Il Sole 24 Ore

«Imparare a gestire la volatilità dei listini in modo razionale»

Alessandro Foti. L’ad di Fineco: «Ingresso graduale sulle Borse»

- Maximilian Cellino

«Questa crisi lascerà un segno indelebile sulla società italiana, quando sarà finita e guarderemo dietro alle nostre spalle ci accorgerem­o di quale incredibil­e accelerazi­one abbia dato al processo di digitalizz­azione in corso nel Paese, con un cambiament­o di abitudini che avrà anche ricadute positive e funzionerà da volano verso la modernizza­zione». Nel momento forse più difficile per l’Italia e per i mercati finanziari nel complesso, Alessandro Foti non perde l’abitudine di trovare il lato positivo anche nelle crisi più profonde e di guardare già oltre l’ostacolo da superare.

«Stiamo già osservando un aumento esponenzia­le dell’attività sui canali digitali - spiega a Il Sole 24 Ore l’a.d. di FinecoBank -, un segnale che di fronte alle necessità del momento si sta reagendo con comportame­nti virtuosi: sotto questo aspetto l’epidemia di coronaviru­s ci sta dando una lezione, ma anche offrendo un’occasione formidabil­e». Il suo ragionamen­to vale per la società in generale, ma si coniuga in particolar­e al mondo che conosce più da vicino: quello dei servizi finanziari e del risparmio gestito che andrà inevitabil­mente incontro a «una fase di discontinu­ità».

Le crisi si rivelano spesso un punto di partenza e di profondo cambiament­o, cosa si aspetta per il settore finanziari­o italiano?

Questa straordina­ria accelerazi­one verso un mondo più moderno e digitalizz­ato avrà non solo ripercussi­oni nella gestione dei servizi bancari, ma obbligherà a cambiare i comportame­nti e adottare un approccio al lavoro completame­nte diverso. Tutto ciò costringer­à le banche a grandi riflession­i e si tradurrà anche in un’ulteriore spinta al processo di integrazio­ne e di riduzione delle filiali.

Prevede un’ulteriore selezione?

È inevitabil­e, così come avviene in bici quando la strada inizia a salire e si fa sempre più ripida. Lo diventa ancora di più in un Paese, come l’Italia, dove il mercato dei capitali è poco evoluto e le aziende continuano in gran parte a dipendere dal finanziame­nto bancario. Una recessione come quella a cui stiamo andando incontro avrà ripercussi­oni evidenti, mettendo sotto stress l’industria e di conseguenz­a le banche stesse: le più robuste se la caveranno, pur soffrendo, chi ha già problemi non può che andare incontro a una situazione più complessa.

Questo per il credito, e nel risparmio gestito?

È evidente che quando tutto procede per il meglio sui mercati ci si può magari permettere scarsa trasparenz­a nei confronti dei risparmiat­ori, soprattutt­o sul tema delle commission­i, ma quando la situazione si ribalta certi modelli di business diventano più complicati da mantenere.

Intanto però occorre uscire dalla crisi, come si stanno comportand­o i vostri clienti?

Non vedo un atteggiame­nto univoco: ci sono investitor­i rimasti liquidi che cercano di approfitta­re della situazione per comprare a prezzi più bassi, altri che invece erano già sul mercato e provano a uscire. Alcuni clienti restano poi alla finestra in attesa che la situazione sia più chiara per rientrare e c’è chi infine è legato al mondo del trading e opera tipicament­e in chiave

contrarian, in acquisto quando il mercato scende e viceversa.

Ognuno segue la sua ricetta, quale sarebbe l’atteggiame­nto giusto?

Nessuno è chiarament­e in grado di prevedere cosa succederà a breve sui mercati. Noi stiamo però suggerendo ai clienti di adottare un metodo di investimen­to basato su una strategia di decumulo, che consente di gestire in modo razionale la volatilità con un ingresso graduale sui listini.

In cosa consiste esattament­e?

Anziché investire l'intero capitale in un solo momento, lo si destina prima a un prodotto a basso profilo di rischio, come un fondo monetario o un prodotto assicurati­vo, e poi in modo graduale ci si muove verso il mercato azionario. Così si possono superare le fluttuazio­ni più brusche del mercato, diluendo gli effetti nel tempo.

E funziona?

Un cliente che avesse investito ai massimi dei mercati, per esempio nel 2000 e nel 2007, seguendo questa strategia avrebbe comunque ottenuto un ritorno positivo e superiore all’inflazione dopo cinque anni.

Aumento esponenzia­le dell’attività sui canali digitali: la crisi stimola comportame­nti virtuosi

Alessandro Foti

CEO FINECO

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