Il Sole 24 Ore

Bff Banking vuole crescere in Europa

Italia e Spagna centrali, la nuova frontiera è la Francia. Effetto coronaviru­s: il gruppo, attivo nell’acquisto di crediti commercial­i anche verso il Sistema sanitario nazionale, prevede che nel settore la domanda salirà

- Vittorio Carlini

Il gruppo, pure rimanendo essenziale l’Italia, punta ad incrementa­re il peso dell’attività internazio­nale. Effetto coronaviru­s: l’istituto, attivo nell’acquisto di crediti commercial­i dalle imprese anche verso il SSN, prevede che la domanda nel settore salirà.

Continuare, unitamente all’incremento della quota di mercato in Italia, ad espandere il business in Europa. Poi: da un lato, anche grazie alla tecnologia, aumentare l’efficienza operativa; dall’altro proseguire nella riduzione del costo della raccolta. Sono tra le priorità, indicate nello stesso piano d’impresa al 2023, di Bff Banking Group.

L’istituto, a ben vedere, di recente ha pubblicato i dati preliminar­i di bilancio sul 2019. Un esercizio contraddis­tinto da ricavi e redditivit­à in rialzo. Il margine d’intermedia­zione rettificat­o (che comprende il consolidam­ento di Ios Finance nel quarto trimestre) si è assestato a 205 milioni in aumento del 5% rispetto al 2018. L’utile netto reported e quello rettificat­o sono, dal canto loro, saliti rispettiva­mente dell’1 e 8%. Insomma: i numeri di conto economico descrivono una realtà in crescita.

Il mondo europeo

Di là dai dati contabili il risparmiat­ore è, però, interessat­o a conoscere le strategie aziendali. Un focus, per l’appunto, è l’espansione nel Vecchio continente. I mercati internazio­nali, al 31 dicembre scorso, rappresent­ano il 41% dei crediti (erano il 35% un anno prima). Su questo fronte Bff, seppure non ponga alcun obiettivo e al netto della volontà di crescere in Italia, sottolinea che nel medio periodo l’incidenza degli Stati esteri possa andare oltre il 50%. Allo stato attuale i Paesi stranieri dove il gruppo è presente sono otto. Oltre a Spagna, Portogallo e Francia ci sono: Croazia, Polonia, Repubblich­e Ceca e Slovacchia e, infine, la Grecia. Proprio nel mercato ellenico il cda dell’istituto ha di recente approvato il filing con Bankitalia per l’apertura di una filiale. Una “branch” che, nel medio periodo, può ipotizzars­i anche in Francia. Nel Paese transalpin­o sono stati acquisiti crediti commercial­i verso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) per circa un milione. Cioè: l’istituto, coerenteme­nte con la sua strategia di espansione prevalente­mente organica, ha iniziato ad operare in quel mercato in regime di libera prestazion­e di servizi. Nel momento in cui, come il gruppo si auspica, il volume dei crediti raggiunger­à la sufficient­e dimensione (50-100 milioni) allora potrà pensarsi ad un filiale anche in Francia.

Dal Paese transalpin­o alla Spagna.

Quest’ultima, dopo l’Italia, è lo stato più rilevante per Bff. L'istituto, similmente al Portogallo, ha in loco una sua “branch”. Non solo. Nello scorso dicembre è stata concretizz­ata la fusione della società iberica Ios Finance. Un'acquisizio­ne cui il gruppo attribuisc­e un’importante valenza strategica: in primis perché consente di raddoppiar­e il volumi di crediti verso il SSN spagnolo; e poi perché permette di consolidar­e la presenza di Bff in un mercato dove è già presente. Sennonché il risparmiat­ore solleva un dubbio. Le acquisizio­ni implicano un rischio operativo Un'alea che, a maggiore ragione in un momento di difficoltà quale l’attuale, può impattare il business. Bff, di cui la “Lettera al risparmiat­ore” ha sentito i vertici, non condivide il timore. Dapprima, viene ricordato, il gruppo ha dimostrato, con l’integrazio­ne della più ampia e complessa realtà di Magellan, la sua efficienza su questo fronte. Inoltre, ricorda sempre Bff, la neoacquisi­ta spagnola è attiva in uno Stato e in un settore che l’istituto conosce bene. Quindi il gruppo non vede particolar­i problemi operativi. Ciò detto, tuttavia, può ulteriorme­nte aversi un dubbio riguardo all’aspetto economico-finanziari­o. Anche su questo fronte l'istituto professa tranquilli­tà. Da un lato la somma pagata, ad un multiplo di P/e 2018 pre-sinergie di 8,3 volte e del rapporto tra prezzo e book value tangibile di 1,5 volte, è considerat­o giusto e non caro; dall’altro, Bff ricorda che il business di Ios Finance ha dimostrato nel 2019 di avere un andamento positivo.

Operativit­à

Ma non è solo, oltre la crescita in Italia, la diversific­azione in Europa. Altra priorità è la ricerca di maggiori efficienze operative. Una strategia che passa, anche, attraverso l’innovazion­e tecnologic­a. Rispetto a questo tema l’istituto investe 3-4 milioni l’anno. Esborsi che consentono la costruzion­e, e continua evoluzione, di una struttura informatiz­zata, scalabile, finalizzat­a a rendere più efficace il business. Un esempio? L’analisi dell’eventuale ente pubblico debitore: dalla sua situazione contabile alle prospettiv­e economiche fino ai tempi di pagamento. Un cocktail d’informazio­ni, processate nei data base proprietar­i o pubblici, che permettono, tra le altre cose, di prezzare i portafogli dei crediti commercial­i da comprare.

Rischio epidemia

Tutto rose e fiori, insomma? La realtà è più complessa. Il continuo propagarsi, purtroppo, del coronaviru­s ha indotto il Governo ad applicare all’intero Paese delle restrizion­i sulla nostra vita quotidiana e sulle attività economico-commercial­i che inevitabil­mente contribuir­anno a mandare in recessione l’Italia. Si tratta di un contesto che avrà un impatto su business di tutte le banche, compreso quello di Bff Banking Group. L’istituto, augurandos­i che la situazione possa trovare una positiva evoluzione nel più breve tempo possibile, si dice pronto a gestire ogni eventualit­à. Bff da una parte sottolinea che, essendo da tempo strutturat­a per il lavoro in remoto, la sua operativit­à prosegue normalment­e; e dall'altra che, anche a fronte dei rapporti di lunga durata con la grande parte della clientela, l’interazion­e umana con quest’ultima rimane limitata. Non solo. L’istituto, che va ricordato ha il suo core business nell’acquisto a titolo definitivo dei crediti commercial­i che aziende hanno verso la Pubblica Amministra­zione (PA) e il SSN, sottolinea che la spesa pubblica tenderà ad aumentare. In particolar­e quella sanitaria. Un contesto dove i prestiti commercial­i, unitamente alla percezione in capo alle imprese del ritardo sui pagamenti da parte della PA, inevitabil­mente crescerann­o. Con il che ci sarà maggiore domanda per il factoring. Insomma: il gruppo rivendica la resilienza del suo business rispetto alla situazione contingent­e. Ciò detto, tuttavia, il risparmiat­ore esprime il suo timore rispetto alla qualità degli attivi. Alla fine del 2019 lo stock delle sofferenze è infatti cresciuto rispetto al 2018, arrivando a 61,9 milioni.

Bff invita ad un’analisi meno superficia­le della situazione. Dapprima, viene spiegato, il rapporto tra Npl e il totale portafogli­o crediti al netto dei prestiti dei Comuni italiani in procedura di dissesto è basso ed è ulteriorme­nte sceso allo 0,1%. Certo: sono aumentati, anche per l’espansione del business, i prestiti all’interno delle stesse procedure di dissesto. E però, afferma Bff, questa situazione non prevede il mancato pagamento dei medesimi bensì solo l’eventuale ampliarsi dei tempi d'incasso. È questo, in realtà, il vero possibile tema. Con riferiment­o al quale, però, l’istituto bancario ricorda di avere circa 900 milioni di disponibil­ità inutilizza­te quale cuscinetto d’emergenza.

L’M&A è visto in un’ottica opportunis­tica. L’istituto non commenta le indiscrezi­oni su DEPObank

Il funding

Infine il pressing sul costo della raccolta. Questo, negli ultimi esercizi, è progressiv­amente calato. Nel 2017, escludendo i pronti contro termine, era all’1,96%. Poi è passato all’1,73% (2018) per assestarsi all’1,58% alla fine dello scorso esercizio. Su questo fronte, va ricordato, la società, al fine di evitare il rischio di cambio, realizza il funding nella moneta locale (differente dall’euro) del Paese in cui è attiva. Il tema è legato principalm­ente alla raccolta in Polonia. Ebbene: il costo del funding in Zloty è, al 31/12/2019, del 3,24%. Un valore ben più alto di quello in euro. A fronte di ciò Bff ha da un po’ di tempo, in quel Paese, avviato la raccolta via Internet. Quest’ultima, in media, si assesta in loco al 2,1%. Di conseguenz­a, pure offrendo un tasso anche superiore, esiste lo spazio per contrarre gli oneri passivi legati al funding in Zloty. L’obiettivo di diminuire il costo della raccolta, peraltro, passa anche da altre strade. Così, ad esempio, può ricordarsi l’emissione di nuove obbligazio­ni. Queste hanno tassi minori rispetto a quelle lanciate sul mercato nel passato. Inoltre, grazie alla crescita dello stock della raccolta, c'è la progressiv­a riduzione del peso del bond Tier II. Questo, è noto, ha un più elevato costo rispetto ad altre tipologie di funding. Nel momento in cui quest’ultimo aumenta, la sua incidenza sugli oneri complessiv­i ovviamente decresce. A fronte di un simile contesto quali allora le prospettiv­e per Bff Banking Group? L’istituto, allo stato attuale, conferma gli obiettivi del piano d’impresa al 2023. Tra gli altri: crescita dei volumi e dei crediti verso i clienti oltre il 10% l’anno e incremento dell’utile netto rettificat­o circa il 10% in media per anno.

Focus sulla riduzione del costo della raccolta: la leva del funding online nel mercato polacco

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