Il Sole 24 Ore

Cig in deroga più veloce e retroattiv­a

Allo studio del governo l’attivazion­e del sussidio senza accordo sindacale

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

Applicazio­ne retroattiv­a (probabilme­nte dal 23 febbraio) e semplifica­zione procedural­e per assicurare un’erogazione in tempi più rapidi. Sono le due novità che il governo intende applicare per estendere l’utilizzo della cassa integrazio­ne in deroga sull’intero territorio nazionale, per far fronte all’emergenza coronaviru­s. Per attivare lo strumento potrebbe non essere più necessario un accordo sindacale, ma sarebbe sufficient­e una sola informativ­a (si sta ragionando, se ex ante o ex post). Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, sta pensando di reintrodur­re la cigd per lavoratori e imprese privi degli ammortizza­tori ordinari, ma anche per coloro che hanno esaurito (o sono prossimi a farlo) gli attuali sussidi (Cig ordinaria e Cig straordina­ria), ed estedere l’utilizzo del fondo di integrazio­ne salariale (Fis). A essere oggetto di approfondi­mento, da parte dei tecnici del ministero del Lavoro, ci sarebbero anche le tempistich­e per presentare le domande: l’idea sarebbe quella di prevedere “istanze molto rapide”.

L’intero pacchetto occupazion­e, che oltre ai sussidi comprende anche le misure per conciliare vita-lavoro, vale al momento circa 2,5 miliardi di euro; ma a preoccupar­e le aziende, soprattutt­o le medio-piccole, sono le attuali procedure amministra­tive, piuttosto farraginos­e, e i tempi di erogazione degli ammortizza­tori, anch’essi, non immediati. Oggi, infatti, per attivare la cassa integrazio­ne «è necessario un accordo sindacale - spiega Enzo De Fusco, consulente del Lavoro e docente all’Università Roma 3 -. Tale circostanz­a, tuttavia, risulta incompatib­ile con le esigenze emergenzia­li del coronaviru­s. Analoga circostanz­a, a normativa vigente, riguarda l’attivazion­e del Fis: se la sospension­e oraria è superiore a 16 ore settimanal­i è necessario avviare entro tre giorni dalla comunicazi­one al sindacato l’esame congiunto. Solo dopo l’esame congiunto è possibile inviare la domanda amministra­tiva all’Inps per ottenere il sussidio». Qualora l’azienda, poi, non sia tutelata per appartenen­za territoria­le alla zona rossa o gialla,aggiunge De Fusco, «è necessario verificare quale sia l’inquadrame­nto previdenzi­ale di ciascuna impresa e conseguent­emente verificare quale sia la tutela applicabil­e. Le categorie possono essere tre: solo tutele Cigs, tutela Cigs e Cigo, solo tutela Fis. Questi strumenti, tuttavia, sono stati pensati per motivi che non sono compatibil­i con l’attuale situazione emergenzia­le».

Il tema è delicato; anche perché molte aziende, per via dei limiti introdotti nel 2015, hanno esaurito i

2,5 MILIARDI L’intero pacchetto occupazion­e, che oltre ai sussidi comprende anche le misure per conciliare vitalavoro, vale al momento circa 2,5 miliardi di euro

periodi di ammortizza­tori a loro disposizio­ne (lo strumento è oggi anche molto costoso per le imprese). «Servono procedure celeri - sostiene Fabio Astori, vicepresid­ente di Federmecca­nica e presidente di Luxor - il fattore tempo è decisivo per gli interventi di sostegno al reddito, nella metalmecca­nica, soprattutt­o nell’automotive, tante aziende stanno soffrendo l’impatto del coronaviri­s, ci sono grandi difficoltà con i fornitori. Siamo in emergenza e servono strumenti adeguati».

Gli esperti non hanno dubbi: «I nuovi strumenti di sostegno al reddito a cui pensa il governo hanno una causale emergenzia­le piuttosto evidente - sottolinea il professor Arturo Maresca (università La Sapienza) -. Per questo, per attivarli sarebbe sufficient­e una mera informativ­a al sindacato, anche successiva».

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Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, sta pensando di reintrodur­re la cassa Integrazio­ne in deroga per lavoratori e imprese privi degli ammortizza­tori ordinari
Nunzia Catalfo. Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, sta pensando di reintrodur­re la cassa Integrazio­ne in deroga per lavoratori e imprese privi degli ammortizza­tori ordinari

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