Ora timori per il Sud: da febbraio in 25mila hanno lasciato il Nord
Sono 18mila le persone autodenunciate in due giorni, 11mila in Sicilia
Ammontano a 18mila circa le persone che si sono autodenunciate negli ultimi due giorni per essere arrivate nelle regioni meridionali violando le restrizioni imposte con il decreto del presidente del Consiglio dei ministri di sabato. Arrivano a oltre 25mila se si considerano le persone arrivate nelle regioni meridionali da fine febbraio. Sebbene il numero sia già molto alto, si ritiene che i casi registrati siano solo la punta di un iceberg la cui parte sommersa (perchè non dichiarata) sia di dimensioni molto maggiori.
Più nel dettaglio, sono 10mila circa, i cittadini che hanno segnalato il loro rientro registrandosi al portale della Regione siciliana: in pratica gli iscritti al portale sono passati da 1.500 a 11mila in 36 ore. La registrazione è senza dubbio l’effetto di due ordinanze firmate dal governatore Nello Musumeci che hanno trasformato la facoltà in obbligo. Le ordinanze stabiliscono tra l’altro l’ obbligo di quarantena per chi negli ultimi 14 giorni è stato nelle zone rosse. E soprattutto l’obbligo per tutti coloro che siano anche semplicemente transitati nelle aree a rischio di comunicarlo oltre a osservare la regola dell’isolamento fiduciario per 14 giorni dall’arrivo e rimanere raggiungibili. Per poter consentire i controlli, i concessionari di servizi di trasporto aereo, ferroviario e navale devono comunicare i nominativi dei viaggiatori.
Stessi obblighi, stesse prescrizioni sono contenuti nell’ordinanza firmata dal Governatore della Campania, Vincenzo De Luca. In Regione Campania si conta un migliaio di persone che, essendo rientrate da regioni del Nord, si sono autodenunciate alle Asl. Manca un dato complessivo, ma è certo - dicono in Regione - che gli arrivi siano molto più numerosi.
«I rientri dal Nord Italia ci hanno creato un problema ma siamo in grado di gestirlo bene, se c’è senso di responsabilità da parte di tutti i concittadini», ha detto il presidente della Regione Campania De Luca. «Il problema – ha spiegato – lo risolvereremo, ma si tratta di decidere se vogliamo risolverlo in due mesi con la diminuzione dei contagi o vogliamo trascinarcelo per mesi e anni. Per marzo ci aspettiamo un picco di contagi in Campania», ha concluso.
Da domenica a ieri 4.651 persone hanno compilato il modulo di auto segnalazione online per dichiarare di essere rientrate in Puglia dalla Lombardia e dalle 14 provincie“zona rossa ”. L’ ultimo dato ufficiale è stato diffuso ieri sera: sale a quasi 11.500 il numero delle auto segnalazioni online fatte dal 29 febbraio in poi, e che si aggiungono alle altre modalità di comunicazione obbligata (al medico di base, o al pediatra o alla sanità pubblica territoriale ). Sono invece 500 le persone che hanno l' obbligo di rimanere a casa con sorveglianza attiva, a seguito di contatto con un caso positivo al Covid 19. Ieri il governatore Emiliano ha nominato Pietro Luigi Lopalco, pugliese, esperto di emergenze epidemiologiche, responsabile della struttura speciale nata per il coronavirus.
La Calabria, che finora ha contenuto i contagi, adesso rischia per il grande flusso dal Nord: quasi duemila le persone che si sono autodichiarate, compilando una scheda per il monitoraggio dei rischi da Covid-19. Ma si teme che i numeri siano molto più alti, considerando quanti nelle ultime 48 ore sono arrivati con bus e treni dalle aree off limits. A Cosenza sono in quarantena 60 medici di base: hanno avuto contatti con un informatore farmaceutico che si trova ora in rianimazione all’ospedale dell’Annunziata. Seppur tra mille impedimenti – in primis quello del commissariamento della sanità – Regione, medici, infermieri, protezione civile e sindaci, stanno gestendo l’emergenza.
Altre 204 le persone giunte in Basilicata dalla zona rossa , secondo dati della Protezione civile.
Allarme anche in Sardegna. La Regione ha adottato le prescrizioni su quarantesa e autodenuncia. Inoltre è stato disposto che negli aeroporti i passeggeri in arrivo dovranno compilare moduli e dichiarare la provenienza e il domicilio in cui si svolgerà l’isolamento fiduciario.
Hanno collaborato Vincenzo Rutigliano,
Davide Madeddu e Donata Marrazzo
Si teme che i casi registrati siano solo la punta di un iceberg la cui parte sommersa (perchè non dichiarata) sia di dimensioni maggiori.