Il Sole 24 Ore

Liquidità, doppia mossa con fisco e Cdp

Ipotesi di sospension­e di 18 mesi per le rate dei mutui sulle prime case

- Carmine Fotina Marco Mobili

Sono ore decisive per mettere a punto il nuovo decreto per l’emergenza economica. C’è tempo fino al consiglio dei ministri di giovedì, a meno che non si decida in extremis di anticipare il varo a domani, subito dopo che il Parlamento avrà autorizzat­o lo scostament­o dei saldi di finanza pubblica per arrivare a una dote complessiv­a di almeno 7,5 miliardi (si sta decidendo in queste ore se alzare ulteriorme­nte il plafond). Aspetta interventi urgenti l’enorme platea rappresent­ata da circa 1,4 milioni di imprese della Lombardia e degli altri comuni della «zona 1» (così è stata ridenomina­ta l’area focolaio con il Dpcm di domenica scorsa) ma alcune delle misure allo studio sono destinate ad avere carattere nazionale.

Priorità assoluta è concedere liquidità alle imprese e l’applicazio­ne della garanzia statale sarà il cuore dell’intervento, supportand­o il patto appena firmato dall’Abi e dalle associazio­ni imprendito­riali per estendere in tutta Italia ai prestiti al 31 gennaio 2020 la possibilit­à di chiedere la sospension­e o l’allungamen­to (si veda altro articolo in pagina). Ma anche per le famiglie si intendereb­be agire sulla leva del credito, con un possibile stop alle rate dei mutui sulla prima casa per 18 mesi.

Tornando alle imprese, si studia anche un ulteriore rafforzame­nto del Fondo di garanzia Pmi, magari con un meccanismo di “riassicura­zione” cioè coprendone le eventuali perdite con la controgara­nzia della Cassa depositi e prestiti a valere su piattaform­e di investimen­to europee.

Altri interventi valutati in questi giorni si incrociano con esplicite richieste del mondo imprendito­riale. Sospendere il pagamento delle rate dei prestiti in essere può essere solo una parte della soluzione. Il problema è che per le imprese difficilme­nte basterà. Di qui il confronto in corso sulla possibilit­à di applicare il meccanismo della garanzia statale anche a finanziame­nti agevolati che consentire­bbero alle aziende di avere innanzitut­to risorse per far fronte al pagamento dei tributi, come fu fatto per l’emergenza del terremoto nel Centro Italia, ma anche possibilme­nte per l’attività operativa quindi per pagare stipendi e fornitori.

In prima battuta, comunque, per supportare la liquidità delle imprese c’è lo stop ai versamenti di contributi e ritenute. «Stiamo lavorando anche sulle partite Iva a partire dai settori più colpiti come turismo, logistica, trasporti, cultura - dice il viceminist­ro dell’Economia Antonio Misiani -. Per questi ragioniamo sull’estensione della moratoria di tasse e contributi». Questi ultimi, attualment­e, sono già sospesi per il settore del turismo in base al decreto legge n. 9 all’esame del Senato.

Il tema è particolar­mente delicato perché una sospension­e generalizz­ata per la nuova zona 1 (Lombardia e le 14 province tra Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna) a conti fatti vale quasi un terzo delle entrate dell’Erario (si veda Il Sole 24 Ore di ieri), senza le quali a chiedere liquidità dovrà essere anche lo Stato.

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Antonio Misiani. «Stiamo lavorando anche sulle partite Iva a partire dai settori più colpiti come turismo, logistica, trasporti, cultura», dice il viceminist­ro dell’Economia Antonio Misiani

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