La Bce corregge il tiro: acquisti massicci per ridurre lo spread
Dopo la gaffe della Lagarde intervengono il capo economista Philip Lane e il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco: pronti a potenziare gli interventi se necessario
Lo shock del coronavirus sull’economia, su imprese, banche e credito è molto grande ma, nello scenario base della Bce, sarà temporaneo. Ed è dentro questa cornice - che lascia ben sperare - che all’ultimo Consiglio direttivo la Banca centrale europea si è dotata per ora di un nuovo, primo, pacchetto di interventi (linee di credito Ltro-ponte, prestiti Tltro fino a -0,75%, nuova dote da 120 miliardi per il Qe e requisiti patrimoniali più soft nella vigilanza bancaria) per allentare le tensioni dove già emerse su vari fronti, liquidità nei mercati, credito a Pmi e famiglie, volatilità degli spread dei titoli di Stato.
Messa così al sicuro la trasmissione della politica monetaria con queste misure mirate, temporanee come la crisi, la Bce resta tuttavia pronta ad andare oltre, e molto, con tagli dei tassi e con un Qe ancor più corposo, se sarà necessario, se la situazione dovesse peggiorare. Gli spazi di manovra in entrambi i casi, tassi e Qe, restano ampi. La cassetta degli attrezzi, insomma, quella che il mercato vede oramai mezza vuota, è in Bce vista mezza piena, anzi, decisamente piena.
I tassi di riferimento, che per la Bce sono stati finora uno strumento molto efficace e che lo restano, possono scendere sotto l’attuale -0,50% dei depositi presso l’Eurosistema, perchè la Bce non ha toccato il fondo, non è affatto vicina, in nessun modo, al reversal rate e lower bound. Lo ha detto Christine Lagarde in conferenza stampa. E il taglio tanto atteso dai mercati non è arrivato ora solo perché, nelle attuali circostanze e tensioni, non sarebbe servito: ma questo non significa che la Bce non tenga la mano sul grilletto.
Lo ha chiarito ieri il capo economista Philip Lane, in un lungo “Ecb blog” di spiegazione pubblicato sul sito della Bce. Per contro, l’impennata in corso della richiesta di contanti, in un momento di sell-off estremo su tutti i mercati e una fuga verso la qualità e il cash senza precedenti, ha reso indispensabili le line di credito ponte Ltro. E per consentire alle imprese soprattutto Pmi in difficoltà perché, nonostante il rinvio di ordini, export e vendite, dovranno pagare stipendi o altro, sono state migliorate le condizioni del costo del denaro attraverso le TltroIII fino a -0,75%: il taglio del tasso dunque c’è stato, mirato, e ancor di più ora le banche vengono pagate per prestare.
In quanto al programma di acquisti App, la dote aggiuntiva da 120 miliardi entro fine anno rappresenta un’iniezione di massima flessibilità all’interno dei meccanismi del programma di acquisti in corso. È importante che questi 120 miliardi non siano stati ripartiti con importi fissi mensili, come i 20 miliardi attuali: questo consente alla Bce di intervenire sui mercati in maniera opportunistica, dove cioè ce ne è più bisogno.
E se lo spread dei BTp o anche dei Bonos spagnoli o altri si dovesse allargare troppo rispetto non tanto ai Bund quanto agli Ois (overnight index swap è il benchmark risk free seguito dalla Bce), il programma di acquisti ora potenziato con 120 miliardi può essere usato con ampi margini di manovra temporale (entro fine anno) e quantitativi. Lo scostamento temporaneo dalla chiave capitale (che suddivide gli acquisti dei titoli di Stato in base al Pil e alla popolazione degli Stati membri) è già consentito, può essere molto pesante in quanto la chiave capitale deve essere rispettata su tutto lo stock dei titoli per la fine del programma, che ora è open-ended, senza scadenza. E questa massima flessibilità data dai 120 miliardi, una rete di sicurezza per i BTp, di cui ha parlato Christine Lagarde in conferenza stampa e poi in un’intervista alla Cbnc, è stata rimarcata ieri dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.