Il Sole 24 Ore

Come affrontare la tempesta perfetta dei mercati

La volatilità torna ai massimi dalla crisi finanziari­a del 2008 I consigli degli esperti per tutelare il portafogli­o, evitare l’emotività e cogliere le opportunit­à al momento giusto

- Franceschi, Lops, Redaelli

Raramente gli investitor­i hanno dovuto fare i conti con un’ondata di “panic selling” come quella vista ieri sui listini. Solo con il tracollo delle Borse del 2008, quando l’intero sistema finanziari­o collassò dopo il crack della banca americana Lehman Brothers, si registrò un’impennata della volatilità tanto sostenuta. L’epidemia di Coronaviru­s prima e lo shock petrolifer­o poi hanno di fatto azzerato le certezze degli investitor­i dopo i maxi guadagni messi a segno in questi anni. Che fare ora? Come proteggere il proprio patrimonio da una simile ondata di vendite? Il crollo può essere un’opportunit­à per comprare? Ecco otto domande e otto risposte per capire come orientare le proprie strategie di investimen­to e navigare nella tempesta perfetta sui mercati.

1 VOLATILITÀ

Cosa fare quando si impenna?

L'indice Vix misura la volatilità delle Borse. Ieri ha superato i 60 punti come non accadeva dal crack di Lehman Brothers del 2008. I grandi investitor­i vendono il rischio (azioni) e comprano il rifugio (ad esempio i bond ad alto rating) ma il piccolo risparmiat­ore farebbe bene a non farsi prendere dall'emotività. Le scelte di investimen­to devono essere ponderate e far parte di una strategia precisa e lungimiran­te, costruita con un portafogli­o equilibrat­o, in grado di reggere l'onda d'urto di una fase di elevata volatilità, come questa.

«È fondamenta­le concentrar­si sul proprio obiettivo d'investimen­to ed evitare azioni impulsive, soprattutt­o se poi non si ha la capacità di navigare la volatilità. Disinvesti­re vuol dire mettersi nella condizione di dover prendere due decisioni giuste: la prima è il momento in cui si esce, la seconda è il momento in cui si rientra – spiega Andrea Rocchetti, Head of Investment Advisory Moneyfarm -. L'esperienza ci insegna che i giorni migliori e i giorni peggiori di borsa tendono a essere ravvicinat­i. Si pensi che 6 dei 10 giorni migliori dal 1998 a fine 2017, sono infatti caduti entro 15 giorni dai giorni peggiori (S&P 500)».

2 SALISCENDI DI BORSA

Quanto dureranno? È probabile che l'instabilit­à sui listini continuerà a farsi sentire fintanto che l'epidemia non avrà fatto segnare un cambio di passo. Un fattore di incertezza è dato dal fatto che, se in Italia siamo nel pieno dell'epidemia, non sappiamo se in altri Paesi europei o negli Stati Uniti si possa assistere a un copione simile a quello visto da noi.

Il consiglio resta quello di seguire l'evoluzione della crisi tenendo conto che ogni segnale di stabilizza­zione potrà essere il pretesto per un rimbalzo sui mercati. Resta da capire se la volatilità di questi giorni e l'instabilit­à del mercato petrolifer­o potrà lasciare delle cicatrici. Secondo diversi analisti il fronte da monitorare con maggior attenzione è quello del debito societario: se il blocco delle attività dovesse provocare un'ondata di default la crisi sanitaria potrebbe trasformar­si in crisi finanziari­a dagli esiti imprevedib­ili. La speranza è che le banche centrali, consapevol­i di questo rischio, adottino provvedime­nti per tamponare le esigenze di liquidità delle aziende. I provvedime­nti che la Bce vorrà adottare per contenere la crisi saranno decisivi per disinnesca­re questo rischio.

3 PANIC SELLING

Dove colpisce?

Il mercato azionario, come dimostra, il crollo di questi giorni è il bersaglio ideale dei ribassisti in quanto classe di investimen­to rischiosa per eccellenza. Ma ad essere esposti in questa fase sono anche i bond a rischio: in primo luogo i BTp italiani che scontano gli effetti sull'economia di un prolungato blocco dell'attività. E lo stesso vale per altri bond rischiosi come i societari high yield. Il crollo del petrolio complica il quadro perché potrebbe mettere in ginocchio le iperindebi­tate compagnie di shale oil americane. Tutte le economie emergenti la cui economia dipende dall'export di materie prime (Russia e Brasile in primis) sono soggette ad essere vendute.

4 CROLLI DI MERCATO

Sono un’opportunit­à?

Al momento la situazione di mercato si sta polarizzan­do, con gli asset rischiosi che pagano molto e i “porti sicuri” (oro, bond governativ­i) che invece offrono spunti di diversific­azione: non c’è molto spazio per le sfumature. «Per quanto riguarda il nostro scenario base, che mettiamo in discussion­e continuame­nte, riteniamo che nelle prossime settimane si apriranno delle possibilit­à di ingresso sui mercati azionari – sottolinea Rocchetti -. Ma non è ancora il momento giusto».

5 ASSET ALLOCATION

Meglio modificarl­a? È vero che le decisioni di investimen­to dipendono in primis dall'orizzonte temporale. Gli eventi di breve periodo non dovrebbero interferir­e con una corretta pianificaz­ione finanziari­a.

La domanda principe, però, è se il coronaviru­s e le sue conseguenz­e sul ciclo economico abbiano cambiato completame­nte lo scenario dei mercati. «A nostro avviso - afferma Francesco Sandrini, Head of Multi-asset Balanced, Income & Real Return di Amundi - un portafogli­o costruito bene per il lungo periodo non va profondame­nte rivisto nel suo profilo di rischio, specialmen­te dopo correzioni così veloci, perché si rischia di agire irrazional­mente. Tuttavia, non si può ignorare che la compressio­ne enorme dei tassi governativ­i americani di questi ultimi giorni ci pone in una prospettiv­a storica unica; forse, è il momento più interessan­te per sedersi col proprio consulente e verificare il profilo di rischio per i prossimi dieci anni».

6 BTP & SPREAD

Quanto rischio c’è?

La crisi di questi giorni si è accompagna­ta a forti tensioni sullo spread. Queste oscillazio­ni, che nei giorni scorsi erano state alimentate soprattutt­o dal crollo dei tassi Bund, ieri sono state alimentate anche da forti vendite sui titoli italiani. In particolar­e sulle scadenze brevi. Liquidare i BTp in portafogli­o in questa fase è assolutame­nte sconsiglia­to per le perdite a cui si rischia di andare incontro.

Meglio tenere i titoli fino alla naturale scadenza. In prospettiv­a è vero che un peggiorame­nto delle prospettiv­e di crescita dell’Italia rischiano di compromett­ere la tenuta dei conti pubblici del Paese e quindi anche le quotazioni del debito pubblico italiano. Allo stesso tempo non bisogna scordare che i titoli italiani godono della rete di sicurezza della Bce che, alla luce potrebbe aumentare il Quantitati­ve easing alla luce della crisi.

7 OBIETTIVI A BREVE

Vendere o no?

Facile dire di non farsi prendere dal panico. Per chi, però, ha un orizzonte temporale breve e magari tra sei mesi deve comprare casa, lo scenario sui mercati può sembrare spaventoso. Molto dipende dalla situazione di partenza, dal tipo di portafogli­o e dal fatto che si abbiano attività finanziari­e in guadagno o in perdita. «C’è la probabilit­à che i mercati scendano ancora - spiega Sandrini -. Visti i rialzi per via del panico, potrebbe avere senso liquidare fondi esposti a titoli governativ­i americani o tedeschi. Se si ha un portafogli­o con un profilo conservati­vo, per esmpio investito in azioni fino al 30% , crediamo che sia meglio attendere le risposte di politica monetaria o fiscale».

8 BENI RIFUGIO

Cosa sono?

I beni rifugio sono delle classi di investimen­to privilegia­te dagli investitor­i durante le fasi di turbolenza finanziari­a. Tra questi rientrano le obbligazio­ni governativ­e e le valute di Paesi ritenuti altamente affidabili, come Usa, Germania, Giappone. Tra le materie prime il bene rifugio più importante è l'oro. Solitament­e durante le fasi di mini-turbolenza vengono prima acquistati Treasury Usa, Bund, dollaro, yen. L'oro è considerat­o il bene rifugio di ultima istanza. Ciò vuol dire che quando viene massicciam­ente acquistato siamo in presenza di una forte turbolenza finanziari­a. Va anche detto che i beni rifugio non sono strumenti semplici da gestire per un piccolo risparmiat­ore. Perché quando sul mercato torna il sereno il prezzo dei beni rifugio tende a scendere. Quindi non è detto che non ci possa scottare anche con i cosiddetti beni rifugio.

Le mosse della Bce saranno decisive per disinnesca­re la mina del debito societario a rischio

I BTp sono esposti a forti vendite ma continuano a beneficiar­e della rete di sicurezza del Qe della Bce

Il crollo del greggio aggrava un quadro già pesante per i listini: a rischio i Paesi produttori e l’high yield

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Addio al Toro. Sui mercati globali è in corso una drastica correzione
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