Virus, sperimentazione ok del farmaco per l’artrite
Le Regioni lavorano per aggiungere centinaia di posti in più per i pazienti più critici Timori per l’aumento dei contagi. Replicando i numeri della Lombardia gli ospedali non reggerebbero
L’emergenza.
Il picco dei contagi al Sud se lo aspettano tra fine marzo e inizio aprile. Gli occhi sono puntati alla curva dei contagi: se raddoppiano ogni 2-3 giorni sarebbe preoccupante. Perché la certezza è che se si replicassero i numeri della Lombardia gli ospedali meridionali non resisterebbero all’urto. «Noi siamo fuori, non riusciremmo più a reggere», ha spiegato nei giorni scorsi il governatore della Puglia Michele Emiliano. Ancora più allarmato il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio: «Da giorni il ritmo dei contagi e dei ricoveri raddoppia quotidianamente, siamo già al limite della capacità di ricovero, con alcuni reparti chiusi o ridimensionati perché sono stati contagiati medici e paramedici». In Calabria avverte la governatrice Iole Santelli «i posti in terapia intensiva sono già quasi tutti occupati da pazienti ordinari».
Oggi la dote attuale di partenza nelle Regioni del Sud è di 1665 posti letto complessivi in terapia intensiva contro i 3628 del Centro-Nord (in Italia in tutto sono 5293, secondo l’ultimo aggiornamento del ministero della Salute). Da qui la corsa prima al Nord e poi in tutta Italia per aumentare le disponibilità dei letti, grazie anche alle dotazioni (a partire dai preziosi ventilatori per chi è colpito da gravi polmoniti) in arrivo dalla Protezione civile che nel giro di 45 giorni dovrebbero aggiungere 5mila posti letto in tutta Italia. Anche il Sud dove mascherine, occhiali e tute non sono ancora sufficienti per il personale medico, come ha denunciato ieri tra gli altri l’ordine dei medici di Bari, prova ad attrezzarsi. Guardando anche agli accordi con il privato. L’idea è sfruttare al massimo questa finestra di tempo prima di un possibile boom di contagi sui quali pesa l’arrivo di almeno 30mila persone in fuga nei giorni scorsi dal Nord. La Sicilia ha un piano per aggiungere 110 posti, «i primi saranno disponibili già alla fine di questa settimana», avverte l’assessore alla Salute Ruggero Razza.In Campania il governatore Vincenzo De Luca sta lavorando a un piano B per aggiungere addirittura altri 590 letti nel caso ci fosse un’esplosione del contagio. La Calabria ha un piano per 400 letti in più tra terapia intensiva e subintensiva.
Tutte le Regioni si muovono partendo dai numeri della Lombardia per fare le loro simulazioni, come la Puglia che ha riservato 209 posti letto per la terapia intensiva. Con questa disponibilitàsi potrà far fronte a uno scenario ipotetico, calcolato sulla base appunto dell’esperienza fatta in Lombardia, con circa 2000 infetti, di cui 1000 ricoverati in ospedale, dei quali 200 potrebbero avere bisogno di cure in terapia intensiva-rianimazione.
«Prevediamo un possibile picco a fine marzo o inizio aprile, dovrebbe essere una prima ondata contro la quale ci stiamo attrezzando immaginando circa 2mila contagiati, sperando che non ce ne siano poi altre», avverte Pierluigi Lopalco noto epidemiologo da poco nominato a capo della task force sul coronavirus della Puglia. «È cruciale ora che le misure di isolamento e distanziamento sociale siano rispettate dai cittadini come non è capitato in passato, qui al Sud ho visto troppi capannelli di persone che passeggiano al sole». A ieri si contavano oltre 550 positivi al Covid-19 e 10 morti: «I contagi finora sono tutti legati in qualche modo alle persone che sono arrivate dal Nord», spiega l’epidemiologo. Che avverte: «Dobbiamo evitare che ci sia una crescita esponenziale dei casi come quella vista al Nord». Quando c’è da preoccuparsi? «Quando ogni 2,5-3 giorni si registra un raddoppio dei casi».
Gli occhi degli esperti sulla curva dei contagi: se raddoppiano ogni 2-3 giorni, la situazione diventa preoccupante