Rischio America: la Fed abbatte i tassi
Il terremoto finanziario scatenato dalla diffusione del coronavirus ha registrato un’altra settimana di pesanti scosse sui mercati dopo il tentativo di assestamento di inizio marzo. E timori che anche questa settimana possa aprirsi all’insegna di violenti e destabilizzanti ribassi ha portato ieri sera la Fed ad annunciare un altro taglio dei tassi sui fed funds dell’1% portandoli quindi tra lo o e lo 0,25% e annunciando la ripresa del Qe con acquisti per 700 miliardi.
L’evento simbolo per il mercato italiano è stato il crollo del 17% circa dell’indice Ftse Mib a Milano giovedì scorso, la peggiore seduta di sempre. Il rimbalzo di venerdì ha solo limitato il negativo bilancio settimanale che supera il -23%, addirittura peggio di quanto accaduto nella settimana clou dell’ottobre 2008 (21%) nel bel mezzo della crisi finanziaria globale post fallimento Lehman. L’aspetto impressionante è la rapidità e la violenza della discesa. Anche nel 2011 la Borsa soffrì pesantemente per gli effetti della crisi del debito sovrano e arrivò a perdere circa il 40% in quasi quattro mesi, mentre oggi un crollo simile si è consumato in meno di un mese.
Il mercato sta dicendo che gli effetti del virus, divenuto ufficialmente pandemia, potrebbero essere peggiori della crisi finanziaria di 11 anni fa. L’Italia è entrata nella tempesta per prima e le strategie di contenimento dell’epidemia hanno inevitabili ricadute sulle attività economiche e impatteranno sul Pil.
La soglia della fiducia da riconquistare
In una situazione di incertezza può tornare utile l’analisi tecnica per capire i possibili sviluppi dell’indice Ftse Mib: un livello strategico per le prossime settimane è quello dei 18mila punti (venerdì ha chiuso a 15.954). Un ritorno sopra quella soglia potrebbe riportare un minimo di fiducia sull’azionario, pur all’interno di una tendenza che potrebbe essere destinata a restare ribassista per un tempo significativo.
Anche la Borsa di Francoforte subisce un calo superiore al 30% dal 21 febbraio, giorno di inizio ufficiale della crisi Covid-19 in Italia, e la performance non è molto distante da quella di Piazza Affari. Il mercato si è portato avanti scontando gli effetti che ci saranno nel cuore del Vecchio Continente. L’Europa al momento è l’epicentro della crisi, mentre Wall Street ha subito effetti pesanti ma fino a oggi con un impatto minore (-23%). Quello che potrà accadere negli Stati Uniti è la vera incognita della prossime settimane. Il presidente Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza e annunciato interventi sotto forma di sostegno all’economia e tagli fiscali. Una propagazione significativa negli Usa, prima economia mondiale, avrebbe effetti sulle altre Borse mondiali anche se dall’Europa arrivassero segnali più rassicuranti.
Il peggior spauracchio dei mercati
Un altro fattore insolito che rende ancore più pesante il quadro dei mercati finanziari è il netto calo dell’oro della scorsa settimana. Il metallo giallo, tradizionale bene rifugio, ha perso quasi il 10% e non ha assorbito le vendite in uscita dall’azionario. Il mercato ha venduto l’oro per compensare le perdite sulle azioni e ora il metallo giallo è tornato sui valori di inizio anno. Sono saltati i rapporti tradizionali tra i mercati finanziari e anche questo è un indicatore del clima di panico sul mercato.
Il peggior nemico degli operatori finanziari è l’incertezza e il coronavirus rappresenta la tempesta perfetta: non si sa quanto durerà, quanto tempo servirà per la ripresa delle attività ordinarie e quindi il conseguente impatto sull’economia. In una situazione del genere il mercato può facilmente cadere preda del panico e le valutazioni dei titoli lasciano il campo alle vendite emotive. Questo spiega il fortissimo balzo della volatilità, ovvero il tasso di oscillazione delle quotazioni. Quando il mercato saliva, fino a poche settimane fa, la volatilità era molto bassa. L’indice Vix, che misura la volatilità implicita sul mercato Usa, è letteramente esploso nelle ultime settimane tornando ai massimi dal 2008, con variazioni poco adatte ai deboli di cuore.