La Polonia boicotta il cibo italiano—
La catena alimentare Zabka non venderà i prodotti importati dal nostro Paese
Il coronavirus sta creando serie difficoltà all’export italiano. La più grande rete polacca di negozi di alimentari Zabka ha annunciato che a causa dell’epidemia in atto non venderà i prodotti importati dall’Italia. Lo rendono noto i media locali precisando che si tratta di una rete di 6mila piccoli negozi presenti in tutto il Paese. Un boicottaggio che i polacchi giustificano con la paura del virus ma che ha il sapore della guerra commerciale. I consumatori potrebbero quindi avere difficoltà a reperire caffè, pasta, formaggi, vino e tanti altri prodotti made in Italy. Immediata la reazione dell’ambasciata italiana a Varsavia: «Qualsiasi discriminazione dei prodotti enogastronomici è priva della base scientifica e come tale inaccettabile». L’ambasciata auspica che possa essere ripristinata quanta prima una situazione di piena normalità nell’approvvigionamento di prodotti alimentari italiani. Al riguardo Lorenzo Zurino, Ceo di The One, rimarca che l’epidemia non è più circoscritta all’Italia, ma che è ora diventata un fenomeno mondiale e che richiede grandi sforzi comuni.
Intanto, sul fronte logistico nazionale,unulterioreaiutoalladistribuzione delle merci, in particolare ai generi di prima necessità, arriva dal decreto firmato ieri dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che sospende i divieti, già a partire da oggi, alla circolazione su strada per i mezzi pesanti (Tir) nei giorni festivi. Il via libera riguarda tutti i servizi merci, compresi i trasporti internazionali. Il provvedimento, spiega una nota del ministero, si è reso necessario per far fronte all’emergenza coronavirus e superare un ulteriore elemento di criticità del sistema dei trasporti non più giustificato dall’attuale riduzione dei flussi di traffico. La sospensione dei divieti è assicurata per le giornate di oggi e di domenica prossima, 22 marzo, per tutti i trasporti. Per quelli internazionali la sospensione del divieto è valida fino a nuove disposizioni del governo. Per l’autotrasporto sono giorni complicati. Porti e centri di carico/scarico sono spesso inaccessibili, con i mezzi costretti a sostare per o ree quindi a subire condizioni economiche insostenibili. Molti autisti, denunciano le imprese, una volta caricata o scaricata la merce, non possono nemmeno andarsi a lavar el emani, che è una delle prime misure prescritte perché i committenti non glielo consentono. Il rischio è che il tanto temuto lock down totale, il blocco della catena logistica, possa avverarsi de facto. Per scongiurare questo rischio, dicono le categorie, all’industria logistica serve un vademecum a tutela del lavoro.
Sul fronte dei transiti ai confini c’ è da registrare un gesto distensivo da parte del Tirolo (Austria), che sospende il divieto di transito dei Tir il sabato e la domenica per tre settimane sul corridoio del Brennero. Intanto, dopo il nuovo assalto ai treni notturni diretti al Sud che si è verificato alla stazione di Milano Centrale la sera di venerdì 13 marzo (presidi miragli Intercity Milano-Siracusa-Palermo delle 20,10 e Milano Lecce delle 20,50) la ministra De Mi che li ha firmato ieri un decreto che blocca, a partire da ieri stesso, i treni notturni.