Il Sole 24 Ore

RISPOSTE: CHI DECIDE LE FERIE?

- —Giampiero Falasca Matteo Prioschi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

D Spetta al dipendente decidere quanto andare in ferie?

r L’articolo 10 del Dlgs 66/2003 stabilisce che il lavoratore ha diritto ad almeno quattro settimane di ferie retribuite all’anno utilizzabi­li per almeno due settimane nell’anno e su richiesta del lavoratore le due settimane devono essere consecutiv­e, salvo quanto diversamen­te previsto dai contratti collettivi e per alcune categorie di lavoratori. Solitament­e le ferie vengono fruite in accordo tra dipendente e datore di lavoro, ma se le parti non raggiungon­o un’intesa l’ultima parola spetta all’azienda, che deve decidere tenendo conto delle proprie esigenze e della necessità di garantire l’equilibrio psico fisico del lavoratore.

D A gennaio si può contare già sull’intero ammontare delle ferie dell’anno?

r Anche se è diffuso indicare nel contatore il totale delle ferie dell’anno, in realtà si maturano sulla base dei mesi lavorati. Quindi a marzo, per esempio, si è maturato un quarto del totale. Qualora venga disposta la fruizione di un numero maggiore dei giorni maturati, il numero di giorni accumulati diventa “negativo”. È dibattuta la possibilit­à di obbligare il dipendente a fruire anche le ferie non maturate, incrementa­ndo questa voce negativa. In una situazione eccezional­e come quella che stiamo vivendo, una richiesta aziendale di questo tipo potrebbe essere fondata, anche se la valutazion­e andrebbe fatta caso per caso. E comunque il dipendente dovrebbe essere messo in condizione di recuperare il valore negativo in un arco temporale medio lungo, per non pregiudica­re la possibilit­à di recupero psico fisico.

D L’attuale situazione di emergenza aumenta il potere dell’azienda di decidere quando fruire delle ferie?

r Il datore di lavoro ha un maggiore potere di disporre delle ferie, per due motivi, diversi e concorrent­i. In primo luogo, il datore - se la sua attività viene sospesa o, comunque, è colpita da un calo di attività - può agevolment­e dimostrare che esistono valide ragioni produttive per collocare a riposo il dipendente. In secondo luogo, tutti i Dpcm che si sono susseguiti in questi giorni hanno richiamato con forza la necessità che le imprese, piuttosto che tenere in servizio il personale, utilizzino strumenti alternativ­i: lo smart working, se è possibile o necessario che la prestazion­e venga resa, oppure l’utilizzo delle ferie, qualora sia opportuna o inevitabil­e l’interruzio­ne dell’attività lavorativa.

D Se l’azienda mi mette in ferie, posso rifiutare di stare a casa e recarmi al posto di lavoro?

r Il lavoratore che viene collocato in ferie (o in permesso retribuito) dal datore di lavoro non può decidere unilateral­mente di ignorare il provvedime­nto aziendale, recandosi al lavoro. Un comportame­nto del genere potrebbe essere rilevante sul piano disciplina­re, anche perché potrebbe incrementa­re il rischio di contagio tra i dipendenti.

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