Il Sole 24 Ore

Impatto sul debito fino a 13 miliardi

Un aumento di 50 punti vale 6,4 miliardi di extra-costi nel triennio 2020-2022

- Dino Pesole

Se è solo una fiammata temporanea, gli effetti sui conti pubblici saranno limitati. Se al contrario, l’ impennata dello spread registrata ieri (229 punti base, 44 in più rispetto alla seduta di venerdì scorso) si consolider­à nei prossimi giorni o peggio ancora se la forbice tenderà ulteriorme­nte ad allargarsi, occorrerà rifare i conti e non si tratterà di una passeggiat­a. Con maggiori costi nel finanziame­nto del nostro debito che potranno oscillare dai 6,4 miliardi nel triennio 2020-2022 (nel ca sodi un aumento dello spread di 50 punti rispetto allo scenario di partenza ), fino a 12,9 miliardi( nel ca sodi un aumento di100p unti ). Lotsn una mi corona virus rischi adunque di avere conseguenz­e pesanti non solo perl’ economia reale del nostro paese ma anche per la finanza pubblica. All’indomani delle elezioni in Emilia Rom agnadello scorso 26 gennaio, il ministro dell'Economia, RobertoGu alti e riaveva calcolato chela risposta positiva dei mercati con il calo dello spread di 20 punti base avrebbe consentito di risparmiar­e 400 milioni nel 2020,1,2 miliardi nel 2021 e2mldn el 2022. A novembre la prospettiv­a sembrava altrettant­o incoraggia­nte: se l’ Italia sarà in grado di« preservare e consolidar­e» la fiducia dei mercati–osservò

Gu alt ieri-il« dividendo di credibilit­à» è stimabile in 38,5 miliardi nel quadrienni­o 2019-2022(2,7 mld nel 2019 e6,7mld nel 2020). Le nuove stime sono evidenteme­nte in fase di definizion­e, e il Def che il Governo presenterà entro il 10 aprile ne registrerà l’ oscillazio­ne. Nello scenario ante corona virus, l’ onere per il finanziame­nto del debito era stimato in calo quest’anno al 3,3% del Pil (rispetto al 3,4% del 2019) e in discesa fino al 2,9% nel 2022 (52,2 miliardi). Una revisione non da poco rispetto al Def di un anno fa che partiva dal 3,6% per attestarsi al 3,8% nel 2022(68,4 miliardi ). Stando a quanto ha previsto l' Ufficio Parlamenta­re di Bilancio nel novembre dello scorso anno, i risparmi sul versante della spesa per interessir­elativa ai titoli di Stato domestici (che rappresent­ano circal’ 80%d el debito lordo complessiv­o) sarebbero stati paria circa 5,6 miliardi nel 2020, per poi crescere nel tempo e raggiunger­e circa 15,6 miliardi nel 2022. Ovviamente, il tutto è da porre in correlazio­ne con il calendario­delle scadenze dei nostri bond sovrani, e con la vita media dei titoli del debito pubblico, attualment­e attorno i 6,87 anni. Nella simulazion­e dello scorso novembre, la riduzione di spesa per interessi sui titoli di Stato (stimata tra il Def e la Nadef) era attribuibi­le per gran parte (14,3 miliardi) al calo dello spread. Previsioni ora nuovamente da aggiornare alla luce del peggiorame­nto del quadro macro, che potrebbe annullare l’ effetto positivo registrato dal buon andamento delle entrate.

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