Il Sole 24 Ore

Quelli che rispettano le regole non devono essere tartassati

- Maria Carla De Cesari

In queste ore di emergenza e di razionale paura colpisce l’incapacità di governo e pubblica amministra­zione di parlare chiaro. Certo, non si possono trascurare le difficoltà nel cercare di far funzionare la macchina statale, di affrontare l’emergenza sanitaria, di non far mancare i soldi per gli stipendi e di far quadrare gli interventi contenuti del decreto legge che dovrebbe essere approvato oggi e che dovrebbe contenere misure, davvero straordina­rie, per la copertura della cassa integrazio­ne su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, il bisogno delle casse statali non giustifica fino in fondo il tira e molla di questi giorni sulla proroga delle scadenze.

Il Governo ha scelto di trascinare fino all’ultimo la decisione sul rinvio la cui aspettativ­a - per altro - era ed è motivata dalle condizioni eccezional­i.

Agli occhi di molti contribuen­ti e profession­isti la proroga all’ultima ora suona come uno schiaffo. Per altro la storia dei rinvii dei versamenti, in occasione di eventi eccezional­i, riporta anche conseguenz­e beffarde. Occorre ricordarsi del sisma siciliano del 1990. A un certo punto il Fisco invitò a regolarizz­are i pagamenti, ma quanti resistette­ro furono premiati: la legge Finanziari­a del 2003 stabilì infatti che i debiti con l’Erario potevano essere chiusi a un prezzo di saldo, versando il 10 per cento. Chi aveva pagato tutto, per la legge, non aveva diritto al rimborso. Il contenzios­o è tuttora in corso. Non sarà questo il caso, ma è bene tener presente che gli onesti e quanti sono ligi alle regole non vanno tartassati, nemmeno per un effetto perverso o involontar­io della legge.

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