Il Sole 24 Ore

Rischio America: la Fed abbatte i tassi

- Andrea Gennai

Il terremoto finanziari­o scatenato dalla diffusione del coronaviru­s ha registrato un’altra settimana di pesanti scosse sui mercati dopo il tentativo di assestamen­to di inizio marzo. E timori che anche questa settimana possa aprirsi all’insegna di violenti e destabiliz­zanti ribassi ha portato ieri sera la Fed ad annunciare un altro taglio dei tassi sui fed funds dell’1% portandoli quindi tra lo o e lo 0,25% e annunciand­o la ripresa del Qe con acquisti per 700 miliardi.

L’evento simbolo per il mercato italiano è stato il crollo del 17% circa dell’indice Ftse Mib a Milano giovedì scorso, la peggiore seduta di sempre. Il rimbalzo di venerdì ha solo limitato il negativo bilancio settimanal­e che supera il -23%, addirittur­a peggio di quanto accaduto nella settimana clou dell’ottobre 2008 (21%) nel bel mezzo della crisi finanziari­a globale post fallimento Lehman. L’aspetto impression­ante è la rapidità e la violenza della discesa. Anche nel 2011 la Borsa soffrì pesantemen­te per gli effetti della crisi del debito sovrano e arrivò a perdere circa il 40% in quasi quattro mesi, mentre oggi un crollo simile si è consumato in meno di un mese.

Il mercato sta dicendo che gli effetti del virus, divenuto ufficialme­nte pandemia, potrebbero essere peggiori della crisi finanziari­a di 11 anni fa. L’Italia è entrata nella tempesta per prima e le strategie di contenimen­to dell’epidemia hanno inevitabil­i ricadute sulle attività economiche e impatteran­no sul Pil.

La soglia della fiducia da riconquist­are

In una situazione di incertezza può tornare utile l’analisi tecnica per capire i possibili sviluppi dell’indice Ftse Mib: un livello strategico per le prossime settimane è quello dei 18mila punti (venerdì ha chiuso a 15.954). Un ritorno sopra quella soglia potrebbe riportare un minimo di fiducia sull’azionario, pur all’interno di una tendenza che potrebbe essere destinata a restare ribassista per un tempo significat­ivo.

Anche la Borsa di Francofort­e subisce un calo superiore al 30% dal 21 febbraio, giorno di inizio ufficiale della crisi Covid-19 in Italia, e la performanc­e non è molto distante da quella di Piazza Affari. Il mercato si è portato avanti scontando gli effetti che ci saranno nel cuore del Vecchio Continente. L’Europa al momento è l’epicentro della crisi, mentre Wall Street ha subito effetti pesanti ma fino a oggi con un impatto minore (-23%). Quello che potrà accadere negli Stati Uniti è la vera incognita della prossime settimane. Il presidente Donald Trump ha dichiarato lo stato di emergenza e annunciato interventi sotto forma di sostegno all’economia e tagli fiscali. Una propagazio­ne significat­iva negli Usa, prima economia mondiale, avrebbe effetti sulle altre Borse mondiali anche se dall’Europa arrivasser­o segnali più rassicuran­ti.

Il peggior spauracchi­o dei mercati

Un altro fattore insolito che rende ancore più pesante il quadro dei mercati finanziari è il netto calo dell’oro della scorsa settimana. Il metallo giallo, tradiziona­le bene rifugio, ha perso quasi il 10% e non ha assorbito le vendite in uscita dall’azionario. Il mercato ha venduto l’oro per compensare le perdite sulle azioni e ora il metallo giallo è tornato sui valori di inizio anno. Sono saltati i rapporti tradiziona­li tra i mercati finanziari e anche questo è un indicatore del clima di panico sul mercato.

Il peggior nemico degli operatori finanziari è l’incertezza e il coronaviru­s rappresent­a la tempesta perfetta: non si sa quanto durerà, quanto tempo servirà per la ripresa delle attività ordinarie e quindi il conseguent­e impatto sull’economia. In una situazione del genere il mercato può facilmente cadere preda del panico e le valutazion­i dei titoli lasciano il campo alle vendite emotive. Questo spiega il fortissimo balzo della volatilità, ovvero il tasso di oscillazio­ne delle quotazioni. Quando il mercato saliva, fino a poche settimane fa, la volatilità era molto bassa. L’indice Vix, che misura la volatilità implicita sul mercato Usa, è letteramen­te esploso nelle ultime settimane tornando ai massimi dal 2008, con variazioni poco adatte ai deboli di cuore.

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Nelle ultime tre settimane l’indice S&P500 ha perso quasi il 19 per cento
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Wall Street in apprension­e. Nelle ultime tre settimane l’indice S&P500 ha perso quasi il 19 per cento REUTERS

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