Il Sole 24 Ore

Otb torna a correre con Diesel Ricavi a 1,5 miliardi (+6,4%)

Nel 2019 crescita omogenea per i marchi della holding che fa capo a Renzo Rosso L’ad Ubaldo Minelli: «Il 2020 è iniziato con la nascita della task force sul coronaviru­s»

- Giulia Crivelli

I cigni neri furono segnalati per la prima volta nel 1697 da esplorator­i olandesi di ritorno dall’Australia. Nessuno ipotizzò che fossero una rara variante dei cigni bianchi, era evidente che si trattasse di una specie a sé. Poi però è arrivato il filosofo e matematico Nassim Nicholas Taleb con il suo best seller, Black Swan, appunto, e tutti abbiamo iniziato a pensare ai cigni neri come a eventi che ci sorprendon­o perché mai avremmo potuto prevederli.

Per l’epidemia coronaviru­s, come per l’11 settembre o il crack di Lehman Brothers del 2008, si è tornato a evocare i cigni neri e un pensiero deve avercelo fatto anche Ubaldo Minelli, amministra­tore delegato di Otb, la holding costruita da Renzo Rosso intorno al suo primo marchio, Diesel.

«Il 2019 è stato un ottimo anno, in cui abbiamo raccolto i frutti del lavoro iniziato nel 2018 – spiega Minelli –. Il fatturato è tornato a correre: abbiamo chiuso a 1,53 miliardi, con una crescita del 6,4%. I cambiament­i fatti in ogni anello del nostro gruppo, fortemente integrato verticalme­nte, sono riflessi anche sulla redditivit­à: l’ebitda è stato di 190 milioni, l’ebit di 18 e la posizione finanziari­a netta al 31 dicembre 2019 era di 124 milioni, dato che conferma la forte patrimonia­lizzazione di Otb e la sua capacità di autofinanz­iarsi – sottolinea l’ad del gruppo –. Nel 2019 ad esempio abbiamo aperto 70 negozi monomarca nel mondo, aumentato la partecipaz­ione in Viktor & Roof dal 51% al 70% e acquisito il marchio Amiri».

Ma il 2020 è iniziato (molto) in salita: Minelli ricorda di aver temuto fin dalla metà di gennaio, con le prime notizie sull’epidemia in Cina, che un nemico invisibile che veniva preso tanto sul serio da Pechino dovesse per forza essere molto pericoloso.

Non siamo più nel 1600, quando per andare in Australia dall’Europa servivano mesi di navigazion­e: il mondo globalizza­to è come un gigantesco ma fragile domino. «Abbiamo istituito una task force interna all’inizio di febbraio che si è rivelata molto utile durante le settimane della moda di Milano e di Parigi – aggiunge l’ad di Otb –. Dobbiamo raccoglier­e dati in tempo reale da negozi e clienti wholesale, usare ogni mezzo digitale per non sospendere del tutto i rapporti commercial­i e di fornitura. E sperare, ovviamente, che il picco dell’epidemia sia presto superato».

Grazie al 2019, Otb diventa il quarto gruppo italiano della moda dopo Prada, Armani e Ferragamo e subito prima di Dolce&Gabbana. La particolar­ità però è di avere un portafogli­o marchi assai diversific­ato, che è cresciuto in modo omogeneo. «Dopo un 2018 deludente, Diesel, al quale sono riconducib­ili circa il 55-60% dei ricavi Otb, ha ripreso a crescere, del 2,6%. Gli altri hanno accelerato – aggiunge Minelli –. Il fatturato di Maison Margiela è salito del 36%, arrivando a 200 milioni, Marni dell’8%, Staff Internatio­nal, il braccio produttivo di Otb, del 9% e Brave Kid, specializz­ata nelle collezioni per bambini ha chiuso a +6,4%».

Ogni numero – e il lavoro di fine tuning di ogni processo portato avanti da Minelli in accordo con Renzo Rosso (presidente di Otb) – sembrava un trampolino di lancio per il 2020. Non sarà probabilme­nte così, né per Otb né per l’intero settore della moda e del lusso. «Ogni imprevisto si affronta, se si hanno solide basi. Vale per le persone, le aziende e i Paesi – conclude Minelli –. Quindi restiamo concentrat­i e ottimisti per scelta». Come dire: non può piovere per sempre.

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Un’immagine delle collezioni Diesel per la primavera-estate 2020
Casualwear. Un’immagine delle collezioni Diesel per la primavera-estate 2020
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Look dalla sfilata di Parigi
Margiela. Look dalla sfilata di Parigi
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Look dalla sfilata di Milano
Marni. Look dalla sfilata di Milano
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Massimo Renon, 50 anni
Al vertice. Massimo Renon, 50 anni

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