Cig in deroga più veloce e retroattiva
Allo studio del governo l’attivazione del sussidio senza accordo sindacale
Applicazione retroattiva (probabilmente dal 23 febbraio) e semplificazione procedurale per assicurare un’erogazione in tempi più rapidi. Sono le due novità che il governo intende applicare per estendere l’utilizzo della cassa integrazione in deroga sull’intero territorio nazionale, per far fronte all’emergenza coronavirus. Per attivare lo strumento potrebbe non essere più necessario un accordo sindacale, ma sarebbe sufficiente una sola informativa (si sta ragionando, se ex ante o ex post). Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, sta pensando di reintrodurre la cigd per lavoratori e imprese privi degli ammortizzatori ordinari, ma anche per coloro che hanno esaurito (o sono prossimi a farlo) gli attuali sussidi (Cig ordinaria e Cig straordinaria), ed estedere l’utilizzo del fondo di integrazione salariale (Fis). A essere oggetto di approfondimento, da parte dei tecnici del ministero del Lavoro, ci sarebbero anche le tempistiche per presentare le domande: l’idea sarebbe quella di prevedere “istanze molto rapide”.
L’intero pacchetto occupazione, che oltre ai sussidi comprende anche le misure per conciliare vita-lavoro, vale al momento circa 2,5 miliardi di euro; ma a preoccupare le aziende, soprattutto le medio-piccole, sono le attuali procedure amministrative, piuttosto farraginose, e i tempi di erogazione degli ammortizzatori, anch’essi, non immediati. Oggi, infatti, per attivare la cassa integrazione «è necessario un accordo sindacale - spiega Enzo De Fusco, consulente del Lavoro e docente all’Università Roma 3 -. Tale circostanza, tuttavia, risulta incompatibile con le esigenze emergenziali del coronavirus. Analoga circostanza, a normativa vigente, riguarda l’attivazione del Fis: se la sospensione oraria è superiore a 16 ore settimanali è necessario avviare entro tre giorni dalla comunicazione al sindacato l’esame congiunto. Solo dopo l’esame congiunto è possibile inviare la domanda amministrativa all’Inps per ottenere il sussidio». Qualora l’azienda, poi, non sia tutelata per appartenenza territoriale alla zona rossa o gialla,aggiunge De Fusco, «è necessario verificare quale sia l’inquadramento previdenziale di ciascuna impresa e conseguentemente verificare quale sia la tutela applicabile. Le categorie possono essere tre: solo tutele Cigs, tutela Cigs e Cigo, solo tutela Fis. Questi strumenti, tuttavia, sono stati pensati per motivi che non sono compatibili con l’attuale situazione emergenziale».
Il tema è delicato; anche perché molte aziende, per via dei limiti introdotti nel 2015, hanno esaurito i
2,5 MILIARDI L’intero pacchetto occupazione, che oltre ai sussidi comprende anche le misure per conciliare vitalavoro, vale al momento circa 2,5 miliardi di euro
periodi di ammortizzatori a loro disposizione (lo strumento è oggi anche molto costoso per le imprese). «Servono procedure celeri - sostiene Fabio Astori, vicepresidente di Federmeccanica e presidente di Luxor - il fattore tempo è decisivo per gli interventi di sostegno al reddito, nella metalmeccanica, soprattutto nell’automotive, tante aziende stanno soffrendo l’impatto del coronaviris, ci sono grandi difficoltà con i fornitori. Siamo in emergenza e servono strumenti adeguati».
Gli esperti non hanno dubbi: «I nuovi strumenti di sostegno al reddito a cui pensa il governo hanno una causale emergenziale piuttosto evidente - sottolinea il professor Arturo Maresca (università La Sapienza) -. Per questo, per attivarli sarebbe sufficiente una mera informativa al sindacato, anche successiva».