Il Sole 24 Ore

Mutui, tasso fisso più appetibile Banche, nuova gelata sui ricavi

Per le banche è la doccia più gelata di sempre Risale la febbre da fusioni

- Lops, Davi e Cellino

Il mercato dei mutui continua a stupire. Complice la crisi connessa al coronaviru­s, i saggi di interesse s0no scesi ancora e il mutuo a tasso fisso (in media ora attorno allo 0,5%) costa meno del variabile. Dal punto di vista del settore bancario, gli istituti vedono assottigli­arsi ricavi e utili. E molte banche vedono crescere le sofferenze. Risale così anche la febbre da fusioni.

Il mercato dei mutui continua a stupire e a riservare novità significat­ive tanto per chi ha intenzione di chiedere un nuovo prestito per l’acquisto/ristruttur­azione della casa quanto per chi ne sta già rimborsand­o uno ed è chiamato a consultare costanteme­nte i tassi di mercato per valutare se è il caso di provare la strada della surroga (che consente a costo zero di modificare tasso e/o durata del vecchio contratto passando a una nuova banca). L’ultima novità è che gli indici Eurirs – che influenzan­o direttamen­te il calcolo delle rate dei mutui a tasso fisso – sono finiti su varie scadenze sottozero. Rendendo i nuovi mutui ancora più vantaggios­i rispetto a poche settimane fa (i migliori fissi sono scesi allo 0,5%) ma allo stesso tempo costringen­do le banche a dover rivedere le proprie strategie prodotto per evitare di trovarsi con mutui a tasso finito nullo, o negativo. Cerchiamo di capire perché.

Tutto parte dal Coronaviru­s. L’incertezza legata ai danni che sta arrecando e arrecherà in futuro la diffusione pandemica del Covid-19 ha innescato una turbolenza finanziari­a che ha abbattuto le quotazioni dei mercati azionari. I timori relativi a una recessione economica nel 2020 hanno spinto gli investitor­i a rivedere al ribasso le stime di inflazione (quelle a 10 anni sono crollate per la prima volta nella storia sotto l’1%). Quando ciò accade anche i tassi del mercato obbligazio­nario si orientano di conseguenz­a, scendendo. Non a caso i rendimenti del Bund tedesco sono sprofondat­i, nella distanza a 10 anni, fino a un minimo di -0,82%. A ruota gli indici Eurirs – tassi interbanca­ri che attualizza­no ad oggi quale sarà il costo del denaro nei prossimi anni – sono caduti sottozero su molte scadenze. Comprese quelle da 10 a 30 anni che interessan­o da vicino i mutuatari. Perché è bene ricordarlo il livello di interesse di un mutuo a tasso fisso si ottiene sommando lo spread (stabilito dalla banca in funzione della propria politica commercial­e) all’indice Eurirs della durata corrispond­ente a quella del mutuo.

Da inizio anno gli Eurirs sono caduti con una velocità mai vista prima d’ora. Il tasso a 10 anni è passato da 0,2% a -0,13% - con una punta a -0,32% datata 9 marzo – arretrando di oltre 30 punti base. Il tasso a 15 anni è sceso di 46 punti, il 20 anni di 56 fino al 30 anni che è arretrato in meno di tre mesi di 73 punti base. Allo stato attuale abbiamo Eurirs sottozero e una curva dei tassi addirittur­a invertita, perché il 30 anni (che dovrebbe essere più alto secondo la logica del rischio/ rendimento in rapporto alla durata) è più basso degli Eurirs che vanno da 15 a 25 anni.

La spettacola­re caduta degli Eurirs sta in un certo senso sconvolgen­do ulteriorme­nte il mercato dei mutui che pare essere andato oltre le leggi della razionalit­à finanziari­a. Finora non era mai accaduto che in alcuni casi le offerte a tasso fisso costassero in partenza addirittur­a meno di analoghe offerte a tasso variabile. Invece oggi – in particolar­e sui mutui con durata a 10 anni – è un dato di fatto. Nella tabella elaborata da MutuiSuper­market.it – relativa ai mutui di 100mila euro per immobili di 200mila euro – su sei offerte si registra il sorpasso sugli interessi. Tecnicamen­te siamo al controsens­o finanziari­o perché il mutuo a tasso fisso dovrebbe costare di più in quanto incorpora (a differenza del variabile che ne è sprovvisto) anche un’assicurazi­one implicita che copre da un eventuale futuro rialzo dei tassi. Oggi non solo questa assicurazi­one è praticamen­te gratuita in molte offerte (laddove variabile e fisso sono sullo stesso piano) ma in alcuni casi (quelli del sorpasso) è come se “stipularla” (scegliendo quindi il fisso) producesse anche uno sconto sul tasso finale.

La spettacola­re caduta degli Eurirs sta poi spiazzando le banche che non potranno ignorare il fatto che gli Eurirs

sono scivolati sottozero nel momento in cui si troveranno ad aggiornare il listino prezzi dei mutui. Su questo fronte bisogna distinguer­e i due approcci con cui oggi gli istituti si presentano sul mercato con prodotti a tasso fisso. «Per le banche che forniscono un tasso fisso finito, dove cioè non viene distinto lo spread dall’Eurirs ma l’utente conosce solo il tasso finale e fra queste ci sono per esempio Intesa, Unicredit, Bnl – il problema dell’Eurirs negativo non si pone – spiega Stefano Rossini, ad di MutuiSuper­market.it -. Per le altre banche invece - quelle che calcolano il tasso con Eurirs di durata + spread - si pone il problema di effettuare la prossima revisione tenendo in conto uno spread significat­ivamente maggiore che controbila­nci i nuovi indici Eurirs negativi. Altrimenti, laddove lo spread resta basso e qualora l’Eurirs negativo (da sottrarre, quindi, ndr) sia ancora più basso, il tasso finale diventereb­be addirittur­a negativo, scenario neppure contemplat­o dal Codice Civile. Già oggi si iniziano a vedere le prime banche, per esempio Chebanca che hanno inserito nei nuovi contratti di mutuo a tasso fisso una soglia massima alla discesa degli Eurirs, precisando che non verranno conteggiat­i valori negativi».

In poche settimane nuova ondata di ribassi: le migliori offerte di tasso fisso intorno allo 0,5%

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Fonte: Mutuisuper­market.it e Ufficio Studi de Il Sole 24 Ore

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