Sport, 1 milione di occupati a rischio—
Club professionistici, società dilettantistiche, gestori d’impianti e titolati di palestre chiedono con urgenza al Governo interventi di sostegno a partire dal rinvio di scadenze fiscali, previdenziali e dei canoni di locazione
Lo sport italiano, dal calcio al basket, alle migliaia di palestre “ferme” nella Penisola, chiede al Governo un adeguato sostegno pubblico. Il perimetro dello sportsystem è ampio, la tipologia di aziende è variegata, ma è improcrastinabile la necessità di adottare misure per tutelare posti di lavoro e attività che hanno una valenza industriale e un impatto sociosanitario. Per non incorrere in una miopia demagogica non bisogna pensare, per esempio, che l’emblema del settore sia soltanto CR7.
L’allarme delle categorie
Pochi giorni fa Assosport (Associazione nazionale tra i produttori di articoli sportivi aderente a Confindustria), Assofitness e Anif-EuroWellness (Associazione nazionale impianti sport & fitness) hanno lanciato l’allarme: è a rischio l’occupazione di più di 1 milione di persone che a vario titolo sono impegnate nel fitness. «La chiusura dei centri sportivi - fanno sapere le 3 associazioni -, già tragica per titolari e personale impiegato nelle migliaia di impianti, palestre, piscine e campi sportivi disseminati in tutta Italia rischia di far collassare uno tra i più importanti network di promozione di salute e sani stili di vita per i cittadini e di comportare pesanti ricadute sull’intera filiera produttiva, che potrebbero mettere in ginocchio le aziende che producono attrezzature, abbigliamento e calzature per il fitness».
Per questo le 3 associazioni si sono rivolte al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, affinché siano varati sussidi e incentivi tarati sul settore, sia per affrontare nell’immediato la crisi sia per mettere gestori di impianti, associazioni e società sportive nelle condizioni di investire nella ripresa. «L’Italia - sottolineano - vanta da sempre una tradizione sportiva di altissimo livello che permette ai grandi campioni di esprimersi e a una popolazione di 20 milioni di persone di tutelare la propria salute».
Le richieste urgenti
Spadafora ha annunciato che porterà nel prossimo Consiglio dei ministri «un provvedimento ad hoc per fare in modo che più avanti possa esserci un piano straordinario per lo sport di base e paralimpico». Ma a parte le modifiche regolamentari che le federazioni stanno adottando per dare ai club più liquidità e tempo per gli adempimenti, esistono interventi urgenti che soltanto il Governo è in grado di adottare. È il motivo per cui nei giorni scorsi hanno recapitato a Palazzo Chigi le richieste più stringenti diversi esponenti del mondo sportivo.
In primo luogo, per le associazioni e le società sportive, professionistiche e dilettantistiche sarebbe fondamentale una sospensione dei versamenti delle ritenute e dei contributi fiscali e previdenziali. In effetti, il Governo dovrebbe concedere anche alle aziende sportive una dilazione fino al 30 aprile, anche se il settore si attendeva un rinvio fino al prossimo 31 maggio, con la facoltà di effettuare i pagamenti, senza sanzioni e interessi entro giugno (con una moratoria estesa alle “cartelle” già rateizzate).
Associazioni e società sportive, soprattutto quelle dei Comuni della “zona rossa”, auspicano inoltre il posticipo del pagamento dei canoni di locazione degli impianti sportivi pubblici avuti in concessione. Mentre sarebbe equo se anche ai collaboratori di società e associazioni sportive dilettantistiche, la cui attività è stata sospesa, fosse corrisposta un’indennità (si parla di 500 euro mensili per un massimo di 3 mesi).
Dalla Lega Pro del presidente Francesco Ghirelli sono giunte anche richieste più strutturali come il riconoscimento di un credito di imposta a fronte di investimenti nella formazione dei giovani e nelle infrastrutture o come l’introduzione dell’apprendistato e del semiprofessionismo. «È necessario - spiega Ghirelli - che il Governo valuti l’impatto economico e sociale del nostro movimento impostando quei correttivi che, in piena crisi e quando ne saremo usciti, diano stabilità al sistema e solidità alla nostra funzione».
Sul tavolo per tutti i club professionistici c’è poi la ridiscussione dell’Irap sui contratti degli atleti nell’ottica di una deducibilità dei costi. Umberto Gandini neo presidente della Lega basket di Serie A chiarisce in particolare come i club, medie imprese da 4 a 20 milioni di fatturato, siano sottoposti al peso del regime tributario ordinario ma non possano accedere agli ammortizzatori sociali e come si trovino oggi a dover remunerare i propri tesserati pur non giocando da molte settimane, cosa che li priva di una fonte di entrata rilevantissima, senza contare il rischio di abbandono da parte degli sponsor a loro volta in difficoltà. «Ecco perché - conclude Gandini - a medio termine bisognerà pensare a una revisione della legge Melandri anche a favore del basket e a una possibile “copertura” dei danni subiti dal settore anche con i fondi di Sport e Salute».
In arrivo anche per le società del comparto un posticipo delle prossime scadenze fiscali