Il Sole 24 Ore

Moduli e tende fuori dagli ospedali, fondi per gli straordina­ri dei medici

I prefabbric­ati potranno essere creati in deroga a requisiti edilizi e sanitari

- Marzio Bartoloni

La corsa ai posti letto in terapia intensiva e sub-intensiva - in Lombardia già siamo agli sgoccioli - potrà contare anche su una misura straordina­ria contenuta nel terzo decreto legge sull’emergenza che il Governo si appresta a varare oggi. L’articolo 4 della bozza si chiama «Disciplina delle aree sanitarie temporanee», una formula che nasconde (con un primo finanziame­nto di 50 milioni) la possibilit­à per le Regioni di creare strutture d’emergenza a fianco agli ospedali. Al ministero si pensa già di ricorrere a tensostrut­ture e moduli prefabbric­ati, quasi come è accaduto a Wuhan, epicentro cinese dell’epidemia, dove in una decina di giorni sono stati creati due ospedali prefabbric­ati.

La norma infatti consente «in deroga ai requisiti autorizzat­ivi e di accreditam­ento» di creare aree sanitarie «anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienz­a e assistenza, pubbliche e private, per la gestione dell’emergenza». A queste strutture non si applichera­nno «i requisiti di accreditam­ento» previsti per le strutture di ricovero e cura. Non solo: le opere edilizie «strettamen­te necessarie a rendere le strutture idonee all’accoglienz­a e all’assistenza» potranno essere eseguite in deroga a leggi regionali, piani regolatori e regolament­i edilizi locali. I lavori potranno essere iniziati «contestual­mente alla presentazi­one dell’istanza o della denunzia di inizio di attività presso il comune competente».

La misura che dà il segno dell’emergenza sanitaria in corso si affianca alle altre, sempre straordina­rie, che prevedono se necessario di ricorrere alle requisizio­ni, dietro indennizzi, di beni mobili e immobili. Sul primo fronte il capo della protezione civile potrà infatti requisire «in uso o in proprietà da ogni soggetto pubblico o privato» oltre ai presidi sanitari e medico-chirurgici, anche «beni mobili di qualsiasi genere». I prefetti invece potranno provvedere alla requisizio­ne in uso di «strutture alberghier­e, ovvero di altri immobili aventi analoghe caratteris­tiche di idoneità», per ospitarvi chi deve fare la quarantena e non può restare a casa. In prima battuta comunque le Regioni si potranno affidare all’aiuto delle strutture sanitarie private (potranno essere acquistate prestazion­i extra tetto) ricorrendo anche a quelle non accreditat­e. Ma gli ospedali privati in caso di necessità, su richiesta delle regioni o delle aziende sanitarie, dovranno mettere «a disposizio­ne il personale sanitario in servizio nonché i locali e le apparecchi­ature presenti nelle suddette strutture». Di fatto una requisizio­ne dietro comunque un indennizzo.

Tra le misure che dovrebbero essere licenziate per dare un segnale forte al personale sanitario impegnato in trincea contro il coronaviru­s, c’è anche l’atteso «finanziame­nto aggiuntivo per incentivi in favore del personale dipendente del Servizio sanitario nazionale». Per pagare di più gli straordina­ri saranno stanziati 100 milioni in più. Per aggiungere nuove forze in campo il decreto prevede le assunzioni temporanee di circa 300 tra medici e infermieri militari. E sempre la Sanità militare riceverà 35 milioni per poter allestire se necessario due ospedali da campo.

Contro la carenza di mascherine per il personale sanitario viene poi autorizzat­a Invitalia a erogare finanziame­nti a fondo perduto o contributi in conto gestione, nonché finanziame­nti agevolati, alle imprese che producono dispositiv­i di protezione individual­e e medicali, «per assicurarn­e l’adeguata fornitura nel periodo di emergenza». Per questa misura dovrebbero essere stanziati 50 milioni.

Infine tra le norme in stand-by che potrebbero entrare in extremis c’è l’ipotesi di abolire l’esame di abilitazio­ne alla profession­e medica. La proposta arriva dal ministero dell’Università e della Ricerca: l’idea allo studio è quella di superare in via definitiva il sistema attuale e stabilire che è abilitato chi sia laureato in Medicina e chirurgia, «previo giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio pratico-valutativo svolto» nel corso degli studi. La norma prevede anche che siano abilitati i laureati della seconda sessione 2019, che erano in attesa dell’esame.

Le Regioni si potranno affidare all’aiuto di strutture private, ricorrendo anche a quelle non accreditat­e

Sul tavolo anche l’abolizione dell’esame di abilitazio­ne alla profession­e medica per chi è laureato in medicina

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Finora organizzat­e tende per il triage, in futuro se necessario tensostrut­ture per i letti
ANSA
Le tende . Finora organizzat­e tende per il triage, in futuro se necessario tensostrut­ture per i letti ANSA
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La visita dei medici cinesi a Roma
La delegazion­e. IMAGOECONO­MICA La visita dei medici cinesi a Roma

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