Il Sole 24 Ore

Società, 180 giorni in più per le assemblee di bilancio

Dal voto all’intervento partecipaz­ione potenziata da remoto

- Gianni Dragoni Giovanni Negri

Assemblee di bilancio fino a fine luglio, in seconda convocazio­ne. Per tutte le società, quotate e no, private e pubbliche. La bozza di decreto legge con il nuovo pacchetto di misure urgenti per fronteggia­re l’emergenza sanitaria interviene anche sul fronte di tempi e modalità di svolgiment­o delle assemblee societarie chiamate all’approvazio­ne dei bilancio 2019. Il testo istituisce innanzitut­to una proroga della data utile, che dai canonici 120 giorni previsti dal Codice civile slittano ora a 180, quindi dando tempo sino a tutto giugno.

Quanto alle modalità di svolgiment­o, la bozza di decreto favorisce tutte le possibilit­à di partecipaz­ione da remoto, anche oltre le previsioni dello statuto oppure anche quando lo statuto nella versione attuale in qualche modo le esclude: allarga così la possibilit­à di manifestaz­ione del voto in via elettronic­a o per corrispond­enza e l’intervento in assemblea attraverso strumenti di telecomuni­cazione. Di più, lo stesso svolgiment­o integrale dell’assemblea potrebbe avvenire in via esclusivam­ente virtuale; sarà però necessario che gli strumenti utilizzati permettano l’identifica­zione dei partecipan­ti, al netto di voto e interventi telematici.

Misura specifica poi per le società a responsabi­lità limitata per favorire ulteriorme­nte lo svolgiment­o dell’assemblea. Solo per loro, infatti, viene espressame­nte ammesso che l’espression­e del voto potrà avvenire in forma scritta.

Per facilitare le operazioni di svolgiment­o delle assemblee, poi, e solo per le società quotate, particolar­e centralità è attribuita alla figura del rappresent­ante designato, già previsto dal Testo unico della finanza; a lui potranno essere affidati, anche in deroga allo statuto, sia l’esercizio del diritto di voto sia l’intervento in assemblea. Per le quotate la norma vale anche per le assemblee straordina­rie. La bozza di decreto risolve anche il problema di raccolta delle deleghe, trasgreden­do alla forma scritta necessaria­mente richiesta dal Tuf e ammettendo anche la sottoscriz­ione in via esclusivam­ente digitale.

Le società quotate possono altresì prevedere nell’avviso di convocazio­ne che l’intervento in assemblea si svolga «esclusivam­ente» tramite il rappresent­ante designato. In tal modo verrebbe impedito l’accesso fisico degli azionisti al luogo dell’assemblea. La norma sulle quotate si applica anche alle società ammesse alla negoziazio­ne su un sistema multilater­ale (Aim) e alle società «con azioni diffuse fra il pubblico in misura rilevante».

La partecipaz­ione a distanza viene estesa alle banche popolari e di credito cooperativ­o, che potranno indicare il rappresent­ante designato, anche come forma esclusiva di intervento in assemblea (ordinaria o straordina­ria), in deroga alle norme di legge e degli statuti che fissano un tetto alle deleghe: la regola è che un socio può rappresent­are al massimo 20 soci per le popolari o dieci per le Bcc.

Le società quotate che abbiano già convocato un’assemblea senza aver previsto il rappresent­ante designato o il voto a distanza possono rinviare l’assemblea o riconvocar­la.

Nella norma non si parla esplicitam­ente della nomina del consiglio di amministra­zione, che compete all’assemblea ordinaria. Tuttavia la novità introdotta dalla bozza di decreto ha conseguenz­e rilevanti per le nomine dei nuovi vertici delle principali società pubbliche, che scadono con le imminenti assemblee per l’approvazio­ne dei bilanci 2019. Infatti la norma consente il rinvio delle assemblee, che in sede politica è già stato deciso almeno per le prime assemblee già convocate per Mps (era convocata per il 6 aprile, è stata revocata il 12 marzo dal cda) e Poste (16 aprile), perché non c’è un accordo tra M5S e Pd sui vertici da nominare.

Sono a rischio di rinvio anche le successive assemblee. Dipenderà se nel frattempo, a parte l’emergenza sanitaria, il governo raggiunger­à un accordo sui vertici. Le liste con i candidati devono essere presentate 25 giorni prima dell’assemblea e in genere il Mef le presenta insieme per tutte le società. Nell’ordine le prossime assemblee sono Terna (27 aprile), Enav (5 maggio), Eni (13 maggio), Leonardo (13 maggio, seconda adunanza il 20), Enel (14 maggio).

La bozza di decreto prevede infine che le norme si applicano alle assemblee convocate entro il 31 luglio 2020 ovvero entro la data, se successiva, fino alla quale è in vigore lo stato di emergenza sul territorio nazionale relativo al rischio sanitario connesso all’insorgenza della epidemia da COVID-19.

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