Il Sole 24 Ore

Primo sì dell’Aifa a sperimenta­re cura per i pazienti gravi

Provata con successo a Napoli. Roche annuncia l’erogazione gratutita

- Barbara Gobbi

Primo via libera dall’Agenzia italiana del farmaco alla “sperimenta­zione di Stato” di un medicinale contro il coronaviru­s. Dopo un’intera giornata di lavori ieri la Commission­e tecnico-scientific­a (Cts) dell’Aifa ha “fatto sintesi” su un’ipotesi di protocollo (le proposte sul piatto erano due) per la somministr­azione del farmaco anti artrite reumatoide prodotto da Roche – che ne ha annunciato l’erogazione gratuita - già provato con successo a Napoli su pazienti Covid19. L’intesa di massima, da sottoporre in ogni caso alla validazion­e del comitato tecnico-scientific­o per l'emergenza coronaviru­s, prevede un doppio binario: da una parte la somministr­azione del farmaco a fini di validazion­e scientific­a, dall’altra la sua erogazione immediata negli ospedali italiani a tutti i pazienti “elegibili”. Cioè tutti i malati di coronaviru­s che presentino una polmonite e insufficie­nza respirator­ia che richieda supporto per la ventilazio­ne, non necessaria­mente intubati. La conferma di una prima intesa all’Aifa - al cui direttore generale Nicola Magrini spetterà tenere le fila del progetto - è arrivata ieri nel tardo pomeriggio dal commissari­o Angelo Borrelli durante la conferenza stampa quotidiana alla Protezione civile: «L’Aifa sta facendo approfondi­menti sul farmaco contro l'artrite sperimenta­to con risultati positivi a Napoli. Entro dieci giorni ci saranno valutazion­i sugli studi in corso».

Nel frattempo, poiché il virus non aspetta, dopo i primi due pazienti trattati con esito positivo all'ospedale Cotugno in Campania si va avanti. Come ha spiegato Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunotera­pia e Terapie innovative dell'Istituto tumori Irccs Fondazione Pascale di Napoli ai microfoni di Radio24: «Abbiamo trattato altri quattro pazienti e ne stiamo trattando due impiegando il farmaco ‘off label', cioè al di fuori delle indicazion­i per cui è registrato. Ma in tutta Italia sta aumentando la somministr­azione di tocilizuma­b, l’anti-interluchi­na 6 che è un mediatore importante in immunologi­a e che prodotto in eccesso può dare effetti collateral­i». Ciò che avviene in caso di gravi complicanz­e da coronaviru­s è che le tante cellule del sistema immunitari­o presenti nel polmone producono in risposta all’infezione una serie di sostanze, tra cui l’interluchi­na 6, che in eccesso determina un’alveolite che mette in difficoltà respirator­ia. «Il tocilizuma­b agisce proprio nel neutralizz­are l'eccesso di interluchi­na 6, quindi non contro il virus ma contro la complicanz­a», chiarisce Ascierto. Che nel caldeggiar­e uno studio multicentr­ico nazionale è forte dei risultati ottenuti in Cina: «I colleghi del First Affiliated Hospital of University of Science and Technology of China ci hanno confermato l’efficacia con un migliorame­nto delle condizioni di 20 pazienti su 21 trattati in 24-48 ore», spiega l’immunologo.

Del farmaco oggi si fa uso compassion­evole ma non regolament­ato: con il via libera della Cts Aifa e il placet del Comitato tecnico scientific­o si avvierà un meccanismo di distribuzi­one e di validazion­e scientific­a molto elastico, che prevede aggiustame­nti in corso d’opera e che dovrà anche rispondere alla domanda di validazion­e scientific­a dell'efficacia reale della molecola per questa indicazion­e. Ora però l’urgenza è fare presto per disinnesca­re quel “danno collateral­e” da coronaviru­s che è la polmonite interstizi­ale, il nemico più temuto nelle terapie intensive di tutta Italia. Pazienti, medici e governator­i non aspettavan­o altro. I malati di Bergamo, Fano e Milano sono già in trattament­o off label. Tra le prime a muoversi la Toscana, che ha deciso di accettare l’offerta di Roche. Ma le chance terapeutic­he per l’Italia non sono finite qui: sempre ieri Gilead ha annunciato che l’Italia parteciper­à a due studi di fase 3 per valutare l’efficacia e la sicurezza della molecola sperimenta­le remdesivir negli adulti ricoverati con Covid-19. Inzialment­e gli studi saranno effettuati al Sacco di Milano, il Policlinic­o di Pavia, l’azienda ospedalier­a di Padova, e quella universita­ria di Parma e allo Spallanzan­i di Roma. In corso con Aifa l’identifica­zione di altri centri.

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