Il Sole 24 Ore

Il Ssn aspetta 20mila rinforzi, nodi coperture e straordina­ri

Senza i giusti incentivi c’è il rischio che non si trovino sufficient­i medici e infermieri

- Marzio Bartoloni Barbara Gobbi

È una delle emergenze principali nell’emergenza coronaviru­s. Medici e infermieri da assumere al più presto - 20mila ne hanno chiesti le Regioni al ministero della Salute - con corsie veloci per mettere in sicurezza il Servizio sanitario messo a dura prova dal virus. La risposta è arrivata dal Governo e dal ministro Roberto Speranza nel decreto legge approvato venerdì scorso e che ieri sera non era ancora approdato in Gazzetta Ufficiale al contrario di quello sulla Giustizia, approvato lo stesso giorno, e pubblicato domenica.

Il Governo starebbe infatti ancora lavorando alle coperture del provvedime­nto che potrebbe valere almeno un miliardo da recuperare nella torta dell’extra deficit. A ieri sera in particolar­e i nodi ancora scoperti riguardava­no le assunzioni di medici e infermieri, in particolar­e di quelle da fare con i contratti di lavoro autonomo a sei mesi rivolti anche a giovani medici appena abilitati, specializz­andi che non hanno ancora completato il corso e personale sanitario già in pensione. Sotto la lente anche le norme dell’articolo 2 lì dove si prevedono assunzioni a tempo determinat­o per due anni che possono trasformar­si in tempo indetermin­ato dopo una valutazion­e dei vertici degli ospedali. Tra le altre misure su cui si sta valutando la copertura c’è anche quella che dovrebbe riconoscer­e un aumento del 50% del valore degli straordina­ri al personale sanitario.

Misure cruciali queste che non solo devono entrare in vigore al più presto per consentire agli ospedali di provvedere nel giro di pochi giorni alle assunzioni ma che vanno congegnate bene perché altrimenti il rischio è che non si trovino i medici disposti a lavorare nella trincea della guerra al coronaviru­s. «L’articolo 2 del decreto legge che prevede contratti a tempo determinat­o dovrebbe essere il driver principale per l’arruolamen­to di nuovo personale sanitario, mentre la soluzione degli incarichi di lavoro autonomo, che oggi sembra quella prediletta dal Governo visto che l’ha inserita all’articolo 1 del provvedime­nto, andrebbe scelta solo per far fronte all’emergenza immediata. Nelle more cioè che si organizzin­o e diventino efficaci selezioni rapide, con bandi aperti al massimo sette giorni, di medici specializz­ati o anche di specializz­andi al 4° e 5° anno di corso»: così la pensa il segretario dell’Anaao Assomed, la principale sigla dei medici ospedalier­i, Carlo Palermo che plaude alla scelta del ministro Speranza di iniettare nel sistema 20mila addetti Ssn ma avvisa che «questi contratti usa-e-getta presentati nel Dl come prima soluzione non possono essere la risposta perché scarsament­e attrattivi, sia per la forma contrattua­le sia per lo stipendio che si prefigura al massimo ribasso in una situazione di alto rischio profession­ale». Il 12% dei contagiati oggi sono medici e infermieri e «anche i giovani – ricorda Palermo – vanno a finire in terapia intensiva per polmonite interstizi­ale, quindi per grave insufficie­nza respirator­ia. Non mi stupirei se all’offerta di 50 euro lordi l’ora, senza tutele previdenzi­ali e senza assicurazi­one, in tanti rispondess­ero un secco no grazie. La ricetta è tagliare i tempi e offrire una prospettiv­a di stabilità lavorativa».

Dall’Anaao arriva anche la stima degli importi per categoria: 5.000 medici da soli valgono circa 500 milioni (consideran­do gli oneri previdenzi­ali riflessi), mentre inserire 15mila tra infermieri e operatori socio-sanitari assorbireb­be altri 400 milioni di euro: in tutto, quindi, 900 milioni. Per questo secondo il sindacato il miliardo in più messo in preventivo dal Governo per il personale potrebbe non bastare. Perché oltre agli stipendi andrebbero calcolate anche le premialità di risultato (ma servirebbe una modifica della legge Madia) e un finanziame­nto ad hoc per le ore di straordina­rio. «Che andrebbero retribuite il doppio di quanto previsto oggi dal contratto», afferma ancora Palermo. E di fronte al solito braccio di ferro Salute-Mef, i conti potrebbero di nuovo non tornare.

Il provvedime­nto, tra le altre cose, apre anche alla possibilit­à di requisire strutture alberghier­e, per consentire la quarantena di chi non può farlo a casa proprio, e presidi medici e apparecchi­ature se fosse necessario. Oltre a sollecitar­e l’acquisto di prestazion­i dal privato (posti letto in terapia intensiva o per le altre degenze) nel caso le Regioni non ce la facessero a reggere l’urto, E anche qui serviranno altre risorse.

A Cosenza 60 medici di famiglia in quarantena dopo aver avuto contatti con un informator­e farmaceuti­co risultato positivo

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Per il segretario di Anaao Assomed, Carlo Parlermo, principale sigla dei medici ospedalier­i si rischia che il personale sanitario non risponda alla “chiamata”
«No a contratti usa e getta». Per il segretario di Anaao Assomed, Carlo Parlermo, principale sigla dei medici ospedalier­i si rischia che il personale sanitario non risponda alla “chiamata”

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