«Cartolarizzazioni non a rischio»
Nessun pericolo, almeno per il momento. La sospensione delle rate dei mutui coinvolge in teoria anche strumenti finanziari come le cartolarizzazioni che le banche hanno utilizzato, e continuano a fare, per «impacchettare» i crediti nei confronti della clientela e cederli sul mercato come prodotti finanziari. Strumenti simili sono stati all’origine della crisi finanziaria del 2007-2008, ma in questo caso la situazione è decisamente differente: «Non prevediamo per ora un impatto negativo rilevante», spiegano gli analisti S&P Global Ratings riferendosi in generale alle Rmbs (Residential mortgage-backed securities) europee, ma collegandosi chiaramente al provvedimento che sta per essere adottato dal governo italiano.
«In genere questi strumenti presentano caratteristiche strutturali per coprire l’interruzione dei flussi di cassa», rilevano gli analisti, che nel caso specifico delle cartolarizzazioni delle banche italiane (S&P ne valuta 45, per un valore complessivo di 10,9 miliardi di euro, assegnando all’80% di esse un rating «Aa» che è il massimo raggiungibile se si tiene conto del rischio Paese significativo) aggiungono che «si sono dimostrate resistenti alle difficili condizioni economiche perché generalmente le famiglie italiane hanno un livello di indebitamento moderato e sono finanziariamente solide, grazie a un livello di ricchezza elevato rispetto agli standard internazionali».
La tradizionale affidabilità dei risparmiatori italiani sembra dunque lasciare al riparo tali strumenti e anche la solidità delle banche, messa a dura prova su tutti i fronti in questa fase. Unica incognita resta la durata e la profondità della crisi legata all’epidemia di coronavirus: «Se le sospensioni dei pagamenti delle rate dovessero prolungarsi - avverte S&P - la nostra valutazione su transazioni specifiche potrebbe cambiare in base alle singole caratteristiche strutturali per superare tali periodi».
Lo stop delle rate per ora non ha impatto sui pacchetti già ceduti dalle banche