Nelle fabbriche sale la tensione, scioperi e timori sulla sicurezza
Conte convoca imprese e sindacati: vertice con i ministri Catalfo, Gualtieri, Patuanelli e Speranza. Da Amazon a Fincantieri, da Ast all’ex Ilva proteste sulle misure contro l’epidemia
Lavoro.
Distanza di sicurezza, riorganizzazione degli spazi di lavoro, prodotti per la sanificazione e dispositivi di protezione individuale, dalle mascherine fino ai guanti monouso e agli occhiali che cominciano a scarseggiare, ad arrivare in ritardo se non, in alcuni casi, a mancare: nei giorni scorsi erano una richiesta per fronteggiare l’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19, partita soprattutto dai sindacati della meccanica, Fim, Fiom e Uilm. Da ieri la richiesta è diventata una protesta che in molte realtà è nata spontaneamente e in altre si è trasformata in uno sciopero. Da Taranto fino ad arrivare a Susegana. Non solo nella meccanica, ma anche nella logistica. Da Amazon fino ad arrivare a Fincantieri. Dallo stabilmento Fca di Mirafiori - fermo da ieri - la Fiom scrive al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dicendo che «serve fermare tutte le produzioni non necessarie chiudendo le fabbriche di beni non essenzionali». Da Farmindustria garantiscono «pur nelle condizioni difficili del momento, la produzione nei molti stabilimenti sul territorio, che rendono l’Italia leader della manifattura farmaceutica in Europa».
Conte convoca imprese e sindacati
Nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata la convocazione di industriali e sindacati da parte del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Stamattina ci saranno anche i ministri del Lavoro, Nunzia Catalfo, dell’Economia, Roberto Gualtieri, della Salute, Roberto Speranza, e dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, per discutere «l’attuazione delle previsioni contenute nell’ultimo Dpcm riguardanti i protocolli di sicurezza nelle fabbriche a tutela della salute dei lavoratori».
Penuria dispositivi di protezione
Mentre dalle fabbriche sono già partite le proteste, Fim, Fiom e Uilm chiedono «l’applicazione nei luoghi di lavoro delle misure sanitarie prescritte dal Governo, a cui chiediamo norme chiare e cogenti per le imprese» e denunciano «l’oggettiva penuria di dispositivi di protezione individuale utili a prevenire i contagi». Per questo ritengono «necessaria una momentanea fermata di tutte le imprese metalmeccaniche, a prescindere dal contratto utilizzato, fino a domenica 22 marzo, al fine di sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro». Ad agire in tal senso, ieri, tra gli altri ci sono state Piaggio e LAmborghini (si veda pezzo in pagina).
L’allarme della siderurgia
Le proteste in Italia si sono moltiplicate a macchia di leopardo. A Taranto, lo stesso presidente della locale Confindustria,Antonio Marinaro, h ascritto all’ ad di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli, e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, segnalando, così come avevano fatto i sindacati metalmeccanici ,“criticità ”. ArturoFerruc ci, dir et tor ehr,ri sponde dicendo chela società« trami telemisure adottate, ha creatole condizioni per consentire lo svolgimento della attività lavorativa» e respinge« le accuse e di rilievi mossi al riguardo».Fi m-C il seUsb di Taranto hanno comunque proclamato uno sciopero. Sempre in Puglia, nello stabilimento di Leonardo di Grottaglie, il segretario organizzativo dellaFi mC isl di Taranto Brindisi, Angela Sansonetti, lanci al’ aut aut :« O l’ azienda si impegna a far seguire i fatti alle parole o proclameremo lo sciopero sino a quando lo stabilimento non garantirà la sicurezza delle maestranze ». Dalla società dicono che «Leonardo ha adottato una serie di misure mirate al contenimento di rischio di contagio». Inoltre «ha sospeso le trasferte internazionali e nazionali dei propri dipendenti eh aadottatolosm art working ». Alla Ast di Terni, invece, sono state proclamate otto o redi sciopero, in segno di protesta perla mancata adozione da parte dell’ azienda di misure ritenute“idonee” per il contenimento del coronavirus. L’ad Massimiliano Burelli ricorda le iniziative a tutela della salute e chiede senso di responsabilità ai sindacati: «Serve un approccio sistemico, eventuali iniziative assunte da una singola azienda potrebbero creare perturbazionialla filiera ». Quindi« qualora dovesse essere necessario prendere ulterioriprovvedimenti-aggiunge il manager-si dovrà fare in un’ ottica europea ».
Cantieristica e elettrodomestici
Sciopero di 8 ore nello stabilimento Fincantieri del Muggiano (La Spezia) e di Ancona dove i dipendenti diretti e dell’indotto hanno incrociato le braccia dopo che è arrivata la conferma del contagio da coronavirus per un lavoratore. In sciopero anche i lavoratori delle aziende delle Riparazioni navali di Genova per chiedere più sicurezza a causa del coronavirus e della Electrolux di Susegana. Situazione di forte tensione in Emilia Romagna con casi isolati di proteste, come alla Bonfiglioli di Bologna o alla Gardner Denver di Parma. Scioperi spontanei anche in alcune fabbriche di Brescia e proteste alla Amazon di Torrazza Piemonte dopo la conferma del caso di positività al coronavirus di una lavoratrice e la verifica dei casi da porre in quarantena, perché secondo Filt e Nidil Cgil non sono arrivate comunicazioni chiare sulla tutela della salute degli addetti del sito.
Servono approcci sistemici: iniziative di una singola azienda possono creare perturbazioni alla filiera