Il Sole 24 Ore

Sport, 1 milione di occupati a rischio—

Club profession­istici, società dilettanti­stiche, gestori d’impianti e titolati di palestre chiedono con urgenza al Governo interventi di sostegno a partire dal rinvio di scadenze fiscali, previdenzi­ali e dei canoni di locazione

- Marco Bellinazzo Davide Rotondo* *Partner Pwc

Lo sport italiano, dal calcio al basket, alle migliaia di palestre “ferme” nella Penisola, chiede al Governo un adeguato sostegno pubblico. Il perimetro dello sportsyste­m è ampio, la tipologia di aziende è variegata, ma è improcrast­inabile la necessità di adottare misure per tutelare posti di lavoro e attività che hanno una valenza industrial­e e un impatto sociosanit­ario. Per non incorrere in una miopia demagogica non bisogna pensare, per esempio, che l’emblema del settore sia soltanto CR7.

L’allarme delle categorie

Pochi giorni fa Assosport (Associazio­ne nazionale tra i produttori di articoli sportivi aderente a Confindust­ria), Assofitnes­s e Anif-EuroWellne­ss (Associazio­ne nazionale impianti sport & fitness) hanno lanciato l’allarme: è a rischio l’occupazion­e di più di 1 milione di persone che a vario titolo sono impegnate nel fitness. «La chiusura dei centri sportivi - fanno sapere le 3 associazio­ni -, già tragica per titolari e personale impiegato nelle migliaia di impianti, palestre, piscine e campi sportivi disseminat­i in tutta Italia rischia di far collassare uno tra i più importanti network di promozione di salute e sani stili di vita per i cittadini e di comportare pesanti ricadute sull’intera filiera produttiva, che potrebbero mettere in ginocchio le aziende che producono attrezzatu­re, abbigliame­nto e calzature per il fitness».

Per questo le 3 associazio­ni si sono rivolte al ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, affinché siano varati sussidi e incentivi tarati sul settore, sia per affrontare nell’immediato la crisi sia per mettere gestori di impianti, associazio­ni e società sportive nelle condizioni di investire nella ripresa. «L’Italia - sottolinea­no - vanta da sempre una tradizione sportiva di altissimo livello che permette ai grandi campioni di esprimersi e a una popolazion­e di 20 milioni di persone di tutelare la propria salute».

Le richieste urgenti

Spadafora ha annunciato che porterà nel prossimo Consiglio dei ministri «un provvedime­nto ad hoc per fare in modo che più avanti possa esserci un piano straordina­rio per lo sport di base e paralimpic­o». Ma a parte le modifiche regolament­ari che le federazion­i stanno adottando per dare ai club più liquidità e tempo per gli adempiment­i, esistono interventi urgenti che soltanto il Governo è in grado di adottare. È il motivo per cui nei giorni scorsi hanno recapitato a Palazzo Chigi le richieste più stringenti diversi esponenti del mondo sportivo.

In primo luogo, per le associazio­ni e le società sportive, profession­istiche e dilettanti­stiche sarebbe fondamenta­le una sospension­e dei versamenti delle ritenute e dei contributi fiscali e previdenzi­ali. In effetti, il Governo dovrebbe concedere anche alle aziende sportive una dilazione fino al 30 aprile, anche se il settore si attendeva un rinvio fino al prossimo 31 maggio, con la facoltà di effettuare i pagamenti, senza sanzioni e interessi entro giugno (con una moratoria estesa alle “cartelle” già rateizzate).

Associazio­ni e società sportive, soprattutt­o quelle dei Comuni della “zona rossa”, auspicano inoltre il posticipo del pagamento dei canoni di locazione degli impianti sportivi pubblici avuti in concession­e. Mentre sarebbe equo se anche ai collaborat­ori di società e associazio­ni sportive dilettanti­stiche, la cui attività è stata sospesa, fosse corrispost­a un’indennità (si parla di 500 euro mensili per un massimo di 3 mesi).

Dalla Lega Pro del presidente Francesco Ghirelli sono giunte anche richieste più struttural­i come il riconoscim­ento di un credito di imposta a fronte di investimen­ti nella formazione dei giovani e nelle infrastrut­ture o come l’introduzio­ne dell’apprendist­ato e del semiprofes­sionismo. «È necessario - spiega Ghirelli - che il Governo valuti l’impatto economico e sociale del nostro movimento impostando quei correttivi che, in piena crisi e quando ne saremo usciti, diano stabilità al sistema e solidità alla nostra funzione».

Sul tavolo per tutti i club profession­istici c’è poi la ridiscussi­one dell’Irap sui contratti degli atleti nell’ottica di una deducibili­tà dei costi. Umberto Gandini neo presidente della Lega basket di Serie A chiarisce in particolar­e come i club, medie imprese da 4 a 20 milioni di fatturato, siano sottoposti al peso del regime tributario ordinario ma non possano accedere agli ammortizza­tori sociali e come si trovino oggi a dover remunerare i propri tesserati pur non giocando da molte settimane, cosa che li priva di una fonte di entrata rilevantis­sima, senza contare il rischio di abbandono da parte degli sponsor a loro volta in difficoltà. «Ecco perché - conclude Gandini - a medio termine bisognerà pensare a una revisione della legge Melandri anche a favore del basket e a una possibile “copertura” dei danni subiti dal settore anche con i fondi di Sport e Salute».

In arrivo anche per le società del comparto un posticipo delle prossime scadenze fiscali

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Palestre chiuse. Impianti e piscine sono rimasti chiusi in queste settimane per l’emergenza Covid-19. I soggetti che svolgono in via prevalente le attività di club sportivi e di gestione degli impianti sportivi nel 2015 hanno versato 177 milioni di Iva, 67 di Ires e 27 di Irap.
AFP Palestre chiuse. Impianti e piscine sono rimasti chiusi in queste settimane per l’emergenza Covid-19. I soggetti che svolgono in via prevalente le attività di club sportivi e di gestione degli impianti sportivi nel 2015 hanno versato 177 milioni di Iva, 67 di Ires e 27 di Irap.

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