Assopopolari e il futuro del credito
Caro Direttore,
mi riferisco alla lettera a firma Ettore Prandini pubblicata dal Suo giornale.
Non mi interessa entrare nel merito del discorso del Presidente dei Coltivatori diretti a riguardo della possibile incorporazione dell'Ubi da parte di Banca Intesa San Paolo. Così pure, non discuto del concetto di banca di territorio che Prandini ha, dato che ricomprende in questa categoria di banche (se non ho capito male) persino quella che diventerebbe, addirittura e sempre secondo Prandini, la seconda banca d'Europa.
Quello che voglio osservare è che il Presidente di Coldiretti forse non considera che andando di questo passo ci avviciniamo vieppiù ad un oligopolio bancario italiano: nel nostro Paese finiremmo per avere due o tre grosse banche in tutto, per di più a capitale straniero. Non credo che sarà l'ideale per le piccole e medie aziende.
Ma non è neanche tutto. All'estero convivono grosse banche e banche di territorio (negli Stati Uniti e in Canada come anche in Germania e in Francia, la cui più grossa banca è addirittura una banca cooperativa, come cooperative sono le Popolari italiane). Da noi, le grandi non diventano tali sviluppandosi e crescendo per linee interne ma facendo fuori le piccole, in attesa di essere a loro volta fatte fuori (vicenda Ubi docet). Eppure, l'Italia è il Paese che dovrebbe tenere più di ogni altro alla convivenza di banche dato il sistema di medie e piccole imprese che ci caratterizza. La Coldiretti dovrebbe - a mio avviso - essere d'accordo.
Le sarò grato, Signor Direttore, se vorrà ospitare questa lettera, in omaggio al principio della biodiversità che sempre ha finora caratterizzato 24 Ore.