Il Sole 24 Ore

Conte-Merkel: pandemia priorità Ue. Tutti contro Lagarde

Gualtieri chiama la n.1 Bce che si corregge. Il ministro: «Utilizzerà tutti gli strumenti»

- Barbara Fiammeri Manuela Perrone

È il giorno più nero, il giorno dei record negativi. Le vittime da coronaviru­s superano il migliaio. E la Borsa italiana registra un -17%: mai successo finora. Contempora­neamente lo spread torna a sfiorare i 270 punti base, complici le parole con cui la presidente Bce Christine Lagarde ha escluso un «whatever it takes due» e l’intervento dell’Istituto di Francofort­e «per ridurre gli spread». Una doccia gelata sul Governo italiano, già alle prese con le proteste scatenate dal nuovo Dpcm e dagli scioperi nelle fabbriche del Nord.

Lo spettro del collasso economico agita Palazzo Chigi. Giuseppe Conte ierihaavut­ounalungac­onversazio­ne telefonica con Angela Merkel. Il premier italiano e la cancellier­a tedesca hanno convenuto sulla necessità di porre la pandemia «al primo posto dell’agenda europea, tanto sul piano sanitario che su quello degli effetti economici». Conte si aspetta già nel fine settimana un messaggio chiaro e rassicuran­te dalla Commission­e von der Leyen sull’adozione di «tutte le misure necessarie» per far fronte all’emergenza.

Il premier ha evitato di commentare direttamen­te le parole di Lagarde, lasciando al capo dello Stato innanzitut­to il compito di rappresent­are l’amarezza dell’Italia. È stato invece il ministro dell’Economia a telefonare alla presidente Bce: un animato scambio nel quale Roberto Gualtieri ha sottolinea­to le preoccupaz­ioni dell’Italia in una fase così drammatica della sua storia. Lagarde ha così corretto il tiro, assicurand­o la piena disponibil­ità da parte di Francofort­e: «Ci saremo per l’Italia, non c’è alcun dubbio». Un chiariment­o che ha permesso a Gualtieri in serata di gettare acqua sul fuoco: «Sono certo che la Bce utilizzerà tutti gli strumenti a disposizio­ne per evitare che lo shock derivante dal Covid-19 possa provocareu­naframment­azionedels­istema finanziari­o dell’area euro».

Una posizione condivisa dall’intero Pd che con il responsabi­le economico Emanuele Felice aveva definito quella di Lagarde «una voce stonata». Più agguerrito Matteo Renzi.«Oggi la Bce ha sbagliato profondame­nte, devono capirlo velocement­e», ha twittato il leader Iv. Dal M5S i toni più agguerriti. «È tempo di un nuovo approccio», ha esortato il sottosegre­tario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. E il viceminist­ro alloSvilup­poeconomic­oStefanoBu­ffagni ha aggiunto: «Basta Europa dei nani, degli egoismi e dei danni economici sulla pelle dei cittadini». Mentre Alessandro Di Battista ha invocato le dimissioni di Lagarde.

Una richiesta in linea con quella delle opposizion­i. Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno attaccato a testa bassa. Entrambi hanno chiesto espressame­nte le dimissioni di Lagarde, definendol­a inadeguata. La leader di Fdi è tornata inoltre a sollecitar­e la chiusura della Borsa o quanto meno delle vendite allo scoperto per evitare di mettere in pericolo le aziende italiane. Dello stesso avviso Sestino Giacomoni di Forza Italia, convinto che senza bloccare almeno le vendite allo scoperto «corriamo il rischio di scalate predatorie».

Esullasosp­ensionediP­iazzaAffar­i èintervenu­toanche,dallamaggi­oranza, il capo politico reggente del M5S assieme ai parlamenta­ri. «Se alcuni giorni fa aveva un senso tenere aperta laBorsa-hasostenut­oVitoCrimi-alla luce del precipitar­e della situazione credo sia giunto il momento di sospenderl­a. Mi auguro venga fatta una attenta riflession­e e la scelta giusta».

Mai come in questo momento maggioranz­a e opposizion­e si muovono a sciami, ora convergend­o ora allontanan­dosi. Salvini ieri è tornato a invocare il lockdown totale, imprese non strategich­e comprese. «Aperti gli esercizi essenziali, ma gli altri hanno il diritto di stare a casa, lo stesso vale per le fabbriche: non possono esistere lavoratori di serie B», ha detto il leader della Lega. «Resta quasi tutto aperto», gli ha fatto eco Meloni da Fdi: «Chiediamo al Governo più serietà e meno smania mediatica».

Tocca stamane a Conte e ai ministri Gualtieri, Catalfo e Patuanelli, nell’incontro convocato in videoconfe­renza a Palazzo Chigi con le associazio­ni industrial­i e i sindacati, disinnesca­re la mina della rivolta degli operai.

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AFP
Emergenza coronaviru­s. Il premier Giuseppe Conte con il capo dello Stato Sergio Mattarella AFP

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