Contro il virus Trump punta sui tagli alle tasse dei lavoratori
Nel piano anche congedi pagati per gli impiegati a ore e aiuti alle imprese Duro attacco alla Fed: «Patetica, deve abbassare i tassi più velocemente»
In risposta al coronavirus e al Lunedì nero di Wall Street - la peggiore seduta dal giorno del crack di Lehman Brothers - Donald Trump ha annunciato un pacchetto di misure per allontanare l’economia americana dal rischio di recessione. Le possibilità di crisi per la prima economia mondiale sono salite del 53% secondo l’ultima lettura dei modelli statistici di Bloomberg Economics.
Trump ha proposto al Congresso un taglio delle tasse sui lavoratori dipendenti per sostenere i consumi e il congedo di malattia retribuito per i lavoratori con paga oraria. Il presidente ha detto che vuole aiutare quei lavoratori che perdono lo stipendio restando a casa a causa del virus: «Non è giusto che vengano penalizzati per qualcosa di cui non hanno colpa». Trump ha parlato anche di aiuti per le piccole e medie imprese e di sgravi fiscali per le linee aeree, gli alberghi e il settore delle crociere. A queste misure si aggiunge la sospensione temporanea al pagamento delle imposte per le persone fisiche e le società.
Il taglio delle imposte sulle buste paga aiuterà i lavoratori dipendenti, penalizzati dallo stop forzato delle loro aziende. Le payroll tax (tasse previdenziali e sanitarie, in genere suddivise tra datori di lavoro e dipendenti) valgono oltre il 4% del Pil: ogni punto percentuale di riduzione costerà allo Stato dai 55 ai 75 miliardi di introiti fiscali in meno, secondo il Committee for a Responsible Federal Budget.
Un lavoratore dipendente con un reddito annuo di 75mila dollari potrebbe ritrovarsi in busta paga un taglio di tasse di 774 dollari al mese, di solito ripartite tra dipendente e datore di lavoro. Una misura insomma che aiuta i lavoratori concedendo maggiore capacità di spesa e le imprese riducendo il costo del lavoro in un momento che è forse il più difficile per la presidenza Trump da sempre spinta dall’economia che ora frena.
Da mesi il Tesoro americano stava studiando una proposta di diminuzione delle imposte sui redditi per i lavoratori dipendenti, pensata per la classe media, dopo la riforma fiscale entrata in vigore nel gennaio 2019, che ha ridotto le tasse societarie dal 35% al 21%, ha portato nelle casse delle aziende americane un tesoretto di 2.300 miliardi e fatto schizzare il deficit federale a livelli record. Il piano ha avuto un’accelerazione negli ultimi giorni.
Il pacchetto di misure dovrà però essere approvato dal Congresso. Il taglio della “payroll tax” di solito è una proposta popolare tra i Democratici che ogni tanto torna a galla, da sempre osteggiata dai repubblicani. Ma ora le posizioni si sono invertite.
I tagli fiscali per la classe media e i lavoratori dipendenti proposti da Trump diventano una straordinaria arma nell’anno elettorale. I Democratici annunciano battaglia. Il presidente della Commissione tributaria della Camera, Richard Neal, e altri esponenti del partito hanno già manifestato la loro opposizione.
I leader Democratici alla Camera e al Senato, Nancy Pelosi e Chuck Schumer, propongono invece una legge per concedere a tutti gli americani test gratuiti per il coronavirus, sussidi per i lavoratori colpiti dalla malattia, l’espansione dei programmi di sostegno federali per la disoccupazione e l’aumento dei sussidi alimentari. La scorsa settimana l’Amministrazione Trump aveva proposto 2,5 miliardi di stanziamenti straordinari. Il Congresso, con un’azione bipartisan, è salito a 8,3 miliardi.
Trump è tornato ad attaccare la Fed, definita «patetica»: «Ha alzato i tassi troppo velocemente e li ha abbassati troppo tardi». La settimana scorsa, la Fed ha ridotto di 50 punti base il costo del denaro.