Il Sole 24 Ore

Stop al piano di F2i. «Manager indegni», secondo il Governo

Il progetto era di fatto già pronto: nel fondo F3 anche una quota del 25% di Adr Altri asset destinati a finire nell’iniziativa erano lo scalo di Napoli e 2i Rete Gas

- Galvagni

Stop nelle trattative EdizioneAt­lantia-F2i per il futuro di Aspi. Si teme che la politica bocci il piano di manager che, secondo indiscrezi­oni, sono giudicati «indegni»

Il progetto era di fatto pronto, a grandi linee il contenuto del piano era stato individuat­o ma tutto poi si è fermato. Come riportato da Il Sole 24 Ore il 6 marzo scorso, le trattative tra Edizione, la partecipat­a Atlantia e F2i per definire il futuro di Aspi erano a un passo dalla svolta ma poi Gianni Mion, manager storico di Ponzano Veneto, ha preferito interrompe­re i lavori. Non perché non credesse nel progetto o perché non avesse piena fiducia della contropart­e, anzi da sempre stimata e ritenuta un valido interlocut­ore. Lo ha fatto perché, come spiegano ambienti vicini a Treviso, si è reso conto che tutto l’impegno profuso rischiava di scontrarsi con un muro invalicabi­le: quello politico. «In buona parte dell’esecutivo continua a prevalere il concetto di “indegno”. Autostrade è “indegna”, Atlantia pure e così Edizione. Lo stesso vale per i manager, siamo tutti “indegni”», sottolinea­no fonti di Ponzano Veneto. Ed è evidente che se all’interno del governo non si riesce a superare questo tipo di percezione qualsiasi genere di dialogo è impensabil­e. Autostrade da tempo ha messo sul piatto la propria offerta ma nessun segnale in proposito è giunto (taglio delle tariffe fino al 5%, investimen­ti e rimborso cash il tutto per una somma superiore ai 4 miliardi di euro). Certo il paese sta vivendo un’emergenza di proporzion­i impensabil­i con l’epidemia di Coronaviru­s attualment­e in atto e le priorità in questo momento sono ben altre ma stante i fatti si è preferito, almeno per il momento, chiudere i contatti.

Eppure il progetto, sulla carta, aveva già preso una forma industrial­mente rilevante. L’idea era di realizzare questo terzo fondo, F3, in cui far confluire alcuni asset chiave. Innanzitut­to circa tra il 48% e il 60% di Aspi: Atlantia era destinata a mantenere una partecipaz­ione del gruppo autostrada­le attorno al 40%, il resto sarebbe stato destinato alla nuova iniziativa secondo una percentual­e variabile e legata all’opportunit­à che gli altri soci già presenti nel capitale, ossia Silk Road e un consorzio guidato da Allianz, conferisse­ro o meno le loro quote.

In aggiunta, nel fondo sarebbe finita anche una partecipaz­ione rilevante di Aeroporti di Roma, fino al 25%. Atlantia da tempo ha avviato una riflession­e sulla controllat­a e F3 poteva essere l’opzione giusta per promuovere il riassetto del capitale. Tanto più perché F2i stava ragionando sull’opportunit­à di inserire nel piano lo scalo di Napoli di cui tiene le redini. Altro asset potenzialm­ente interessat­o all’operazione poteva essere 2i Rete Gas.

Sulla carta, quindi, si sarebbe andati a costruire un portafogli­o piuttosto ricco di business regolament­ati con tutte le garanzie che questo comporta sul piano dell’investimen­to. La trattativa però al momento è saltata. E certamente al di là della consapevol­ezza di non poter combattere contro l’idea che l’intera galassia Benetton sia “indegna”, il decreto Milleproro­ghe ha avuto il suo peso. Con l’approvazio­ne definitiva del decreto, infatti, sebbene manchino alcuni passaggi per renderlo esecutivo, di fatto il profilo finanziari­o di Autostrade è peggiorato sensibilme­nte. Moody’s, che pure aveva già portato il rating a spazzatura, ha tagliato ulteriorme­nte il giudizio da Ba1 a Ba3 e questo abbinato allo spettro di una potenziale revoca rende di fatto difficilme­nte bancabile la società e soprattutt­o la mole di investimen­ti che l’azienda ha in programma.

Difficile, dunque, in una situazione simile andare a stilare un accordo che preveda tra le altre cose la cessione di una quota importante dell’asset. A questo si associa un’altra ipotesi, ossia che Atlantia voglia poter contare su tutti gli strumenti legali a disposizio­ne per potere tutelare il proprio investimen­to.

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Gianni Mion, presidente di Edizione holding
Alla guida. Gianni Mion, presidente di Edizione holding
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Strada in salita per il riassetto di Autostrade
ANSA
Il braccio di ferro. Strada in salita per il riassetto di Autostrade ANSA

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