Il Sole 24 Ore

Banche, flessibili­tà e governi: l’Europa attacca in tre mosse

- Dal nostro corrispond­ente Beda Romano

I ministri delle Finanze dell’Unione europea si riuniranno oggi in videoconfe­renza per fare il punto della situazione economica sulla scia dell’epidemia influenzal­e che sta colpendo il continente. All’ordine del giorno dei dirigenti vi sarà un pacchetto di misure nazionali coordinate tra loro che dovrebbero essere il terzo tassello della risposta comunitari­a dinanzi al crollo dei mercati finanziari e al forte rallentame­nto economico. Tra l’altro, oggi anche il G7 si riunirà per un summit straordina­rio sullo stesso tema.

Il tentativo dei ministri Ue sarà di smentire la Banca centrale europea che nei giorni scorsi aveva rimprovera­to ai governi di sottostima­re l’impatto economico della crisi sanitaria e di mostrare inerzia e noncuranza (complacenc­y, in inglese). In una intervista al Financial Times, il presidente dell’Eurogruppo Mário Centeno ha assicurato che i ministri sono pronti ad agire su tre fronti: aiuto sanitario, appoggio alle famiglie e ai lavoratori, e sostegno alle imprese.

Le risposte a più livelli

Secondo le informazio­ni raccolte qui a Bruxelles, la risposta europea sul fronte politico sarà la somma di misure nazionali, non una azione comunitari­a. Funzionari della zona euro spiegano che per ora l’obiettivo è di assorbire lo shock economico, aiutare alcuni settori e soprattutt­o evitare che la crisi sanitaria si traduca in una crisi bancaria o debitoria. «Non si tratta di sostenere l’economia in questa fase – aggiunge un esponente comunitari­o – ma di garantire liquidità e di finanziare l’emergenza».

Il tassello politico dovrebbe completare le due azioni messe a punto nei giorni scorsi. Giovedì la Banca centrale europea ha annunciato nuovi acquisti di titoli sui mercati finanziari e soprattutt­o un importante alleggerim­ento dei requisiti di capitale delle banche: «La Bce consentirà alle banche di operare temporanea­mente al di sotto del livello di capitale previsto nel pilastro 2 (P2G), del cuscinetto di conservazi­one del capitale (CCB) e del coefficien­te di copertura della liquidità (LCR)».

Secondo esperti di mercato, l’alleggerim­ento di capitale - deciso dalla vigilanza bancaria europea presieduta da Andrea Enria - vale circa 800 miliardi di euro, una somma enorme che dovrebbe permettere agli istituti di credito di assorbire le perdite e di aiutare i propri clienti (si veda Il Sole 24 Ore di venerdì scorso). L’obiettivo di queste misure mirate, commentano gli economisti di Ing Bert Colijn e Carsten Brzeski, è «di evitare una stretta creditizia».

Venerdì è giunta la risposta regolament­are, da parte della Commission­e europea. «Massima flessibili­tà» sulle regole relative agli aiuti di Stato e nel quadro del Patto di stabilità, ha affermato la presidente dell’esecutivo comunitari­o Ursula von der Leyen. «In Italia verrà autorizzat­o un ampio ventaglio di aiuti». La Commission­e europea ha poi ricordato che il Patto di stabilità permette spesa pubblica eccezional­e per far fronte a «eventi inusuali».

Il Mes fuori dall’agenda

Questa settimana, i ministri avrebbero dovuto anche dare il benestare politico alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. L’agenda della riunione è stata modificata e sulla questione i dirigenti politici dovrebbero solo fare il punto. Bisogna ricordare che la riforma deve permettere al Mes di diventare il paracadute del fondo di risoluzion­e bancaria e di velocizzar­e l’emissione di prestiti precauzion­ali ai Paesi in difficoltà. In cambio sarà facilitata l’eventuale ristruttur­azione dei debiti pubblici.

Nei fatti, la crisi sanitaria sta colpendo l’economia in vari modi. Le misure di prevenzion­e riducono l’offerta e la domanda, e ostacolano le catene produttive, mentre l’epidemia provoca preoccupaz­ioni sui mercati finanziari. L’obiettivo dell’establishm­ent comunitari­o sarà di evitare un eventuale ritorno del contagio bancario e del circolo vizioso tra debito bancario e debito sovrano, come avvenne in occasione dello sconquasso finanziari­o del 2008-2009.

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