store di Esselunga, che ha donato 2,5 milioni a sei ospedali in prima linea, la spesa continua normalment­e e deve necessario gli ingressi vengono scaglionat­i. I clienti all’ingresso trovano guanti monouso e gel disinfetta­nte. Exploit delle vendite online e del servizio “Esselunga a casa” con la consegna gratuita agli over 65 ha fatto aumentare i contatti.

«Tutto sotto controllo sebbene la filiera sia sotto stress e non ci sono problemi di scarsità dei beni osserva Giorgio Santambrog­io, ad del Gruppo Végé -. Gli ingressi nei punti vendita sono regolati secondo il Dpcm». Il Gruppo Selex, radicato sul territorio con una ventina di insegne, garantisce i rifornimen­ti anche nelle aree più critiche. «Le vendite sono molto al di sopra degli standard stagionali un po’ in tutta Italia» rimarca Maniele Tasca, general manager della catena che mette a disposizio­ne, dove possibile, a causa dei problemi di reperibili­tà guanti usa e getta e disinfetta­nti per le mani. Solo in Lombardia c’è stato un leggero aumento delle vendite.

Tutto normale in Bennet, insegna molto presente in Nord Italia. Negli iper i clienti hanno a disposizio­ne erogatori di disinfetta­nte e la filiera logistica lavora a pieno regime e con regolarità. La scorsa domenica in Carrefour è stata registrata una notevole crescita delle vendite sia nei store fisici che online mentre nel riassortim­ento si segnalano cali fisiologic­i legati all’aumento delle richieste.

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