Proroga in ritardo: niente rimborsi per chi ha già pagato
A tre giorni dal termine impossibile revocare le deleghe già in Entratel
Affidata a comunicati stampa arrivati tra venerdì e ieri sera, la proroga dei versamenti in scadenza domani - Iva, ritenute fiscali sulle retribuzioni e sui compensi dei lavoratori autonomi, contributi previdenziali - ha lasciato per giorni nell’incertezza professionisti e aziende.
Da ultimo l’Inps ha fatto sapere ieri che «verrà differito il termine dei versamenti nei confronti delle pubbliche amministrazioni». Un giro di parole per dire che interessati dallo slittamento non saranno solo le poste fiscali, ma anche i contributi previdenziali.
Imprese e studi professionali sono però stati costretti a calcolare le deleghe di pagamento, mentre stavano riorganizzando il lavoro amministrativo secondo misure di sicurezza e, là dove possibile, a distanza; nel frattempo i reparti produttivi o si fermavano o andavano a lento regime.
Molti - a quanto risulta da un sondaggio empirico effettuato da Sole 24 Ore - hanno pagato o sceglieranno di pagare entro domani. Non solo grandi contribuenti, ma anche piccole e medie imprese abituate a essere puntuali con il Fisco e con l’Inps. In questa situazione di emergenza si evidenzia anche il senso civico fiscale o l’opzione di mantenere - avendo disponibilità di liquidità - i ritmi ordinari di versamento al Fisco per evitare l’eventuale effetto accumulo.
La proroga dell’ultima ora servirà a dare un po’ di sollievo a quanti sono in difficoltà, soprattutto le aziende e i contribuenti che devono scegliere se pagare l’Erario o conservare i soldi per gli stipendi dei dipendenti.
Tra chi ha pagato - raccontano alcuni professionisti - non è mancato chi, di fronte al comunicato stampa dell’Economia, ha tentato la revoca. Tuttavia, l’ordine di versamento, una volta entrato nei canali telematici Entratel dell’agenzia delle Entrate, a tre giorni dalla scadenza, imbocca una strada senza ritorno. Non può essere più bloccato.
Il Fisco sembra anzi aver giocato proprio su questa regola per mettere al sicuro una quota di entrate. Chi ha versato secondo i termini ordinari non avrà alcun premio, tanto meno un rimborso. Nemmeno un “credito” da spendere magari in occasione di un futuro ritardo. Il Fisco incassa e basta.