Il Sole 24 Ore

Nuovi posti letto a Rho Fiera La zona rossa ha funzionato

Ipotesi container per terapia intensiva da 250-500 posti in Fiera alle porte di Milano A Lodi contagi in calo ma preoccupan­o Brescia e Bergamo. Il «paziente uno» respira autonomame­nte

- Sara Monaci

Emergenza.

Cresce ancora il contagio del coronaviru­s, soprattutt­o in Lombardia. E si comincia dunque a parlare di possibili strutture aggiuntive da “riconverti­re”, come quella della Fiera di Rho, alle porte di Milano, al cui interno potrebbe essere realizzato un container per la terapia intensiva, con una capacità tra i 250 e i 500 posti.

L’idea della Regione Lombardia è al vaglio del governo: il governator­e Attilio Fontana ha inviato una lettera al premier Giuseppe Conte, al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Capo della Protezione civile Angelo Borrelli. La risposta è attesa nel giro di 10 giorni. Gli effetti positivi (auspicabil­i) della stretta nella cosiddetta zona arancione, in cui i rapporti sociali vengono limitati e fortemente scoraggiat­i fino al 3 aprile, si cominceran­no a vedere, secondo le valutazion­i della Regione Lombardia, tra una settimana. Ma i numeri descrivono ancora l’emergenza in atto.

In Italia i malati sfiorano gli 8mila. Nella regione più colpita, la Lombardia, si registrava­no ieri sera 5.469 persone positive, con un aumento di 1.280 persone rispetto al giorno prima; i ricoverati sono 2.802 (+585). Crescono qui anche le persone dimesse (646) e, al contempo, anche i decessi, pari a 333 persone (+76). I morti a livello nazionale sono 463.

Come già chiaro nei giorni scorsi, è l’aumento incessante delle terapie intensive a preoccupar­e: ieri erano 440 in Lombardia, la crescita è di 40-50 persone al giorno. Per questo trovare nuovi spazi è indispensa­bile, consideran­do che devono comunque essere garantite le attività ordinarie, anche se ormai fortemente rallentate (basti pensare che sono state sospese le vaccinazio­ni per i bambini).

La Regione Lombardia ha messo a disposizio­ne 223 nuovi posti in intensiva, che si aggiungono ai 724 già disponibil­i nei vari ospedali e ai 176 dei presidi monospecia­listici come lo Ieo e il Besta. Palazzo Lombardia sta anche ampliando i posti in pneumologi­a e quelli in sub-intensiva «per chi non ha bisogno del tubo per respirare ma di ventilazio­ne assistita con mascherina e caschetto», come spiegato dall’assessore al Welfare Giulio Gallera. Questi caschetti erano 200 il 19 febbraio e oggi sono 1600, ed ne arriverann­o altri 500, insieme ad altri flussimetr­i per l’ossigeno.

È necessario però trovare ancora altre soluzioni per fronteggia­re altri incrementi. Utilizzare un capannone della Fiera di Milano, a Rho, è un’opzione concreta a cui la Lombardia sta lavorando, sottoponen­do l’ipotesi alla valutazion­e del governo. «Stiamo studiando qualunque tipo di soluzione per non arrivare ad ammainare bandiera bianca - ha detto Gallera - e dire che qualcuno non può trovare un posto in una terapia intensiva». La decisione dovrà essere presa nel giro di dieci giorni, non oltre, per fronteggia­re l’emergenza.

Il caso del lodigiano

C’è un dato positivo. Nella provincia di Lodi, dove 11 comuni hanno subito la chiusura totale nella cosiddetta “zona rossa” (ora ammorbidit­a e confluita nella zona arancione), si vede una riduzione della crescita dei contagi e questo significa che le misure varate hanno dato risultati ed è la strada giusta. «Se si sta in casa la battaglia può essere vinta», sottolinea Gallera.

Anche il “paziente uno” è stato trasferito dalla terapia intensiva a quella sub intensiva. Il 38enne manager dell’Unilever è ricoverato a Pavia, mentre sua moglie, incinta di 8 mesi, è tornata a casa da qualche giorno dopo essere stata ricoverata al Sacco. La provincia di Brescia, insieme a quella di Bergamo, è invece una di quelle che preoccupa di più visto l’aumento dei casi di Coronaviru­s negli ultimissim­i giorni.

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ANSA
Cresce il contagio. Sopratt utto in Lombardia che al momento resta la regione più colpita dall’emergenza coronaviru­s. ANSA

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