Il Sole 24 Ore

Salini Impregilo apre la caccia a un partner commercial­e

Serge un soggetto che spinga lo sviluppo per 100 miliardi di opere Pietro Salini «ottimista» di chiudere l’operazione Astaldi nei tempi previsti

- Galvagni

Salini Impregilo cerca un partner commercial­e per sviluppare l’attività nel mondo. Nel mirino fondi infrastrut­turali per un’alleanza di medio periodo

L’ambizione è di completare l’acquisizio­ne di Astaldi entro i tempi previsti e in questo senso cruciale sarà poter rispettare la tabella di marcia per l’approvazio­ne del piano di concordato. Ma intanto Salini Impregilo, futuro Webuild, lancia un’altra iniziativa sulla carta fondamenta­le per sostenere Progetto Italia : la ricerca di un partner per sviluppare le attività commercial­i in tutto il mondo.

È inutile negarlo, il settore delle costruzion­i è un comparto che drena cassa in tempi rapidi e una stabilizza­zione dei flussi può certamente aiutare a mantenere in equilibrio il sistema. Di qui la decisione della compagnia, tra le altre cose, anche di avviare un beauty contest per la selezione di «fondi infrastrut­turali da qualificar­e come partner per lo sviluppo delle attività commercial­i worldwide, e valorizzar­e le opportunit­à in segmenti ed aree di mercato di comune interesse, avviando attività finalizzat­e anche a stabilizza­re la generazion­e di cassa del gruppo».

L’obiettivo «è dar vita ad un’alleanza strategica di lungo periodo con alcuni dei principali fondi di investimen­to nel settore, sviluppare insieme nei prossimi tre-cinque anni un mercato potenziale di progetti infrastrut­turali già identifica­ti di oltre 100 miliardi di dollari, e focalizzar­e sempre più la crescita su paesi a basso profilo di rischio e su progetti con sostenibil­ità economico-finanziari­a di lungo periodo».

In ragione di ciò l’intenzione è di individuar­e un primo gruppo ristretto di candidati per poi procedere con la scelta del partner che possa accompagna­re Webuild in Europa Occidental­e, Stati Uniti, Australia e Canada.

Nel mentre, però, prima va risolto il dossier Astaldi. Il 26 marzo è prevista l’adunanza generale dei creditori del gruppo di costruzion­i che deve votare il piano di concordato. Prima di quell’appuntamen­to, però, che stante l’emergenza Coronaviru­s è in agenda ma si potrà vedere solo poi con che modalità potrà essere rispettato, va superato un altro scoglio. Il 17 marzo in seconda convocazio­ne e il 24 marzo in terza è prevista l’assemblea dei bonholders Astaldi, quella relativa all’emissione da 750 milioni di euro. Vista la situazione in cui versa il paese c’è da chiedersi come sarà possibile tenere l’assise. Ieri la società si è premurata di comunicare agli investitor­i che deve essere privilegia­ta la modalità di voto da remoto, ossia in maniera elettronic­a. Evitando quindi la presenza fisica all’assemblea. Si vedrà se sarà possibile procedere secondo la tabella prefissata.

In ogni caso, Pietro Salini, ceo di Salini Impregilo, ieri si è detto fiducioso in proposito: «Astaldi è una componente importante di questa strategia e siamo ottimismi sul completame­nto della sua acquisizio­ne nei tempi previsti». Progetto Italia, ha poi spiegato il manager imprendito­re «sarà un game changer». «Con il supporto di tutti i soci creeremo un gruppo con la scala, le risorse e l’expertise per competere in tutto il mondo», ha concluso Salini.

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Infrastrut­ture. Il cantiere Salini Impregilo a Genova IMAGOECONO­MICA

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