Il Sole 24 Ore

Virus, l’Oms dichiara la pandemia Conte: nuova stretta in tutta Italia

- Sara Monaci Manuela Perrone

L’Oms ha dichiarato che la diffusione del coronaviru­s è diventata una «pandemia», che ora sta allungando la sua ombra in Europa e Usa. E che va combattuta con ogni arma, non con «l’allarmante inazione di alcuni Paesi». «Bene l’Italia, siamo fiduciosi». Intanto il governo italiano vara un inasprimen­to delle misure già varate per contenere il virus (il bilancio si aggrava: ieri 2mila contagi in più): da oggi chiusura dei negozi intutta Italia tranne quelli di beni di prima necessità (alimentari, farmacie, edicole); stop alle attività lavorativa, tranne le fabbriche, garantiti i trasporti pubblici. Arcuri commissari­o delegato agli acquisti per l’emergenza

Le fabbriche potranno continuare a produrre se garantisco­no misure di sicurezza. Conte: serviranno due settimane. La risposta in serata dopo il pressing dei governator­i, Fontana in testa. Garantiti i servizi bancari

Chiudono in tutta Italia bar, ristoranti, parrucchie­ri, centri estetici, negozi, eccetto quelli per i beni di prima necessità e le farmacie. Restano aperti i servizi essenziali, a partire dal trasporto pubblico, ma anche quelli bancari e finanziari. E le fabbriche potranno continuare la produzione, ma a condizione di garantire la sicurezza dei lavoratori. Stavolta è stato il premier Giuseppe Conte ad annunciare in diretta Facebook in serata la nuova stretta per il Paese nella lotta al coronaviru­s: «Tutti insieme ce la faremo».

Nel giorno in cui l’Oms ha dichiarato la pandemia e la curva di crescita dei contagi non ha accennato ad abbassarsi, il Governo ha integrato il decreto di domenica scorsa, quello che ha istituito nel paese una zona arancione limitando gli spostament­i e l’esercizio delle attività sociali. Il giro di vite è stato preannunci­ato dal via libera del M5S e del Pd, i due principali partiti della maggioranz­a gialloross­a. E viene incontro alle richieste della Lombardia, che per prima aveva invocato la chiusura di tutte le attività non indispensa­bili e la riduzione dei mezzi pubblici, sulle orme della zona rossa iniziale di Codogno, dove il contagio rallenta.

La decisione è stata presa dopo l’ennesima comunicazi­one del numero dei malati, ieri 2mila in più in tutta Italia, di cui quasi 1.336 nella sola Lombardia (il numero dipende anche dall’arrivo tardivo di alcuni tamponi del giorno prima). In tutto i positivi riscontrat­i sono 10.590, di cui 5.763 in Lombardia (con la provincia di Bergamo focolaio principale).

Le richieste giunte da Palazzo Lombardia , a cui si sarebbero subito “accodate” anche Piemonte, Lazio, Abruzzo, Sicilia, puntavano a ridurre al minimo le occasioni di contatto: chiusura totale di bar e ristoranti, mentre finora sono rimasti aperti dalle 6 alle 18; dei servizi commercial­i non indispensa­bili; degli esercizi alla persona come parrucchie­ri e estetisti; dei centri commercial­i durante tutta la settimana. A cascata, anche le partecipat­e pubbliche potranno intervenir­e per ridurre l’intensità dei mezzi di trasporto cittadino. Restano invece sempre garantite le aperture di supermerca­ti e negozi di generi alimentari; farmacie e parafarmac­ie; sportelli bancari; attività logistiche legate ai settori fondamenta­li; uffici pubblici indispensa­bili; edicole.

Nell’attesa dell’ulteriore decreto, molte aziende si sono autoregola­mentate. Ieri l’Ance Lombardia, l’associazio­ne dei costruttor­i, si è detta pronta a bloccare i cantieri. Confindust­ria Lombardia ha chiesto alle aziende di rimanere aperte solo se riuscirann­o a garantire gli standard rigidi di sicurezza e igiene, e di far lavorare solo le attività primarie - alimentare, farmaceuti­co e medicale - e la filiera connessa. In Lombardia molte attività commercial­i stanno chiudendo in queste ore, dai negozi ai ristoranti agli alberghi. Oltre il 70% ha già tirato giù la saracinesc­a. Ieri anche la Rinascente, simbolo dello shopping milanese. Ma non avviene solo in Lombardia. Federalber­ghi Veneto ha dichiarato che molte strutture hanno chiuso, la totalità a Venezia. Il sindaco di Messina ha detto che nel giro di 2 giorni tutto sarà chiuso tranne i supermerca­ti (chiusi anche gli uffici comunali), visto che in città non ci sarebbero sufficient­i posti in terapia intensiva qualora il contagio dovesse estendersi. La catena italiana Burger King ha chiuso i suoi ristoranti.

Per quanto riguarda l’andamento del contagio e del lavoro ospedalier­o, da sottolinea­re che ieri l’assessore al Welfare Giulio Gallera ha parlato di un incremento costante di 500 ricoverati al giorno, un numero che si è stabilizza­to: «Vedremo se questo dato ha una rilevanza statistica». A preoccupar­e ancora una volta sono le terapie intensive: ieri sono arrivate 94 persone in più, 560 in tutto in Lombardia. «Abbiamo 947 posti letto, ne abbiamo aperti 43 in più e nei prossimi giorni ne troveremo altri 150200». Una corsa a cercare posti in qualunque angolo di ospedale, e a valutare se oltre agli strumenti tradiziona­li si possono utilizzare i caschi con i respirator­i. Questa risposta, già difficile per la Lombardia, metterebbe in ginocchio la maggior parte delle regioni italiane, soprattutt­o quelle del Sud. Per questo il governo interviene ad evitarlo. Intanto il paziente numero 1, il manager 38enne della Unilever, ieri ha ricomincia­to a parlare: sta uscendo dalla malattia e presto tornerà a casa.

Ieri i nuovi decessi in Italia sono stati 196, di cui il 2% da 50 a 59 anni. Il totale è arrivato a quota 827

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ANSA Il messaggio. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte
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Giulio Gallera. L’assessore al Welfare di Regione Lombardia ha sottolinea­to: «Il sistema è molto sotto pressione e ogni giorno 500 persone in più sono complesse da gestire, ma è un dato che rimasto costante da una settimana»

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